BANDO ALLE ESITAZIONI, di GLG
sono invece obbligato a riportare invece l’intero articolo sulle operazioni segrete di Russia e Usa in Siria poiché Il Giornale non consente di copiare il link; se lo si fa viene fuori poi una pagina bianca.
[Nel “derby siriano” tra Washington e Mosca appare sempre più evidente il ricorso alle società militari private. Un sottobosco di realtà organizzate in base alla normativa di riferimento, spesso collegate a grandi imprese multinazionali, che consentono alle due superpotenze di calcare il tallone sul terreno senza dover render conto all’opinione pubblica nazionale delle operazione più delicate. Non a caso, le truppe impiegate per questo genere di operazioni, in gergo, vengono definite “ghost soldier”. Si tratta di unità composte da personale altamente specializzato che, però, non esistono almeno finché qualcuno non muore, ed allora una croce di legno o lo sfogo dei familiari restituiscono dimensione pubblica alle loro storie.
Questo è quello che è accaduto al 38enne Maxim Kolganov, ghost soldier russo, ucciso vicino ad Aleppo lo scorso 3 febbraio. Ad “accorgersi” di lui è Reuters che a Togliatti, città russa dedicata all’ex segretario del Partito Comunista Italiano, ha individuato la croce di legno sotto cui riposa. L’attività delle società militari private in Siria, inizialmente smentita dal ministero della Difesa russo in seguito al polverone mediatico sollevato da un’inchiesta condotta da The Wall Street Journal nel 2015, oggi sembra esser definitivamente confermata grazie alle numerose testimonianze raccolte dai media. La stampa ha sdoganato l’esistenza del “gruppo Wagner” che prende il nome dal famoso compositore tedesco a cui si appassionò un ex ufficiale dell’intelligence sovietica che, in seguito alla caduta del muro, ha messo il suo esercito privato al sevizio della Federazione Russa in diversi scenari di conflitto tra cui, come sostiene The Wall Street Journal, anche l’Ucraina orientale. Nello stesso anno, anche il leader russo Vladimir Putin, come si legge su The Guardian, in riferimento alla “crisi ucraina” ha parlato di “personale che si sta occupando di faccende di carattere militare” ventilando, seppur indirettamente, le ipotesi di coinvolgimento delle milizie private anche in Siria dove, i combattenti non convenzionali del Cremlino, grazie ad un equipaggiamento che, a differenza degli appaltatori occidentali, non prevede sole armi leggere ma anche carri armati T-90 ed obici, hanno affiancato l’esercito siriano rendendosi determinanti nelle operazioni di liberazione di Palmira e nella rottura dell’accerchiamento jihadista di Aleppo che, ufficialmente, ha visto la partecipazione della sola aviazione russa.
Ma il ricorso alle truppe non convenzionali nelle aree di crisi, oltre a garantire l’incisività degli interventi militari delle superpotenze senza alterare il consenso mediatico, muove anche ingenti capitali. Per avere un’idea di quali sono le cifre che ruotano attorno al mondo dell’esternalizzazione in ambito militare basta scorrere il sito del Dipartimento di Stato americano. Qui, a fine luglio scorso, compare per la prima volta dall’inizio della missione americana in Medio Oriente la traccia inequivocabile del coinvolgimento di aziende private nelle operazioni di terra a supporto delle circa 300 forze speciali già schierate sul terreno siriano. A vincere il bando senza gara, aggiudicarsi un appalto da 10 milioni di dollari per la fornitura di quelli che vengono genericamente definiti “servizi di analisi”, è la Six3 intelligence solutions acquistata alla cifra record di 820 milioni di dollari da una società più grande, vecchia conoscenza del Pentagono: la multinazionale Caci, la stessa coinvolta nello scandalo legato a trattamenti disumani e alle torture inflitte ai detenuti del carcere iracheno di Abu Graib dove, la società con sede ad Arlington, in Virginia, era operativa.]
Non credo che ci sia bisogno di troppi commenti. Soprattutto per quel che riguarda le operazioni compiute in Siria dai due contendenti. E’ sufficiente porre in luce che si fa di tutto per non arrivare a scontri diretti proprio perché il fine fondamentale è di bloccare l’influenza russa se va troppo oltre i suoi confini. Solo gli Usa possono permettersi di andare in ogni parte del mondo, anche lontanissima, a rompere le scatole a tutti. In ogni caso, per queste finalità non s’impiegano in certe aree – e anche da parte russa; ciò non avveniva di solito con l’Urss; si noti questa differenza non di poco conto – truppe “ufficiali”, si agisce invece come se si assoldassero mercenari (ma così non è). Del resto bloccare la Russia in queste aree (tipo la Siria, ma pure l’Ucraina) significa nello stesso tempo costringerla ad un notevole impiego di risorse; soprattutto in un momento in cui batte la crisi in quel paese.
Tuttavia, perché si stanno dispiegando tutte queste operazioni, che stanno producendo un caos indescrivibile (causa rilevante, fra l’altro, dell’esodo di centinaia di migliaia di africani e arabi, ecc.)? L’ho detto mille volte: il problema fondamentale – in un momento in cui, malgrado tutta la loro potenza, gli Usa non sono in grado di arrivare ad un reale coordinamento mondiale, per cui cresce il multipolarismo – è impedire che avanzino fenomeni di irrequietezza nell’area per loro decisiva: l’Europa. Aver assorbito nella propria sfera d’influenza pure i paesi della parte orientale di quest’ultima, dove sono diffusi sentimenti antirussi, non ha affatto portato ad una effettiva stabilità. Malgrado la codardia del governo tedesco, la Germania ha oggettivo bisogno di espandere una sua sfera d’influenza verso i paesi situati nel suo lato orientale. E pure in altri paesi europei si notano segni d’insofferenza rispetto ad un predominio statunitense che oggi, nell’attuale situazione di tendenziale stagnazione, non coordina più, non pone in atto un certo sostegno ai paesi sottoposti, ma intende invece eliminare tutta una serie di potenziali elementi di competizione. Tali elementi, alla lunga, dovranno capire che, per rendere attuale la loro potenzialità, non potranno non tendere una mano alla Russia. E allora ecco la mossa americana che svela, gettando infine la maschera, il reale “oggetto”, l’Europa appunto, cui tende tutta la strategia “caotica” messa in opera negli ultimi anni. Si invia apertamente un contingente armato a rafforzare la già consistente, direi anzi soffocante, rete militare che avvolge i nostri paesi e spiega come mai essi siano governati da schiere di miserabili servi di un paese “lontano”.
Adesso veramente basta con tutte le contorsioni di certe forze che indubbiamente nutrono sentimenti di autonomia, ma troppo deboli e soprattutto confusi. Dobbiamo liberarci di questi terrificanti Stati Uniti, dobbiamo sollevare ondate di disprezzo per tutti coloro che ancora ci rompono le palle con la “liberazione” da essi donataci; e con la “bontà” – dopo aver massacrato milioni di civili per dominare il mondo – dei loro piani di aiuto, tipo il famoso “piano Marshall” del dopoguerra. Dobbiamo distinguere il meschino governo tedesco dalla popolazione, cui si è instillato un insano senso di colpa. E dobbiamo aiutare i tedeschi a liberarsi da esso e ritrovare lo spirito che fu loro. Tutti sono terrorizzati perché questo spirito produsse il nazismo. Lo produsse dopo il vessatorio trattato di Versailles del 1919 e quasi quindici anni di smidollata Repubblica di Weimar. Adesso sono settant’anni che tutta Europa, assieme ai tedeschi, sta accettando una subordinazione “weimariana” semplicemente disgustosa. Bisogna mettervi termine. La Germania potrebbe aiutare in questo, certo liberata dei governi servili avuti in tutto questo periodo (e con anche tanti decenni di divisione in ovest ed est). Bisogna entrare in un nuovo spirito di ribellione, ma sapendo che non ci si ribella a mani nude contro la dominazione statunitense, nutrita adesso mediante l’invio di altri “occupanti”, di altri mezzi militari atti a tenerci sotto i loro piedi come tappetini su cui pulirseli. E per rafforzarci e cominciare a pensare pure noi ad armare le nostre mani, è indispensabile il coraggio di aprire senza più esitazioni alla Russia, che deve darci anch’essa qualche prova di energica ripulsa della prepotenza e arroganza americane.