BATMAN E ROBIN HOOD di G.P.

La madre di Batman ha preso due sberle da quel diavolo di avvocato sostenuto da una parte della finanza e dei poteri forti milanesi. Letizia Moratti, nonostante il nome che porta, non ispira troppa simpatia ed è stata punita dagli elettori per il gioco sporco, alla Crudelia De Mon, praticato contro Pisapia. Il Minotauro del foro meneghino, metà Robin Hood e metà dottor Pettola, colui che parla a favore dei poveri ma non disdegna di difendere i potenti delle telescriventi, si è preso la sua rivincita su Lady Tremaine che millantava moderazione ma sbraitava in Tv come un’indemoniata. Eppure Puffo Berlusconi ci aveva messo la faccia per sostenerla. Purtroppo, come ben si sa, non è quella la sua parte migliore. Se al villaggio di Arcorelandia  B. è meglio noto come “terzo braccio di ferro” ci sarà una ragione mentre nulla si sussurra sul suo volto che se pure inturgidito dagli stiraggi estetici appare abbastanza floscio e segnato dal tempo. Anche la stampa di famiglia, guidata da un direttore col ghigno da Jocker e la testa da Nosferatu, invece di correggere il tiro ha premuto sull'acceleratore della batmobile rendendo inevitabile lo schianto nell'urna e la successiva precipitazione all'inferno. Adesso nel PDL sono tutti blu di rabbia ma dovevano aspettarselo in virtù dei numerosi cambiamenti di programma sul loro palinsesto politico realizzati all'improvviso e senza mai avvisare i propri televotanti. Annunciavano a reti unificate grandi prime visioni ma si limitavano a riproporre vecchie pellicole di serie B che hanno stufato la gente. Politica estera, nucleare, riforma fiscale, occupazione ecc. ecc. sono soltanto alcuni dei film sui quali il centro-destra ha fatto cilecca nonostante la tanto declamata regia penetrativa del premier. L’amplesso si è trasformato in un complesso d’inferiorità verso la sinistra e l’ansia da risultato elettorale ha portato i candidati del PDL a vantare qualità che, alla prova dei fatti, hanno dimostrato di non possedere. Al dunque sono crollati ed hanno dovuto abbassare la cresta, l’antenna e l’attrezzo. Ora sanno che con le balle non si arriva nemmeno al ballottaggio (vedi Torino e Bologna) e si rischia pure di farle girare (sempre le balle) ai propri supporters i quali hanno comprensione per le défaillances ma solo fino ad un certo punto. La delusione prestazionale aleggia adesso su tutto lo schieramento che teme l’oscuramento delle trasmissioni e la chiusura di questa sit-com governativa che ha riservato molti colpi di scena ed altrettante cadute di stile. La trama di questa lunga serie berlusconiana è arrivata pertanto alla sua ultima puntata perchè il pubblico non segue più i suoi beniamini ed è stanco di assistere sempre al solito penoso spettacolo. Nemmeno i tormentoni come il Bunga Bunga risolleveranno l’attenzione generale. Meglio fare spazio ad altri target che si spera siano più coerenti e meno banali di quelli appena conclusi.