AVANTI AMICI DEL BLOG di GLG

A parte ormai sempre più rari cretini o meno cretini ma sclerotici, tutti rigorosamente di sinistra (ivi compresi presunti comunisti e marxisti, alleati organici di Pd e dell’Idv), debbo complimentarmi con la stragrande maggioranza dei commentatori del blog. Mi dispiace che molti di essi non si firmino. Fra quelli che si manifestano, sia pure con pseudonimi, spero che alcuni vogliano in futuro disporsi ad una maggiore collaborazione, soprattutto quando infine lanceremo una nuova stagione di blog e sito con diverso nome.

Con mio dispiacere, in fondo, devo constatare che, salvo alcune eccezioni benemerite, i più ottusi commentatori, ma non solo nel nostro blog (direi in generale), sono proprio i “sinistri”, e i finti comunisti e marxisti in specie. Hanno infangato una grande stagione, una grande forza politica (e teorica) con la loro terribile ottusità. Il “politicamente corretto” – che trova in fondo le radici nel ’68 e, in Italia soprattutto, nel ’77 – è stato l’ariete che ha abbattuto ogni intelligenza delle cose e ha fatto da battistrada a quella malattia mortale che si è rivelata essere l’antiberlusconismo. Lo dissi già almeno 4-5 anni fa – dall’inizio del blog sicuramente – ma adesso siamo arrivati ad un punto di non ritorno; ogni guarigione non è più possibile. Malgrado fossi pessimista, non mi aspettavo uno sprofondamento intellettivo e politico di queste dimensioni, che ormai si sta pure trasformando in tradimento di interessi generali della nostra collettività, soprattutto della sua parte più produttiva.

In fondo mi rammarico di ciò, ma non ci si può fare nulla. Paradigmatico al riguardo è il film di Tornatore “Baaria”. Una serie di cartoline illustrate, di pubblicità del “Mulino bianco”, una vergognosa imbecillità nel trattare temi senz’altro importanti della nostra storia; appunto un atteggiamento da “politicamente corretto” che ormai reclama vendetta. Il film è piaciuto a quel ceto semicolto di cui parlo spesso; solo che non è semicolto, ha dimostrato d’essere ignorante in modo inverosimile per chiunque si senta ancora un essere pensante. Privo di gusto e di memoria, ha scordato la grande filmografia del cinema italiano di tanti, troppi, anni fa. Qualche autentico “assassino dell’intelligenza” ha avuto il coraggio di scomodare la “Terra trema” o “Il Gattopardo”. Qualcuno dirà che “Barbarossa” è pure peggiore; non l’ho visto, me lo risparmierò (la mia attitudine al masochismo è limitata), credo sulla parola a chi me l’ha descritto in termini dispregiativi. Di quel regista ho visto “Vajont” e “Piazza delle cinque lune”, film imbattibili per bruttezza e insipienza, quindi non metto in dubbio le parole di chi parla male del nuovo film.

Tuttavia, ho vissuto a lungo la stagione piciista (sono stato attaccato al partito dal 1953 al 1963, e poi non ho mai perso i contatti almeno fino a metà anni ’70); ho passato il ’68 (a Pisa), il ’77 (a Padova) e via via tutta l’epoca della formazione di Rifondazione, dei vari centri studi o gruppi intellettuali “contro”, la stagione dei “circoli” o quella delle riunioni fra le riviste marxiste (organizzate dall’ottimo Prestipino) e via via ogni cosa. Sono dunque offeso dall’idiozia del film di Tornatore. Il comizio di Placido (una recitazione da cane, mentre non è un cattivo attore, nelle parti di un dirigente comunista), la scena priva di pathos e sbiadita al limite dell’offesa relativa al “funerale” per Portella della Ginestra, la stereotipata sfilata degli studenti nel ’68 che cantano – ma va! – ce n’est qu’un début, fanno venire la pelle d’oca per l’imbarazzo. Tralascio gli altri innumerevoli particolari agghiaccianti, perché non intendo adesso parlare di cinema. Dico solo che questa è la radiografia cerebrale del ceto medio intellettualoide stupido, arrogante, presuntuoso, che segue oggi la sinistra; quel ceto medio ammalato appunto di antiberlusconite. Il quale Berlusconi, sia chiaro, non è più intelligente (basta vedere il giudizio dato proprio su “Baaria”); solo che mi fa meno senso: a) perché non ho mai appartenuto a “quella parte”; b) perché è un effetto dello sprofondamento culturale provocato dal “politicamente corretto” della sinistra, la quale – invertendo il reale e sostenendo che i media sono controllati dal Cavaliere, quando lo sono invece da lei, che deborda da stampa e TV inondando di imbecillità lettori e spettatori – lo fa diventare causa.

No, cari, la causa è della sinistra (in)culturale; ed essa ha un debito ormai talmente alto che può essere pagato solo con un prezzo salatissimo, terribile, finalmente tragico in senso shakespeariano. Altrimenti non ne usciamo. Quindi avanti amici del blog; uno sforzo sempre maggiore di intelligenza per contrastare, intanto pacificamente, il “politicamente corretto”.