Centri sociali e strategia del disordine di A. Terrenzio 

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riceviamo e pubblichiamo
Il pensatore marxista Gianfranco La Grassa aveva preconizzato con ampio anticipo che immigrati e centri sociali avrebbero avrebbero agito in comune come agenti di destabilizzazione.
Torino, Brescia, Milano, Roma e Bologna sono state recentemente teatro di manifestazioni violente contro le forze dell’ordine, con assalto ai commissariati da parte della teppaglia dei collettivi studenteschi ed estremisti di sinistra. A Firenze, una caserma dei carabinieri ha subito un attacco incendiario. Il pretesto è stata la morte del giovane egiziano Ramy Elgalm, deceduto a seguito di un incidente avvenuto dopo un inseguimento a bordo di un T-max rubato. In seguito alla morte del giovane egiziano, sono andati in scena attacchi alle forze dell’ordine, aggrediti da studenti e attivisti di sinistra, con lancio di bottiglie, pietre e bombe carta. I violenti scontri hanno causando un bilancio di decine di agenti feriti.
Al centro dell’escalation delle aggressioni dei collettivi ci sono le forze dell’ordine con l’obiettivo di destabilizzare il Governo Meloni.
Stessa storia vista con i movimenti No-Pal, dove il genocidio dei Palestinesi rappresenta un pretesto come un altro, così come il riscaldamento climatico, per contrastare il ritorno al Governo  dei “fascisti”. Una generazione di no-brainer pronti ad a scattare solo quando ci sono governi di destra. Una mandria di eco-imbecilli e antifa, cresciuti come polli da batteria nelle scuole ed università gestite da docenti cresciuti nelle fila della sinistra extraparlamentare, come Ilaria Salis.
La strategia del disordine ha avuto una regia concordata con i media della sinistra di potere che hanno diffuso la “fake news” dello speronamento della moto rubata. I due giovani egiziani non si sono fermati ad un posto di blocco e per venti minuti hanno viaggiato a tutta velocità, rischiando di coinvolgere altri veicoli e passanti, si è poi concluso con la tragica morte di Ramy. Le immagini hanno poi mostrato che nessun contatto tra la vettura della polizia e la moto sia mai avvenuto.
Sconcertanti le parole dell’ex Capo della polizia Gabrielli che si è subito adeguato a ruolo di consigliere per la sicurezza del sindaco Sala di Milano:”È ovvio che quella non è la modalità corretta con cui si conduce un inseguimento, perché c’è pur sempre una targa, un veicolo.”
Questo in una città come Milano, ormai diventata invivibile a causa del senso di impunità dei “maranza”, nuovi padroni delle città italiane.
Ritorniamo alla previsione di La Grassa, l’azione dei collettivi di sinistra e l’insicurezza causata dall’immigrazione clandestina e dalla mancata integrazione di islamici di III generazione. Entrambi i fenomeni fanno parte di una strategia sostenuta e fomentata dai media e più o meno tacitamente dalla forze politiche e sindacali progressiste, perché si arrivi al morto o alla reazione sempre più repressiva delle forze di polizia, di modo da gridare al ritorno alla “dittatura”. Il medesimo refrain ripetuto con sempre più furore e malafede ideologica. Ciò fa il paio con le esternazioni del leader dei sindacati, Maurizio Landini che ha invocato apertamente alla “rivolta sociale”. Solo con la Meloni al governo si è accorto che i salari non reggono alla ritmo dell’inflazione e della precarietà dei diritti sociali. Lo stesso che durante il periodo Covid andava a braccetto con Draghi, mentre i portuali di Trieste venivano falciati con gli idranti. Adesso invoca gli scioperi dei trasporti per paralizzare il Paese sempre con l’intento di indebolire il Governo.
Alla retorica dell’Anti-Stato degli antifà e alle politiche pretestuose dei sindacati, va ad aggiungersi l’operato eversivo della magistratura, pronta a sabotare ogni provvedimento in materia di sicurezza messo in campo dal governo.
La sinistra italiana si trova in una crisi politica e di leadership senza uscita e si copre dietro le violenze dei centri sociali e dei maranza per destabilizzare il Paese. Un comportamento che manifestata solo a che punto di degrado ed irresponsabilità siano arrivate le sinistre nel nostro Paese.
Con l’elezione di Donald Trump e la minaccia di quest’ultimo di fare piazza pulita del Deep State, i corrispondenti poteri degli apparati italiani in mano al PD e a forze filo-europeiste, temono di fare la stessa fine. I sommovimenti tellurici che arrivano da oltreoceano hanno riverberi anche nelle placche tettoniche della penisola. Un evento che potrebbe mostrare un cambiamento di clima, è stata la liberazione dell’ingegnere iraniano Abedini nello scambio con Cecilia Sala. Il MdG Nordio ha scavalcato la magistratura autorizzazione la liberazione, segno che certi poteri eterodiretti stanno finendo di fare il bello e cattivo tempo, condizionando la politica.
Intanto la Meloni dovrebbe colpire senza esitazione la feccia dei centri sociali, utilizzata per destabilizzare il Paese dalla sinistra più infame di sempre. Multare Askatasuna per danni materiali cagionati allo Stato di diversi miliardi di Euro, deve servire solo da acconto. Per questi debosciati che mettono a rischio l’incolumità di chi deve difendere l’ordine pubblico per 1400€ al mese, bisogna ricorrere a leggi speciali. Anzi, è arrivato il momento di metterli fuori legge con l’accusa di essere movimenti eversivi e criminali, perché come tali operano e come tali vanno trattati. Fottersene delle strilla delle opposizioni che gridano al ritorno dei fascisti per un raduno ad Acca Larentia, quando fomentano il caos e il disordine pubblico e porli in grado di non nuocere.
Il capitolo immigrazione e integrazione invece, rappresentanta un problema di quasi impossibile risoluzione. Ne vediamo gli esiti in UK e in Francia dove accoltellamenti e stupri etnici sono stati nascosti dai laburisti per non favorire l’insorgere dell’estrema destra.
La gente è stanca di continue aggressioni, furti e ha paura per la propria sicurezza. Molti di questi stranieri vivono col senso di impunità e si atteggiano a padroni a casa nostra, sentendosi in diritto di aggredire e delinquere. E lo fanno perché le nostre società sono deboli e non sono più abituate a difendersi, rincoglionite da una propaganda politicamente corretta che invita all’auto sottomissione a popoli con culture e abitudini diverse. Una civiltà muore quando smette di reagire e di difendere i propri figli e le proprie figlie. Vedasi per questo cosa è successo ad oltre 1400 ragazze bianche stuprate in Gran Bretagna, col criminale silenzio del governo Laburista.
Ma per questo dobbiamo ovviamente, dobbiamo ringraziare la sinistra che parla di antirazzismo e di accoglienza. Basta osservare cosa sono diventate Torino, Milano, Roma per constatare dove ci ha portato il loro modello di integrazione. A Milano nella notte di Capodanno sono stati denunciati diversi casi di stupro come avvenne a Colonia qualche anno da parte di frotte di maranza islamici.
Il tutto mentre i progressisti parlano di femminicidi e di eteropatriarcato. Una sinistra vomitevole che in nome dell’antirazzismo e del conformismo culturale ha abbandonato il popolo Italiano. Intanto il futuro di Milano e delle nostre maggiori città è quello di diventare come Londonistan.