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L’Italia è una Repubblica fondata sul Capitale
Basta imbroglioni, finti oppositori dei dominanti
Ecco il passo della “Prefazione” al I libro de “Il Capitale” (1867, unico libro veramente redatto per intero da Marx e pubblicato lui vivo), che non riuscivo a trovare nel video. Metto in maiuscolo i corsivi del testo, che in FB non mi vengono mai fuori:
<<<Il fisico osserva i processi naturali nel luogo dove essi si presentano nella forma più pregnante e meno offuscata da influssi perturbatori, oppure, quando è possibile, fa esperimenti in condizioni tali da garantire lo svolgersi del processo allo stato puro. In quest’opera debbo indagare il MODO CAPITALISTICO DI PRODUZIONE E I RAPPORTI DI PRODUZIONE E DI SCAMBIO che gli corrispondono. Fino a questo momento, loro SEDE CLASSICA [corsivo mio; ndr] è l’INGHILTERRA. Per questa ragione è l’Inghilterra principalmente che SERVE A ILLUSTRARE LO SVOLGIMENTO DELLA MIA TEORIA [quest’ultimo corsivo è mio; ndr]>>>.
Avete capito? Marx, nel 1867 analizza il primo vero paese capitalistico con prima “rivoluzione industriale” (e macchinofattura) compiuta (tra il 1870 e il 1830/40), dove si è sviluppato l’autentico modo di produzione che lui prende per “laboratorio” nel formulare la sua teoria e che da allora ha conosciuto dei notevolissimi cambiamenti. Importantissimo è questo passo di Marx nell’“Introduzione” (del 1857) a “Per la critica dell’economia politica”, pubblicata nel ’59 ma togliendo l’Introduzione (perché troppo epistemologica), a mio avviso sbagliando:
<<<“L’anatomia dell’uomo è una chiave per l’anatomia della scimmia. Ciò che nelle specie animali inferiori accenna a qualcosa di superiore può essere compreso solo se la forma superiore è già conosciuta. L’ECONOMIA BORGHESE FORNISCE QUINDI LA CHIAVE DI QUELLA ANTICA, ecc. [corsivo mio; ndr]. In nessun caso però procedendo al modo degli economisti, che cancellano tutte le differenze storiche e in tutte le forme della società vedono la società borghese”>>>.
Avete ben capito anche questo? Se l’economia borghese (anatomia dell’uomo) – che Marx analizza nel suo “laboratorio”: l’Inghilterra appena completata la prima rivoluzione industriale – è quella che consente di capire più compiutamente l’economia dello schiavismo e del feudalesimo (anatomia della scimmia), cosa si deve dire del capitalismo degli ultimi decenni rispetto a quello di metà ‘800? Vale anche qui l’appena citata, brillantissima, notazione marxiana. Non è che lui abbia commesso veri “errori”. Semplicemente analizzava una formazione sociale che, rispetto a quella di un secolo e mezzo dopo, è appunto una scimmia rispetto all’uomo. E allora – se finalmente ci sforziamo di comprendere la strutturazione (dei rapporti!) dell’attuale formazione sociale, che è l’“uomo” – possiamo meglio afferrare quella “scimmiesca” relativa al capitalismo “borghese” dell’Inghilterra (predominante) nel bel mezzo del secolo XIX. Quindi, indichiamo quali sono oggi i limiti della teoria marxiana senza nulla concedere a quella liberal-liberista, per la quale la società del capitale è “libera e democratica” e deve durare nei secoli dei secoli. Perfetti servitori dei dominanti i liberisti; ignobili imitatori di questi ultimi i finti critici “anticapitalistici”, che distorcono Marx e la sua analisi (storica) dei rapporti sociali in evoluzione trasformativa con modalità differenti nella creazione e appropriazione del “plusprodotto”.>>>
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LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA
Le rivolte di questi ultimi giorni negli Usa ci ricordano cos’è questo Paese. L’America è un posto pericoloso. E’ pericolosa la polizia che adotta sistemi violenti, sono pericolose le minoranze che la abitano perché mai veramente integrate, sono pericolose le sue élite che coperte dalla legalità operano costantemente con una mentalità gangsteristica. Sceriffi, banditi, pistoleri, fuorilegge, indiani che, in fogge moderne, combattendosi formano una comunità. Il pericolo, in America, è un mestiere. In America non sai dove finisce il bene e dove inizia il male e viceversa. Quando i nostri mafiosi scopersero l’America si ritrovarono a casa ma in una casa ancor più grande di quella dalla quale erano partiti cosicché una piccola organizzazione malavitosa di provincia, in quel contesto, poté divenire una società del crimine internazionale. L’America fa tutto più grande e fa le cose in grande. L’America non è soltanto un paese grande ma è piuttosto un grande paese. Questo è il suo segreto. La tiene viva e forte una sedizione fratricida permanente, che cova sempre sotto la cenere, pronta ad esplodere al primo pretesto, tra gruppi di potere contrapposti, popolazioni etnicamente diverse in tensione, odi sociali collettivi e particolari, divisioni di razza, cultura, denaro, tanto denaro, tutti elementi unificati sotto la stessa bandiera. Per scaricare la sua energia interiore essa deve dare battaglia al mondo intero. Deve conquistare sempre nuove frontiere. L’America è criminalità legalizzata, è cattiveria della bontà, ingiustizia della giustizia, ferocia del bene, malvagità della pietà, inciviltà della civiltà, asocialità della socialità. Non destino manifesto come credono ma manifestazione di una destinazione inevitabile, perché ogni impero si è spento e si spegnerà.
In America, più forte del diritto è il diritto del più forte, ovvero forte è il diritto del più forte.
L’America non è un solo popolo, è un popolo solo dove ciascun individuo si sente solo e deve cavarsela da solo. Questa estrema solitudine la chiamano Libertà ma quando la Libertà chiama non c’è un americano che non risponda. Per la libertà dell’America gli americani sono disposti a dare la vita e si accontentano in cambio di un sogno americano di libertà che se lo possono sognare.
L’America è una grande potenza che maneggia una potenza toppo grande. Quando sarà scalzata dal suo primato esploderà di contraddizioni. La seconda guerra civile americana, se accadrà, sarà l’ultima che combatterà fino all’autodistruzione. L’America è troppo anche per se stessa.