B. e R. di GLG
Non è affatto vero che Maroni sia sparito. L’ho visto nelle ultime sere per ben due volte in lunghe interviste; una dall’Annunziata e l’altra non ricordo dove, ma comunque non un “tocca e fuggi”. Ha mostrato molto affetto per Berlusconi, è stato amichevole ma più formale verso Salvini. La sensazione netta, almeno per quanto mi riguarda, è che si senta il vero intermediario tra il “nano” e il leader leghista. Su “La Verità” (che non è on line) ho letto in velocità un articolo (non ho comprato il giornale), in cui si supponeva (a mio avviso intelligentemente) che non sono cessati i contatti tra il berlusca e Renzi. Nelle ultime battute prima del 4 marzo, alcuni giornalisti, meno fintoni di altri, hanno più volte avanzato l’ipotesi dell’“inciucio” tra i due, che era infatti in piena preparazione e aveva provocato il generale favore con cui il continuamente perseguito legalmente leader di F.I. è stato “coccolato” e trattato bene dai suoi pluriennali nemici della “sinistra” e dei vertici della UE (e anche di quelli confindustriali). I risultati elettorali hanno reso difficilissima questa prospettiva. Tuttavia, non si creda che i contatti tra dem. e parte della direzione “azzurra” siano cessati. Il gioco è molto complicato e difficile da condursi. Si nota Salvini trattare con i pentastellati, i quali si dichiarano tuttavia apertamente ostili al “nano” perché sanno bene dove porterebbe un accordo con costui. Nel contempo, però, mostrano piena disponibilità verso Usa e Nato, ammorbidiscono i toni verso la UE. Malgrado i “dialoghi” tra Salvini e Di Maio, il primo ha subito ricucito la possibile rottura con Berlusconi mentre il secondo, appunto, continua a dichiararsi indisponibile a qualsiasi accordo con quest’ultimo. Toti, che ha parlato ultimamente non so quanto di necessario “svecchiamento” di F.I., non porta a fondo la sua azione. Giorgetti (eletto presidente al Senato) è lo stretto collaboratore di Salvini; è abbastanza noto che è ben accreditato presso l’Ambasciata statunitense.
In questo bailamme, il cui risultato è certo assai problematico, qual è a mio avviso il fine che si vuol conseguire? Mettere in difficoltà e confusione i pentastellati. Malgrado si dica, a mio avviso con molta superficialità e approssimazione, che “5 stelle” e Lega hanno programmi simili, la realtà è piuttosto differente. E il fatto che Di Battista si sia defilato (non dalla campagna elettorale e da dichiarazioni impegnate), quasi tenendosi “in riserva”, appare indicare l’effettivo carattere di tale movimento. Di fatto, il Pd – che appariva come l’erede del Pci approdato infine al filo-atlantismo, trascinandosi dietro buona parte della sua “base popolare” pressoché incapace ormai di comprendere alcunché – con la “rottamazione” di Renzi è approdato ad un legame stretto con ambienti finanziari fra i più inaffidabili, con la cooperazione detta “rossa” pur essa ormai corrotta e con ambienti culturali “radical-chic” (molti provenienti dal sessantottismo peggiore e più opportunista e ambizioso). Le masse popolari e i ceti medi più “bassi” si sono spostati verso quella mescolanza mal digerita che è il “grillismo”. La Lega cerca certo di fare concorrenza in quest’ambito, ma deve stare molto attenta perché in fondo vorrebbe rappresentare soprattutto i ceti piccolo-imprenditoriali e anche gruppi di professionisti e “partite Iva”, che si trovano soprattutto in aree nordiche.
La sorda competitività esistente tra “5 stelle” e Lega nell’ambito di detti ceti popolari e medio-bassi apre qualche speranza per gli “inciucisti” renzusconiani. L’obiettivo principale, per i leghisti, sembra essere il movimento che ha preso circa un terzo dei voti espressi; qui è il bacino che si vorrebbe cercare di svuotare. Di Maio & C. devono quindi stare molto attenti a non tirare troppo in lungo e a non cedere al centro-dx complessivo; poiché quest’ultimo – senza il coraggio di liquidare, e assai brutalmente, il “vile nano” – rischia forse ancor più di loro, ma può comunque trascinarli in un logorante tira e molla che non credo sia sopportabile per buona parte degli italiani. D’altra parte Salvini, malgrado le sue chiacchiere (e con la spina nel fianco di Maroni, mentre Toti nicchia e sembra poco deciso all’interno di F.I.), ha la metà dei voti dei competitori; egli vorrebbe tentare la sottrazione di votanti all’“alleato”, ma è abbastanza isolato poiché la Meloni sembra opporsi a qualsiasi trattativa con Di Maio. Insomma, inutile adesso tirarla troppo in lungo. Per il momento, si deve assistere a questo continuo collocarsi e ricollocarsi. Vedremo forse fra un po’ come andrà delineandosi la situazione. Tuttavia, si stia attenti a non dare per morto troppo presto il Pd e Renzi. Certo sono messi molto male, ma confidano nell’insulsaggine e inettitudine degli altri, dei “vincitori” delle elezioni. E il berlusca è sempre lì, pronto a servire gli ambienti UE con cui si è impegnato al contenimento dei “populisti”; se non ci riesce, gli faranno fare una brutta fine. Ma è quella fine che invece dovrebbero fargli fare i suoi “alleati”; troppo scialbi e maneggioni, non mi sembra abbiano la stoffa di autentici leader politici. Molto lieto se mi sbaglierò e ci sarà la lieta sorpresa del calcio in culo al vile traditore e al suo corrispondente piddino.