SUL CAPITALE MONOPOLISTICO E SULLE COSIDDETTE RIFORME DI STRUTTURA (1969-70)
Francesco Grassalà alias Gianfranco La Grassa SUL CAPITALE MONOPOLISTICO E SULLE COSIDDETTE RIFORME DI STRUTTURA (1969-70) VERSIONE WORD
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Continua a leggereLavorare logora. Il lavoro non è un diritto ma uno stress, spesso mal retribuito e deprimente. Certo, dipende dall’attività svolta ma, come scriveva anche Carlo Marx, essere lavoratori produttivi è sempre una iattura. Anche Schopenhauer la pensava così e con […]
Continua a leggereL’Italia del pallone è finita completamente nel pallone, come ogni altra cosa in questo Stivale, il quale ormai dà calci a sé stesso provocandosi ogni tipo di autogoal politico, economico e sociale. Spente le luci sul football si riaccendono i riflettori sulla squadra di pallonisti, tecnicamente scarsa e del tutto inadatta al compito, che sta portando il Paese nella serie B del mondo sviluppato. I fuoriclasse della cattedra si stanno dimostrando dei veri brocchi anche in quei ruoli in cui avrebbero dovuto eccellere. Come nel Calcio, non basta mettere insieme tanti presunti campioni (per ora solo d’immodestia e di furbizia) per vincere, soprattutto se si tratta di giocatori sopravvalutati con l’unico merito di avere alle spalle un potente procuratore come il Presidente della Repubblica. Il catenaccio dei palloni gonfiati sui conti pubblici spompati e la melina sui provvedimenti per la crescita non hanno arginato il contropiede dello spread e dei mercati che proseguono palleggiandoci sulla faccia e mettendoci in ginocchio. Le finte e le controfinte del Governo Monti nei diversi vertici europei servono più che altro ad ubriacare gli spettatori italiani, i quali stanno pagando salatissimo il biglietto di questa partita truccata che i tecnici hanno venduto agli allibratori internazionali e agli alligatori finanziari il giorno stesso del loro insediamento. Si fanno beffe del pubblico e dei cittadini chiedendo anche una integrazione sul prezzo per assistere a questo spettacolo penoso. Ci tassano anche la vista pur essendo inguardabili nelle loro performances governative. Proprio subito dopo la vittoria con la Germania, con i connazionali distratti dalle imprese degli azzurri e dall’altro Mario, quello sbruffoncello ma non di governo, venivano annunciati ulteriori rincari sulle bollette del gas e della luce. Un’ altra punizione finita sotto il “sette” nasale degli italiani. Vi ricordate quando Monti, il trainer di questo gabinetto di ronzini, promise, grazie alle liberalizzazioni, un aumento del 10-11% del PIL? Affermazioni che contenevano lo stesso livello di velleità di quelle di un altro “Allenatore nel pallone”, tale Oronzo Canà alias Lino Banfi, tecnico della Longobarda, che garantiva di conquistare lo scudetto con la tattica del 5-5-5, la famigerata “B zona” (http://www.youtube.com/watch?v=2UtEN3XLW30). I giornali invece di ridicolizzare Oronzo-Mario per questa variante della B zona applicata all’economia nazionale s’inginocchiarono a Mister Monti-Canà il quale, da quel primo tempo, non ha più smesso di sproloquiare dando numeri a capocchia e regalando le partite alle banche. Da allora non si registra nemmeno una vittoria della Longobarda-Italia preparata da Monti e derisa dal resto del pianeta, eppure quotidiani e televisioni parlano di costui quasi fosse il barone Nils Liedholm dei bei tempi del Milan e della Roma. A poco vale anche indicare disperatamente la posizione dell’Italia nella classifica europea e mondiale, oramai disastrosa, il circo mediatico-giornalistico continua a ripetere che ci salveremo pur perdendo punti di Pil e accrescendo i punti di penalizzazione sui conti pubblici. Nel frattempo si annuncia pure, sul mercato irreparabile di ottobre, una nuova stangata fiscale (aumento di 2 punti dell’Iva) che sarà ancora più drastica qualora la spending review non porterà nelle casse pubbliche almeno 5 mld che potrebbero divenire anche 10 se Bondi riuscirà a far digerire ai partiti le cosiddette misure antisprechi nel settore della spesa pubblica. Un balletto di cifre che sembra l’azione di una inconcludente squadra carioca la quale gira e rigira su un fazzoletto di campo senza mai raggiungere la porta. Del resto, quando si considerò la possibilità di rivolgersi ad un aristotelico ed aristocratico governo dei migliori per affondare definitivamente la patria non ci si riferiva alle prescrizioni e alle idee del filoso greco, quanto alle prestazioni di tanti Aristoteles, stranieri alla dinamica del gioco politico ma ben inseriti nelle agenzie forestiere di sciacallaggio planetario, le cui gambe brasileire non potevano che essere troppo fragili per il pantano nostrano. Per questo il Presidente, al fine di completare l’opera di retrocessione, si decise a chiamare alla guida della selezione un commissario tecnico che la riportasse velocemente nella serie inferiore. Oronzo Canà era indisponile e ci si rivolse a O’ ronzino Monti che prese tutti noi per i coglioni (http://www.youtube.com/watch?v=NZC6Kerlo88).
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