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Apprendo che a New York è stata rimossa dal Comune la statua del grande Presidente americano Thomas Jefferson, il quale fu innanzitutto un intellettuale a tutto tondo, in quanto uomo di lettere e di scienze. Insomma, Presidenti come Jefferson nascono poche volte, perché figli di epoche mirabili che producono individui all’altezza delle situazioni. Ovviamente, il motivo addotto per infangare un padre della patria è quello dello schiavismo. Jefferson, era appunto un essere del suo tempo e del suo tempo incarnava pregi e difetti. A poco vale ricordare che contribuì a stilare la dichiarazione d’indipendenza americana ma anche la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Oggi Jefferson viene abbattuto, come tanti altri prima di lui, dai soliti nani di questa fase storica sventurata che genera persone miserabili.
Non faccio questioni ideologiche sulla grandezza, quest’ultima è tale al di là delle proprie convinzioni quando corrisponde a forti imprese, ineguagliabili o almeno inimitabili. In questo senso, oltre alle statue dismesse e a quelle decadute per consunzione ancestrale ci sono anche quelle mai erette di personaggi su cui la storia è passata sopra e per questo non sono passati alla storia. Idealmente però i monumenti non eretti vivono ugualmente nella memoria di chi sa di dover imparare anche da chi è stato battuto dopo aver vinto molto battaglie. La cancellazione culturale, in quanto unico e pernicioso revisionismo storico da disprezzare, è il pensiero fisso di chi non ha pensieri. Questa gente da poco è sicuramente un gradino al di sotto delle sue stesse evacuazioni. Non bisogna disperare però, torneranno i buoni momenti come sempre la vita ci regala.

Nel frattempo condivido le parole di Nietzsche, perché c’è sempre una qualche Chiesa che in nome di certi pseudovalori deprime il valore, e chissà che un giorno non rinascano dei tipi simili che rischiarino ancora il cammino a questa disgraziata umanità:
“La confusione arriva al punto che si stigmatizzano con i nomi più offensiví proprio i grandi virtuosi della vita (il cui dominio di sé forma il più acuto contrasto con la vizíosita e la sfrenatezza). Ancora oggi si crede di dover biasimare un Cesare Borgia: semplicemente ridicolo. La Chiesa ha messo al bando degli imperatori tedeschi a causa dei loro vizi: come se un monaco o un prete avesse diritto di parlare di ciò che un Federico II può esigere da se stesso. Don Giovanni è mandato all’inferno: grossa ingenuita. Si è mai osservato che in cielo non ci sono uomini interessanti?… Questo, solo per dare un cenno alle donnette, circa il luogo in cui troveranno meglio la loro salvezza… Se si pensa con un po’ di coerenza e si ha una più profonda visione di ciò che è un “uomo grande”, risulta ovvio che la Chiesa mandi all’inferno tutti i“grandi uomini”: combatte ogni “grandezza dell’uomo”.