CHE IMMANE DISASTRO (MENTALE), di GLG
Come immaginavo, la frase sullo “spezzare il braccio” era inserita in un discorso di irritazione e perfino d’un certo pericolo nell’ambito di scontri in cui gli “altri” usavano sassi, bottiglie e perfino qualche bombola. Manca sempre un’analisi minimamente lucida, fredda, oggettiva, dei fatti. Come del resto avvenne anche per il grave evento di Genova nel 2001. Non m’interessa né sono capace di portare solidarietà alla polizia e nemmeno di piangere per morti che non sono eroi o di indignarmi per frasi estratte da un contesto di caos, violenza, conflitto, non provocato da una parte sola. Noto solo che il “duro” ministro Minniti, tanto elogiato perfino dall’opposizione (da una sua parte almeno) ha mostrato la corda non appena si è trattato di essere veramente coerente con una linea di intransigenza. Ciò conferma che è stato messo a quel posto per placare un po’ l’indignazione crescente di buona parte della popolazione, che ancora non afferra però la vera posta in gioco in questi ultimi anni di autentica fogna che viene ancora chiamata politica.
Questo individuo è sempre stato uno dei più decisi filo-atlantici, cioè filo-americani; e servile sostenitore proprio delle Amministrazioni Clinton-Bush-Obama, caratteristiche di un paese potente militarmente ma in relativo declino di popolarità e influenza (di pura immagine da sempre). Ed è stata soprattutto quella di Obama, la peggiore e più truffaldina, subdola, ma sostanzialmente delinquenziale, a provocare quei fenomeni di selvaggia e incontrollata migrazione e di terrorismo “diffuso”; il Califfato era semplicemente una parentesi non destinata a durare nemmeno per i progetti della presidenza statunitense, la vera sostenitrice dell’Isis, pur se in forma mascherata come fanno sempre i gangster. Adesso, alcuni centri USA stanno cercando – almeno questa è la sensazione – di rimediare al caos eccessivo provocato dalla strategia obamiana. Trump non insegue nessun obiettivo veramente diverso da quelli che non può non porsi il paese predominante da oltre settant’anni (malgrado il periodo del bipolarismo USA-URSS). E’ però assurto alla direzione del paese inaspettatamente e forse quando non era ancora arrivato al capolinea l’establishment rappresentatosi in Obama e in Hillary. Il conflitto è perciò assai forte, obbliga l’attuale presidenza a continui dietro-front, a mutamenti di linea improvvisi e spiazzanti; resta comunque l’orientamento decisamente filo-Israele per un certo controllo dell’area mediorientale, l’opposizione netta all’Iran (e sembra pure all’Egitto, ma qui gli USA saranno forse un po’ camaleontici), l’atteggiamento anguillescamente benevolo verso la Russia di Putin (con la speranza che possano avanzare forze interne più legate a Medvedev o comunque a settori che si spingano in senso filo-occidentale).
La nostra povera Italia è sempre priva di una forza che spazzi via tutti. L’imbecillità e l’arroganza della “sinistra” sembra il risultato della marcescenza di vecchi ideali – mal digeriti anche all’epoca in cui furono esaltati – risalenti al ’68 e, fenomeno tipicamente nostrano, al ’77. Buona parte dei politicanti e intellettuali del piffero sono o gli stessi o gli ancor peggiori derivati di quelle ideologie, che condussero comunque alla miserabile fine degli “ultrarivoluzionari” in apologeti dei peggiori poteri dominanti che abbia mai avuto l’Italia o in finti antagonisti di questi ultimi. Come recita un canzone di Gaber, che cito all’ingrosso, erano marxisti-leninisti e sono divenuti catto-comunisti. Ma Gaber è morto tempo fa; ora i catto-comunisti sono divenuti semplici buonisti, ipocriti ricchissimi radical-chic che vogliono tutta la benemerenza versata a piene mani sui “diversi”, affinché questi ultimi li difendano dalla fine che si meritano e che faranno. Solo che devono farla presto, altrimenti finiremo tutti nella merda.
Questi farabutti verminosi sono ormai arrivati a livelli di idiozia talmente incredibile da provocare reazioni di stampo antico e che non credo siano positive. Fanno gli antifascisti; ma se tanto mi dà tanto, è facile predire che favoriranno la rinascita di sentimenti fascisti o simil-tali. Ricordo sempre Salvemini che nel 1923, pur essendo sicuramente non fascista, di fronte al disgusto provocato (giustamente) in lui dal maleodorante coacervo allora rappresentato da Giolitti-Turati, augurava lunga vita e successo pieno a Mussolini. Torneremo a quei sentimenti; e non saranno gli ambigui, gli ambivalenti, alla Minniti ad impedirlo. E’ indispensabile compiere uno sforzo, che capisco complicato e difficoltoso, per giungere ad afferrare la nuova fase storica che avanza, non voltando la testa indietro verso impianti ideologico-politici che hanno troppo il sapore dell’“ormai passato e defunto”.
E’ ormai impellente – questione di vita o di morte – eliminare tutti i “marxisti-leninisti” (falsi) divenuti catto-comunisti (falsi) divenuti infine buonisti (ipocriti). E addosso ai cretini patentati che fanno da contorno a questi mascalzoni da una vita (dagli anni ’70 almeno).
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