Brexit? Di GLG

gianfranco

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si va verso la conclusione – forse ancora con qualche sofferenza – della “commedia” (si fa per dire) in corso da mesi e mesi, in fondo fin dalla non proprio prevista vittoria della brexit nel referendum del 2016; in effetti quest’ultimo (solo consultivo) era stato indetto per rimanere nella UE e il risultato fu malvisto dalla maggioranza dei gruppi dirigenti di entrambi i partiti inglesi maggiori. La stessa May – che pure poi si è fatta “paladina” dell’uscita, ma “morbida”, dall’Unione Europea – non era certo favorevole a tale soluzione. E’ evidente che tutta la “sceneggiata” dei continui urti tra governo inglese e vertici europei, mai trovatisi d’accordo, inseguiva il fine di rimettere tutto in discussione. Nel contempo si è continuato a propagandare i terribili esiti economici e il possibile abbassamento del tenore di vita della popolazione inglese a causa della soluzione “democraticamente” scelta. E come si può andare contro una scelta “democratica”! Bisognava appunto stancare e spaventare il “popolo” con queste continue scaramucce prive di esito.
Adesso la premier inglese presenta per la terza volta una soluzione di accordo con la UE già bocciata due volte dal Parlamento inglese. Se viene bocciata ancora, la May promette di dimettersi; così che si possa parlare di grave crisi, di incertezza massima per il futuro della governabilità in Inghilterra dovendo scegliere un’uscita dalla UE senza alcun accordo (“no deal”, perché bisogna dire tutto in inglese, sennò si è rozzi e non si afferra la “gravità” della decisione). Ed è evidente che allora, dopo aver promosso anche le manifestazioni (presentate come “oceaniche”) per il “remain” (sempre in inglese, fa fino), si dirà: bisogna che si torni ad altro referendum, forse adesso il “popolo” ha capito che si deve restare in Europa, forse la campagna di terrorismo anti-exit ha raggiunto il suo scopo. Ed ecco che allora i più acerrimi e decisi sostenitori della brexit (Boris Johnson e i “suoi”, che sono contrari a quella soluzione “morbida”) decidono di farla possibilmente passare per bloccare il gioco alla “catastrofe” degli “altri”.
Questo è lo sporco gioco di tutte le “democrazie”. O si approva ciò che vuole la “maggioranza” dei vertici politici (non certo la maggioranza dei cittadini) o altrimenti si mette in moto il “tormentone”. La “democrazia” è solo la volontà dei (pre)potenti, ottenuta con maggior lentezza e con processi che effettivamente determinano spesso un peggioramento delle condizioni di vita di buone quote della popolazione, punita per non aver capito subito quello che quei (pre)potenti avevano deciso. Purtroppo questa “democrazia” è quella propugnata da quel paese che – attraverso continui massacri (a partire dalla sua nascita e fondazione) e organizzazione di colpi di Stato, sommovimenti, guerre civili, ecc. laddove ci si opponeva al suo predominio – è riuscito ad imporla a tutti noi europei. E di questa “democrazia” siamo ormai “intossicati” da tre quarti di secolo nei paesi “occidentali” e da un quarto di secolo e più in quelli “orientali”, che per la verità avevano subito per il precedente mezzo secolo un orientamento falsamente indicato come “socialista”.
Insomma, un bel disastro ha colpito questa antica civiltà europea, a occidente come ad oriente. Difficile al momento dire come ne usciremo. Tuttavia ribadisco che – anche se posso sbagliare certamente, me ne rendo conto – le soluzioni sono soltanto due: a) lenta e inesorabile decadenza e disfacimento culturale e delle più varie forme di convivenza sociale; b) violenta reazione contro questa “democrazia” dei (pre)potenti, ma talmente violenta che si dovrà possibilmente passare per un periodo di gravi (e sanguinosi) disordini e poi di un “ordine” assai probabilmente molto più duro e sgradevole di quelli già subiti nel XX secolo. Chi vivrà vedrà.