Avete rotto i coglioni con la libertà

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Già agli inizi del secolo scorso Lenin aveva liquidato il discorso sulla libertà con due semplici domandine retoriche. Libertà per chi? Per fare cosa? Quello della libertà, soprattutto individuale, è il principale feticcio liberale. I liberali hanno costruito sulla (loro) versione della libertà una rappresentazione sociale che coincide con la possibilità o meno di poter esprimere le proprie opinioni, oppure, a livello economico, di poter operare senza “eccessive” costrizioni esterne (il che trasforma la libertà in un paradosso). Si tratta, tuttavia, in un caso come nell’altro, di specchietti per le allodole. La loro libertà è solo una categoria senza contenuto concettuale per di più soggetta a tante e tali limitazioni da essere nei fatti o una libertà condizionata o un condizionamento alieno a qualsiasi libertà. A che serve poter esprimere le proprie opinioni se i meccanismi di incanalamento delle idee sono così rodati da impedire l’emergenza di un pensiero realmente anticonformista e anticostituito ? Peggio, a che serve la libertà di pensare se quando si esce dai canoni accettati si viene sottoposti all’onta delle accuse di negazionismo, esclusi dal dibattito pubblico o ammessi solo per essere derisi, e, persino, in alcuni casi, reclusi fisicamente per le proprie posizioni?
Questa libertà è una truffa ed è anche pericolosa quando avvia campagne di persecuzione che alimentano un clima sociale estremistico. Certo, i cosiddetti regimi illiberali non vanno tanto per il sottile quando devono sbarazzarsi di spie, oppositori o nemici pubblici. Ma anche le democrazie, quando individuano un concreto nemico pubblico che è divenuto seriamente pericoloso, perché infiamma le masse o scoperchia segreti indicibili, ricorrono a tutti i loro strumenti per metterlo a tacere e screditarlo. Stragi di stato e omicidi eccellenti ne sono la riprova. Dobbiamo tuttavia ammettere che prima di arrivare a tanto le cosiddette democrazie sono solite percorrere strade meno cruente ma non meno decise per sbarazzarsi dei non allineati.
Oggi però l’Occidente è in guerra con tutto il resto mondo che insidia il suo storico primato. È meno sicuro della sua forza ed allora inizia a stringere le maglie che vanno sempre più accostandosi a repressione e conculcazione intense. Il guanto di velluto lascia viepiu’ il passo al pugno di ferro, soprattutto a livello di relazioni internazionali, ma lo smottamento verso sistemi più aggressivi di controllo sociale interno è parimenti evidente. La realtà sta facendo strame del mito occidentale dei superiori valori etici e morali ormai degenerati in fenomeni socialmente autodistruttivi come cancel culture, politicamente corretto, distruzione di ogni specificità storica dei popoli.
Persino il lusso di una libertà meramente formale svanisce sotto i colpi della caccia alle streghe contro chiunque rifiuti di adattarsi alle nuove credenze assolutistiche.
Resiste ancora quella frase banale di chi definisce la libertà come confine: “la mia libertà finisce dove inizia la tua e viceversa”. Questa libertà atomistica è un pretesto per creare recinti arbitrari in cui quello che viene a mancare è proprio la libertà. Con questa scusa si è imposto alla gente di accettare trattamenti sanitari dei quali non era convinta (per quanto giusti fossero) o di sottostare a confinamenti in casa, in alcuni casi senza una effettiva ragione scientifica.
La libertà sta finalmente morendo eppure ci si può sentire ugualmente bene.