1. Innanzitutto, bisogna porsi il problema dello statuto della teoria. Si vuol con essa rappresentare in qualche modo la realtà? Magari non nel suo completo sviluppo, ma tentando di “riprodurre” la tensione che la muove, che è causa intrinseca di […]
1. Quando si pensa alla possibilità di un mutamento di un dato “ordine sociale”, è necessario afferrare le coordinate essenzialidell’azione tesa a tal fine. A mio avviso, come già detto in altra occasione, esse sono passione e ragione. La prima […]
I giornalisti sono fatti di merda, non i palazzi. Parlo dei deficienti che scrivono sulle principali testate nazionali e che danno tutti le stesse notizie, quasi con le medesime parole. E lo fanno pure pretendendo di rifilarci lezioni sulla libertà, […]
Inevitabilità della guerra. Alla base della vita in generale, dunque anche della vita sociale, c’è lo scontro, la tensione, il conflitto. Quando c’è equilibrio, questo mito da piccoli intellettuali che confondono la propria tranquillità con le leggi dell’universo, c’è la […]
Ho sempre rispettato e anche stimato i credenti (veri!) in un “altro mondo”. Personalmente, però, non sono credente e resto convinto del conflitto (più o meno acuto a seconda delle circostanze storiche e sociali) in “questo mondo”; conflitto senza il quale non ci sarebbe vita. Tuttavia, ritengo necessario lo scegliere una parte nei diversi, successivi, conflitti, ma senza credersi nell’assoluto Bene e Giusto. Deve esserci solo la ragionata presunzione che quella parte favorirà l’utile trasformazione del sistema dei rapporti sociali in direzione di una evoluzione positiva dell’insieme umano abitante in quel dato territorio e unito da particolari tradizioni e abitudini di vita sociale. Capisco che a volte il Giusto, il presunto Superiore, ecc. servono alla mobilitazione delle cosiddette masse. Ma si tratta solo di principi ideologici con funzione di fatto pragmatica (anche se inconsapevole per la masse). Guai però se i nuclei dirigenti s’ingannano essi stessi sul senso della loro scelta per una parte in conflitto. Possono esserci guai seri e poi anche insuccessi clamorosi dell’evoluzione dei vari insiemi umani in società. Scegliamo, combattiamo per ciò che ci sembra positiva trasformazione dei rapporti sociali, ma evitiamo di ritenerci portatori di chissà quali “Principi Superiori”, magari divini, caratteristici di “altri mondi” dalla nostra stessa immaginazione creati. Oggi, inoltre, non possiamo non sentirci soli in un Universo smisurato. Dovrebbero esserci – in altri infinitesimali granellini di quest’ultimo – esseri in qualche modo a noi simili. Purtroppo, tuttavia, sembra assai probabile che la nostra Umanità cesserà d’esistere ancor prima di aver incontrato gli “alieni”. Non è per nulla, almeno secondo me, un pensiero gradevole. Non è possibile che non ci sia nulla di simile a noi in quest’immensità perfino difficile da pensare; almeno 100 miliardi di galassie, ognuna con centinaia di miliardi di Stelle (i Soli) e figuriamoci quanti pianeti. E noi qui a cercare di conoscere sempre meglio “il Cielo”, nulla più che questo. Desidero incontrare l’“alieno” (se poi fosse una “aliena”; ahah).>>