BASTA CON I MITI E IL "POLITICAMENTE CORRETTO" di Giellegi

Alla fine degli anni ’70 ci fu il mito delle radio libere (alimentato anche da un filosofo del calibro di Deleuze, assieme ad un mediocre come Guattari) in quanto strumento di potere dal basso, diffusione capillare di questo potere divenuto “democratico”, e altre stronzate del genere. Nulla di meglio è il mito odierno di Internet, che non aumenta di un grammo alcun potere popolare, salvo consentire lo sfogo di “cattivi umori” e dare qualche spazio a “malati di mente”. Nel migliore dei casi, si possono fare anche analisi serie, ma si constata subito che sono le meno lette dal “popolo di internet”, a dimostrazione che la “mentalità di massa” non ha nulla di democratico e di potere diffuso, sia perché quest’ultimo non dipende dalla bontà delle analisi sia perché queste non sono fruibili da chi non ha un minimo di cultura adeguata a capirle. E chi crede all’elezione “dal basso” di Obama è fra quelli che non hanno cervello sufficiente a nemmeno seguire un rigo di tali analisi.

Il fatto che Obama sia stato eletto con grosse elargizioni di finanziamenti da parte di grandi istituzioni, dotate di cospicui mezzi, non è da me preso come prova che egli è servo di tali istituzioni. Si dimostra solo che senza montagne di soldi (e i due terzi delle somme spese per la campagna presidenziale sono a carico di Obama) non si può partecipare a queste elezioni chiamate “democratiche”, in cui gli umori della “gente” mutano per percentuali significative di settimana in settimana salvo forse che negli ultimi giorni. Nessuno, ad esempio, mi sembra aver negato il notevole influsso (di pura immagine) avuto dal megaspot finale dello stesso Obama. Venire a dire che non ha alcun significato il fatto che questi abbia ricevuto il doppio di finanziamenti del rivale è qualcosa di peggio che ingenuità. Inoltre, se grosse concentrazioni economiche – o anche istituti culturali di peso e ben dotati di risorse – concentrano i loro mezzi su un candidato, ciò significa che sono convinti che questi servirà meglio non esattamente e strettamente i loro soli interessi, ma certamente nemmeno quelli della “collettività nazionale”. Tra questi due estremi c’è di mezzo “il mare”; è però certo che questo “mare” non solleverà troppe “ondate” a detrimento dei maggiori gruppi dei dominanti finanziatori.

Nel blog abbiamo presentato più di una volta (anche l’altro ieri) documenti strategici dei militari statunitensi. Si tratta di scelte, la cui griglia generale d’impianto deve durare per molti anni (qualche decennio), fatti salvi i necessari adeguamenti e revisioni al mutare dell’assetto geopolitico e dei rapporti di forza in una situazione in cui ormai tutti – è una voce generale – ammettono che si va verso il multipolarismo. Le scelte strategico-militari valgono quindi per Obama e per almeno altre 4-5 elezioni presidenziali. Solo squallidi e stupidi individui quali i politici, giornalisti, “nani e ballerine”, italiani possono pensare che un uomo, e non i fatti, cambi simili strategie. Sono soprattutto i nostri sinistri a far finta di credere, e a diffondere presso i deficienti che li seguono, alla nuova versione dell’american dream. Si pensi che l’ex segretario di Rifondazione, Giordano, ha dichiarato (l’ho trovato citato tra virgolette) che si è emozionato alla elezione di Obama come fosse quella del suo Presidente. Si può provare immane disgusto e disprezzo di fronte a individui del genere? Ma sono forse migliori Diliberto, i verdi, Franceschini, e ovviamente Veltroni? E guardate che non posso citarli tutti, ma tutti provocano solo grande schifo come si mettesse un piede sopra le limacce.

Verrà un giorno “qualcuno” in grado di operare chirurgicamente simili ambienti? E non con il bisturi, con sega e accetta invece? E non soltanto metaforicamente? Se non si libera il campo di simile sterpaglia ed erbacce, non si potrà mai coltivare nulla di buono. Bisogna prima che questa gentaglia venga tolta di mezzo drasticamente. C’è semplicemente da sperare nei “ricorsi storici”.

 

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Passiamo ad altro argomento, che è poi pur sempre lo stesso. Berlusconi ha detto la sua solita cretinata. Tuttavia, ha avuto anche ragione a dare degli imbecilli ai sinistri che ne hanno creato un can can, in una situazione grave come quella cui stiamo andando incontro. E’ avvilente assistere alle “liti tra polli” di questi politici italiani. Altra stronzata, il mettere fuori i manifesti sulla scema battuta di Gasparri (ma che cosa ci si aspetta da lui?), cui la destra ha risposto con eguale senso dell’imbecillità. Un’altra diatriba da “cortile” nel mentre evolve in peggio la crisi.

Per inciso, a proposito di quest’ultima e di idiozia giornalistica, ho letto sull’Ansa che oggi (venerdì) le borse sono andate bene perché, malgrado tutti i vaticini in contrario, si sarebbe diffusa – per quell’emerito cretino che ha vergato la notizia – la speranza di una ripresa nel 2009. E ieri, quando le borse sono affondate, che cosa ha provocato disperazione? E la prossima settimana, in cui continueremo ad andare su e giù, che cosa provocherà, alternativamente, pianti ed esultanze? Ormai, viviamo in un mondo di tale stupidità che è veramente molto difficile sopportarlo. Non è però di questo che volevo parlare.

Perché si sta montando – e dietro ci sono comunque i poteri forti (cioè ormai deboli) della GFeID – la canea pur di creare caos e tentare di rovesciare il Governo? Qual è il reale motivo? Le rimbambite battute del Premier? Non si faccia ridere. Vi ricordate qualche settimana fa, quando costui prese posizione in favore della Russia sulla questione dell’aggressione della Georgia all’Ossezia? Tutti a dire – salvo il sottoscritto! – che si sarebbe smentito il giorno dopo. Nulla di tutto questo; una simile supposizione denota l’assoluta carenza di analisi. Ieri, incontrando il Presidente russo, Berlusconi ha affermato che purtroppo il popolo italiano, prendendo posizioni più sfavorevoli che favorevoli alla Russia, era stato fuorviato da una “cattiva informazione della nostra stampa”. Avete sentito Veltroni, D’Alema, Di Pietro e tutta la reazionaria “sinistra" del Pd o dell’Idv, ecc. dire qualcosa del genere? O avete sentito dirlo da Diliberto, Vendola, Ferrero, ecc.? No, l’ha detto Berlusconi. E’ tanto strano? Solo per chi non ragiona.

Berlusconi è un convinto filo-americano, ma non perché smani per il nuovo “sogno” come la nostra sinistra al gran completo. Lo è da uomo pratico, perché sa bene che si tratta del più potente paese, e lo sarà ancora per anni, per cui è meglio stare con i forti. Però sa anche che la Russia è ormai uscita dall’impasse, che si svilupperà – passata la crisi che toccherà tutti i paesi, e con gravità anche superiore – in modo accelerato, che farà da battistrada verso il nuovo multipolarismo, che svilupperà una importante politica in direzione dell’Europa (cui è molto più vicina degli Stati Uniti, malgrado la diffusione delle basi militari americane, in specie nell’est Europa), che è fornitrice di importanti quote di energia da noi utilizzata nonché mercato interessante per molti prodotti delle nostre imprese dei settori di punta. Ieri sono stati firmati ben 13 accordi, di cui 7-8 tra Eni, Finmeccanica, Enel, Fiat e grandi aziende russe per cifre imponenti; l’Italia diventerà il primo partner commerciale di quel paese.

Eppure, dalla stampa della GFeID fino al TG3 e alle dissennate dichiarazioni – veramente da imbecilli – dei “sinistri”, tutto è stato coperto dalla battuta su Obama. Per una persona che abbia cervello, è più importante quest’ultima oppure gli accordi commerciali firmati? Soprattutto in una congiuntura in cui è ormai prevista per l’intera Europa (con l’Italia “maglia nera”) una recessione di forti proporzioni. Aggiungo, per evitare altre stupidità di sinistra, che la nostra “maglia nera” non è dovuta all’attuale Governo, ma ad un almeno decennale (forse ancor più) boccheggiare con ritmi di sviluppo si e no la metà rispetto a quelli degli altri paesi della UE. E ricordo che ad aver accettato un cambio forsennato Euro-Lira, che ci ha messo completamente a terra con l’inflazione superiore a quella degli altri paesi europei, è stato un certo Ciampi, che da senatore a vita ha sempre votato per il centro-sinistra.

Concludo, in modo “politicamente scorretto”: nell’ambito di una decisa opposizione rispetto all’intero quadro politico italiano, caratterizzato da una povertà e miseria (intellettuale e politica) sconcertante, è sicuramente meno peggiore l’“ambiente berlusconiano” del centro-sinistra. Perché parlo di “ambiente berlusconiano”? Perché sono convinto che il Premier ha contro di sé, sia pure in modo sordo e non completamente manifesto (ma i malumori si notano), parte della stessa F.I. e soprattutto quote rilevanti della destra riconducibile alla vecchia An (ivi compresa quella detta ridicolmente “sociale”), molto sensibili ai settori arretrati della società e dell’economia, settori guidati appunto dalla GFeID.

D’altra parte, Berlusconi (parlo di un uomo, riferendomi ad un gruppo dirigente) non è affatto il più adatto a sconfiggere verticalmente tale accolita finanziario-industriale (con annessi e connessi nei media e in ambienti internazionali legati agli Usa), perché troppo incline al compromesso e non capace – o forse non in grado – di reggere uno scontro che diventerà acuto con la crisi in atto. Troppe le concessioni all’apparato finanziario (anche da parte di Tremonti, che avrebbe dovuto scontrarsi più duramente con Draghi), pur tenendo conto delle preoccupazioni create dal possibile suo sprofondamento in una fase di assai probabile acutizzazione della crisi. Ancora troppo poco si è fatto per lavoro autonomo e piccole (e medie) imprese, tessuto fondamentale per la tenuta – sociale e non solo economica – di fronte alla suddetta crisi. E’ del tutto corretto appoggiare le imprese di punta, molto più che non ad es. la Fiat (che pure a Mosca ha avuto il suo contentino); è tuttavia evidente che dalla crisi si uscirà nel modo meno peggiore possibile (cioè migliore rispetto ad altri) grazie senza dubbio ad un forte impulso dato ad Eni, Finmeccanica, Enel, senza però trascurare le fin qui solide e fitte maglie della rete costituita dal cosiddetto ceto medio (in realtà, appunto, lavoro autonomo e PMI), che potrebbe anche cominciare a “strapparsi”.

Occorre una capacità di scontro sociale ben superiore a quella degli “ambienti berlusconiani”. Guai però se torna il personale preferito dai parassiti della GFeID, in gran parte quelli della “sinistra” con ampie fette della “destra”. Affonderemmo non solo nella più piena subordinazione agli Usa, divenendo la loro principale “quinta colonna” in Europa; ma torneremmo indietro a livelli di vita superati da anni, almeno per quanto riguarda il 70% della popolazione. Tutto per la “gloria” dei suddetti parassiti e del “nuovo sogno americano” all’Obama. Da queste considerazioni si dovrebbe ripartire per una seria opposizione sia a destra sia, ancor più, a sinistra.