CANZONE NON ALLINEATA

Se un giorno in casa vostra mettesse becco un tale dicendo lei fa male a vivere a quel modo, che cosa gli direste? Che cosa pensereste? Così fanno le nazioni che hanno gatte da pelare e si vogliono immischiare negli affari dei vicini (Rodolfo De Angelis, in un brano degli anni ‘30, Così fanno le nazioni, ricantato qui in una versione più moderna https://www.youtube.com/watch?v=cX6KY4K1NcQ) .

E’ appunto la solita canzone. Gli Usa potrebbero intervenire in Venezuela, dicono giornali e media, compresa la Rai di Foa. Ma è ipocrisia in neolingua. Se accadesse sarebbe un’ aggressione di un Paese sovrano, non un atto di salvazione verso un popolo che soffre. Anche i messicani soffrono e sognano l’America ma a questi Trump oppone un muro di filo spinato e di fucili spianati. Se i Venezuelani hanno problemi interni possono risolverli benissimo da soli. Possono ammazzarsi tra loro e poi riconciliarsi, non hanno bisogno di pacieri in tuta mimetica provenienti da oltreconfine. Se manca il pane e ci sono le file davanti ai supermercati per scarsità di generi alimentari non saranno la libertà e la democrazia a riempire gli stomaci che brontolano. Semmai colmeranno le tasche di chi esporta con la forza tale merce avariata. In realtà, questa crisi nasce, come tante altre, da ingerenze e interferenze, negli affari interni del Paese sudamericano, da parte degli Usa e del loro codazzo di servi mondiali. Guaido’ che invoca i carri armati di un esercito straniero per sostituire Maduro è un traditore della nazione, non un eroe. Come tale andrebbe (mal)trattato. Il malcontento popolare generalmente si ferma a disordini controllabili, senza diventare per forza guerra civile. Quest’ultima, al contrario, è sempre l’obiettivo di servizi d’intelligence nemici che vogliono ribaltare la situazione a proprio favore. In condizioni normali, un po’ di bastonature della polizia riportano la calma. In frangenti eccezionali ci può scappare il morto per convincere tutti a rientrare nelle loro case. Se così non fosse si avrebbe una rivoluzione al giorno. Invece, c’è qualcuno che fornisce armi e supporto logistico ai capi della rivolta antichavista i quali ingannano anche quella parte di popolazione che sinceramente vorrebbe cambiare per migliorare la propria condizione di vita.
Purtroppo, dopo l’Ue, anche l’esecutivo italiano giallo-verde si è allineato agli Usa schierandosi dalla parte dei golpisti. I 5Stelle hanno dovuto cedere alle pressioni statunitensi mentre la Lega si era già sbracata porgendo il suo deretano a Trump da tempo. Il governo del cambiamento, dunque, è pienamente filo-americano come tutti gli altri che lo hanno preceduto. Moavero, Ministro degli Esteri, uomo di Mattarella, ha dichiarato che “Il governo italiano ritiene che le elezioni presidenziali dello scorso maggio in Venezuela non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro”. Meglio non chiedere prove di una tale assurda affermazione altrimenti questi lestofanti sono capaci di mostrarci, anziché la fialetta di Colin Powell, un’urna piena di brogli di cui sono venuti in possesso grazie a qualche coraggioso dissidente scampato alle purghe maduriane.
Piuttosto, registriamo una interessante dichiarazione di Di Battista, dei 5S, che aveva fatto ben sperare circa l’intenzione di una ridefinizione della politica estera dei neofiti pentastellati, a partire dai fatti venezuelani. Per ora le cose sono andate diversamente ma ci auguriamo che l’indirizzo politico prenda piede. il leader grillino ha detto che “l’Europa avrà un futuro solo se si sgancerà dagli americani” e guarderà alla Russia. Siamo perfettamente d’accordo. E’ l’unica strada da seguire liberare l’Italia e l’Europa dalla settantennale occupazione americana. La musica che vogliamo sentire è proprio un’altra, non allineata. Addio canzoni americane… https://www.youtube.com/watch?v=twmQK1YIxSU

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La Russia è l’avanguardia del multipolarismo, di GLG

La fine del Trattato INF: una vittoria della Russia, una Waterloo per l’America

non so se le cose stiano esattamente così, ma comunque non credo sia un’interpretazione troppo distorta. Da un pezzo penso che i liberisti, economicisti e mercatisti fino al buco del c…., mostrano senza più alcun velo la loro miseria intellettuale e l’incapacità di andare oltre un rozzo economicismo. Sostengono la debolezza della Russia perché non ha dati entusiasmanti relativi alla crescita del Pil e altre cose simili. Non capiscono nulla della vera posta in gioco per giungere, dall’attuale acutizzazione del multipolarismo, al reale policentrismo (conflittuale acuto) che vedrà un effettivo ri-equilibrio nei rapporti di forza tra un certo numero di potenze (come già accaduto a cavallo tra XIX e XX secolo). E il vero antagonista degli Usa apparirà allora la Russia, come sostengo da anni e anni. Certo anche la Cina giocherà la sua “bella” parte, ma la Russia metterà in forte pericolo l’influenza (a mio avviso nefasta) degli USA in Europa e nelle zone a sud e sud-est della stessa. Vedremo dei “bei giochi” allora. In una situazione del genere, una parte dei gruppi dominanti statunitensi (ancora in minoranza almeno stando alla continua campagna antitrumpiana in atto negli USA) ha deciso di tenere bene fermo il principio del pieno predomino nel “cortile di casa”. Come già per Cuba – soprattutto dopo il dissolvimento del “polo socialista” – le attuali difficoltà del Venezuela dipendono per la maggior parte dall’atteggiamento anti-USA tenuto da Chavez e poi da chi ne ha preso il posto. E l’establishment trumpiano vuole eliminare ogni “impurità” ostile dal Sud America. Chi si schiera con questi Stati Uniti (quelli da me detti n. 2) non è per nulla migliore di coloro che appoggiarono Obama nel liquidare Gheddafi e nell’appoggiare la disastrosa “primavera araba” del 2011, i cui ultranegativi effetti sono adesso in piena evidenza nella nostra area e in quelle vicine. I sedicenti “populisti” non meritano alcun particolare appoggio; anche se senza dubbio ci si augura che gli avversari non li eliminino così come si spera che gli antitrumpiani non prevalgano nettamente negli Stati Uniti. L’attrito “interno” tra quelli che sono comunque da considerarsi degli avversari è più che augurabile; almeno fino a quando le forze realmente contrarie ad ogni dipendenza da quel prepotente paese non saranno riuscite a liberarci di tutti questi gruppi dediti a servirlo così piattamente e senza dignità.

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