Chalie Hebdo, la sinistra cashmire o della liberta’ di espressione, di Antonio Terrenzio
Il comico Diedonne’ M’bala M’bala e’ stato arrestato, dopo aver pubblicato sulla sua pagina facebook, la frase “Je suis Charlie Coulibaly”, per manifestare il suo disagio esistenziale di fronte alle autorità francesi, che da tempo lo perseguitano legalmente e boicottano i suoi spettacoli: il comico franco-camerunense, famoso soprattutto per la “quenelle” e la sua satira antisionista, adesso rischia 7 anni di carcere. Tale arresto ci offre l’opportunità di analizzare una serie di contraddizioni e reazioni grottesche da parte del mondo politico e dell’informazione, che sono uscite allo scoperto in tutta la loro evidenza, dopo il massacro di Parigi. Prima di tutto, una premessa: pur nel rispetto delle vite umane rimaste uccise nell’agguato, non ci sentiamo e mai ci sentiremo dei Charlie Hebdo. Prendiamo le distanze da una rivista di sinistra radical-libertaria, legata al quotidiano Liberacion, che ha fatto piu’ volte satira volgare ed oscena, profanando simboli e personaggi religiosi, sporcandone l’immagine, dal Papa a Maometto, suscitando infine la follia criminale dei terroristi, che ne hanno massacrato a colpi di Kalashnikov, l’intera redazione. Fatta questa premessa, per cercare di comprendere quello, che sempre piu’ insistentemente, viene dipinto come uno “scontro di civilta’”, dobbiamo mettere a confronto due sistemi culturali, due ideologie che nella loro profonda diversità, sembrano riflettersi,in un gioco di specchi contrapposti: da un lato la satira irriverente e profana basata sul relativismo etico delle società occidentali, che ignora il rispetto delle immagini sacre, le culture e le religioni “altre”, dall’altro una cultura, intollerante ed integralista, che distorce il messaggio del Corano, ed é disposta a massacrare qualsiasi “traditore” In realtà ci troviamo al cospetto di due ideologie assolutistiche, che nel loro scontrarsi, manifestano una tragica complementarità, tra chi non crede piu’ in nulla e dubita di tutto e chi invece crede in tutto e non ha dubbi su niente. Tornando quindi da dove eravamo partiti, se c’e’ qualcosa che é emerso dagli attentati di Parigi, quello é il cortocircuito ideologico che ha contraddistinto, specie quella “gauche au caviar”, che shoccata da quell’eccidio, si é stracciata le vesti per rivendicare Voltaire, la libertà di espressione, di satira, e in definitiva l’identità fondante delle democrazie liberali. Tuttavia nella pantomima della sfilata parigina, coi vari leader democratici in testa: da Hollande a Sarkozy, (veri responsabili delle reazioni terroristiche) dalla Merkel a Rajoy fino a Renzi, passando per Abhu Mazem e Netanyahu, fino a Poroshenko, mancava curiosamente, proprio quel partito con la sua leader, che sin da principio, avvertiva dei guasti determinati, dal modello di integrazione fallito in Francia, alla necessità di un risveglio culturale europeo, al pericolo di un’immigrazione incontrollata ed alle sue pericolosissime ricadute in termini di terrorismo internazionale. Se quindi ci doveva essere un partito, ed una leader, con tutta la sua dirigenza, ad aver il diritto di sfilare per le vie della capitale, questa era proprio Marine Le Pen e il FN. Invece, tale movimento, e’ stato escluso, non solo dalla marcia, ma anche dal governo di Unità nazionale, quasi ad attribuire la responsabilità degli attentati al partito di destra nazionalista francese, che semmai i pericoli, li aveva denunciati, in tempi non sospetti. Vengono cosi’ confermati i nostri dubbi, palesati nel precedente articolo, dove avvertivamo sul vero “cui prodest”degli attentati e che il reale obiettivo era appunto l’esclusione del FN dall’arco costituzionale, ed evitare cosi’ un pericoloso avvicinamento della Francia al vero nemico dell’alleanza atlantica a conduzione Usa: la Russia di Putin. Sorvolando suoi retroscena e i numerosi dubbi e stranezze che riguardano le dinamiche dell’eccidio di Charlie Hebdo: dai fratelli Kouashi già noti ai servizi francesi, alla carta d’identità dimenticata nella vettura, all’assenza di sangue dopo l’esecuzione dell’agente di polizia da parte degli attentatori, cio’ che emerge é che chi pagherà davvero lo scotto di tale strategia del terrore o di nuovi anni di piombo in salsa francese, saranno tutte quelle voci libere e non conformi al politicamente corretto. L’arresto del comico francese, lascia basiti per le dinamiche orwelliane che puniscono gli psico-reati e lascia ancor piu’ esterrefatti se chi rivendica la libertà di opinione, (che diventa vera e propria
offesa, come nel caso delle vignette di CH), e pronto a saltare addosso a chi ha un opinione diversa riguardo materie come famiglie gay, immigrazione o tematiche come il revisionismo storico, per esempio. Chiediamo quindi ai sacerdoti alla Bernard Henry Levi o agli Eugenio Scalfari, ai Pierluigi Battista, alle Concita De Gregorio, alla Boldrini, per restare in casa nostra, la logica interna di tale differenza di trattamento. Lo chiediamo alla sinistra cashmirata francese, quella stessa di CH, che chiedeva le firme per mettere fuori legge il FN, che oggi rappresenta oltre il 25% dell’elettorato francese, che diffamava lo stesso Dieudonne’ e che da rivista di satira di sinistra, arrivava a sposare le tesi neo/con di conflitto di civiltà e assumere posizioni apertamente filosioniste. Ma tali personaggi, sono pronti a rivendicare Voltaire, solo quando di tratta di difendere, i loro interessi di bottega, in ossequio al pensiero unico e al democraticamente corretto, mentre contro i nemici, possono spolverare tutto l’armamentario liberticida, condannando cosi’ il dissenso, e di fatto diventando gli i cani da guardia del potere. Aspettiamoci dunque, come ricorda il direttore dell’ID, Sebastiano Caputo,anni difficili, anni in cui, seguiremo ad assistere ad attentati terroristici, che avranno come effetto, la privazione delle libertà personali e di espressione, per reprimere ancora di piu’ e le voci alternative al sistema di informazione di massa e dei giornali di regime. Quello che é stato battezzato come l’”11 Settembre francese” in realtà darà il “la” ad una serie di misure di sicurezza, che si tradurranno nella repressione di opinioni altre e visioni del mondo non conformi al potere costituito. Per una maggiore chiarezza del quadro, chiudiamo con una considerazione di geopolitica: il politolgo russo, Aleksej Martinov, e l’economista P. C. Roberts hanno dichiarato che dietro gli attentati di Parigi, ci sia l’Intelligence Usa, visto che gli attacchi terroristici, arrivano a tre giorni di distanza dalle dichiarazioni di Hollande a “Radio France Inter”, sulla necessità di una revoca delle sanzioni alla Russia, ai danni subiti dall’economia francese per causa di queste ultime e presentando all’opinione pubblica l’attentato come responsabilità dell’incapacita’ dei servizi francesi, sarà piu’ facile ricompattare l’alleanza atlantica. Infine i fratelli Kouashi, pare fossero combattenti in Siria, tra le file dei ribelli anti-Assad, armati proprio dalla Francia e addestrati dall’intelligence Usa. Come ricorda Luca Pinasco, sempre sull’ID, anche Israele trae vantaggio dai quatto ebrei morti del supermarket “hyper cacher”, avranno l’effetto di rinfocolare l’antislamismo generalizzato oltre a rallentare il processo di richiesta di riconoscimento dello Stato Palestinese da parte dei parlamentari europei, votate con maggioranza anche in Francia, riavvicinando lo Stato Ebraico ad una parte sostanziosa dell’opinione pubblica. Ecco quindi chi ci guadagna da tutta questo caos: Washington, che con quest’ennesimo “dubbio” attentato, rinsalda a se la Francia, la Germania e ovviamente l’Italia, che cosi’ vedono allontanata l’opportunità di aperture ad est, sia in senso commerciale che strategico.