BASTA CON QUESTI VENDITORI DI BALLE, di GLG
E’ sufficiente leggere l’editoriale di Sallusti sul “Giornale” del 24/04 e l’intervista di Salvini a “Libero” l’altro ieri per provare un sano disgusto di questa opposizione, che non è nulla di meglio del governo e dei semicolti di “sinistra” che lo guidano. Ne risulta evidente la giustezza (con qualche limite) dell’intervista di Bianconi a “La zanzara”. Berlusconi è l’effettiva stampella di questo governo di totali inetti, ritenuti furbastri quando sono soltanto favoriti da oppositori in pappe. Da almeno 5 anni (e forse più), il “nano d’Arcore” finge d’essere sempre perseguitato “da sinistra”, quando la persecuzione è stata alla fin fine blanda, non gli ha impedito quel comportamento di svergognato sostegno governativo e semmai lo ha sempre tenuto sul “chi va là” affinché non scordasse i suoi doveri “servili”. Egli ha sempre finto d’essere stato boicottato (ad es. dalle mosse di Napolitano per sostituirlo con Monti) quando era perfettamente a conoscenza di queste manovre, ne era (in segreto) d’accordo e cercava semplicemente di creare il massimo scompiglio “a destra”, perché questo era precisamente il suo compito onde favorire il ricambio di quei piciisti ormai dimostratisi (dopo essere stati favoriti da “mani pulite”) del tutto incapaci di guidare il paese, così importante per le operazioni statunitensi in quest’area cruciale per le loro strategie. Un ricambio per il momento ottenuto con successo tramite Renzi (che ha rottamato il vecchio piciismo), ma appunto con il mascherato sostegno del “nano”.
D’altronde, l’opposizione detta di “destra” – a parte quella berlusconiana che segue il capo nel suo zigzagare ben orientato a renderla sterile – è semplicemente patetica e cialtrona insieme. L’intervista di Salvini sembra quella di un ignaro, ma nessuno può veramente crederci. Egli fa finta che Berlusconi abbia perso la bussola; se ne dichiara stufo, irritato, afferma che non lo seguirà più, ecc. Dichiarazioni però indebolite dal fatto che non può essere così stupido da non capire il comportamento da traditore del “nano”. Questi non ha affatto perso la bussola, ha semplicemente in mano quella fornitagli da Obama alcuni anni fa. L’atteggiamento sul candidato sindaco per Roma è di un’evidenza solare. Ha continuato ad appoggiarlo, poi ha fatto intendere che poteva trattare con gli “alleati” per eventualmente puntare sulla Meloni; ma ha anche fatto trapelare la notizia che avrebbe potuto scegliere Marchini. Ha continuato a correre su e giù tra queste varie ipotesi fino a dichiarare (ma è l’ultima dichiarazione?) che Bertolaso resta intoccabile. Intanto i giornali di “destra” (in specie il “suo”) hanno fatto intendere che in realtà è F.I, ad essere divisa e incerta tra varie opzioni; e questo ha provocato anche le oscillazioni nel loro capo. Tutte balle; l’andamento a onde serve a creare un’estrema debolezza dell’opposizione e a favorire Renzi. A Milano sembra che non ci siano queste “indecisioni”, ma sol perché gli “alleati” hanno di fatto piegato il capo di fronte alle scelte berlusconiane.
Adesso basta con tutti questi buffoni e fraudolenti. Si tratta di “oppositori” inetti e imbroglioni, di meschini politicanti tanto quanto i “governativi”. Niente appoggio ad alcuno di loro. Il paese andrebbe alla deriva comunque; e i tempi della stessa, che è soltanto la conseguenza dell’essere subalterni rispetto agli Stati Uniti, si allungano tanto più quanto maggiore è il numero dei votanti: sia che votino la maggioranza o questa meschina opposizione (e ho tralasciato di parlare dei “grillini”, di cui non potrei certo “dire bene”). Purtroppo la “malattia” italiana (come quella europea del resto) dura da settant’anni; quindi ancora in troppi andranno a votare. Se un giorno si astenessero almeno i due terzi della popolazione, e venisse in evidenza quanto siamo mal governati e svenduti agli Usa, forse qualche accelerazione ci sarebbe. Non però mettendo in campo altri partiti elettoralistici che servono solo alla carriera di qualche nuovo gruppetto di imbonitori, smaniosi di approfittare del malcontento in probabile crescita. Occorre creare ben altre “squadre d’intervento” con diversi intenti e non “armate” di semplice scheda elettorale. I tempi sembrano ancora lontani per simili soluzioni. Tuttavia, non usciremo da questo dissesto crescente, se non per brevi periodi e in modo del tutto stentato con poi ulteriori ricadute. Arriverà alla fin fine la “bufera” e le “libere elezioni” susciteranno ondate di ilarità (e di disgusto). Finiranno queste esibizioni da avanspettacolo, arriverà la “grande tragedia” e, finalmente, la debita ed esemplare recitazione.