CHE MANICA DI IMBROGLIONI! a cura di G.P.

 

Il circolo esclusivo degli economisti non gode più di ottima fama. Negli ultimi mesi, a dir la verità, non ha azzeccato nemmeno una previsione, eppure di autocritiche non ne abbiamo quasi sentite.

Ora che la crisi non dà punti di riferimento le loro sciocchezze, proferite sempre con molta prosopopea, si moltiplicano con progressione geometrica. Il momento è davvero esilarante-delirante perché la sovrapposizione tra analisi scientifica e ideologia sta dando luogo ad una vera e propria eclisse dei cervelli. Molti di loro tentano faticosamente di trovare, tra le loro precedenti disamine, qualche piccolo riferimento che possa salvargli la faccia da una smerdatura su tutta la linea, qualche minimo appiglio per poter dire: "ah, grosso modo, la possibilità che scoppiasse una crisi l’avevo intravista anch’io!". Gli altri, invece, fanno semplicemente finta di non vedere e minimizzano. Un vero e proprio circo di incompetenti dove sono andate via tutte le attrazioni e sono rimasti solo i pagliacci.

Leggete pure il pezzo sottoriportato

 

FONTE DAGOSPIA

 

Mai azzeccate UNA – La crisi ha sollevato il velo sugli economisti: sono un bluff – Tito Boeri accusava i risparmiatori della CRISI: "Alla radice c’è la bassa alfabetizzazione delle famiglie", che non sanno calcolare i loro debiti…

Franco Bechis per Italia Oggi

 

 

ricordate i mutui subprime americani? «La crisi è seria, ma difficilmente si trasformerà in una crisi finanziaria (…) L’economia continua a crescere rapidamente. La crescita consente agli investitori di assorbire le perdite ed evita che il contagio si diffonda». Parola di Francesco Giavazzi, sul Corriere della Sera del 4 agosto 2007.

 

Alla stessa data Tito Boeri su Repubblica accusava i risparmiatori delle turbolenze sui mercati: «Alla radice c’è la bassa alfabetizzazione delle famiglie», che non sanno calcolare i loro debiti. Analisi strampalate. Previsioni mai azzeccate. La crisi ha sollevato il velo sugli economisti: sono un bluff. Lo denuncia impietosamente un clamoroso libro di Marco Cobianchi, giornalista di Panorama, che uscirà il 27 aprile.

 

 

Certo, a catastrofe non annunciata poi esplosa, molti di loro hanno alzato le barricate. Come Giangiacomo Mardozzi e Marco Onado che insieme hanno scritto "E’ fuorviante pensare che la funzione degli economisti fosse quella di prevedere la crisi esattamente nelle forme e nelle dimensioni che ha assunto". Quindi, d’ora in avanti è d’obbligo non farsi "fuorviare" da qualsiasi loro vaticinio.

 

Va bene, nessuno ha capito o anticipato quel che stiamo vivendo in questi mesi. Ma anche quando non si tratta di fare gli indovini, lo spettacolo è desolante: i più grandi e rispettati economisti italiani e internazionali fanno una fatica terribile a mettere d’accordo le loro idee con se stessi, ormai tragicamente travolti da una realtà che non comprendono.

 

La vera chicca del libro-denuncia è una lettera di un operaio, il signor Gaetano Romano che si era sciroppato su La Voce.info una serie di articoli delle più grandi firme sul fallimento delle banche e finanziarie Usa: "Gentile professore Giavazzi, sono solo un metallurgico con scarse cognizioni di economia. Sarei grato se venisse spiegato perché lasciare fallire la Lehman dimostra la vitalità del capitalismo mentre i salvataggi di Bear Stearns, Freddy & Fannie o Aig… pure. Non ho alcun intento polemico, ma solo tanta confusione".

 

 

E’ Cobianchi a sintetizzare in poche righe (con tutte le citazioni a supporto) cosa aveva provocato la confusione del povero metallurgico: "Prima Giavazzi ha affermato che non ci sarebbe stata la crisi, poi ha detto che ce ne era un po’, poi dirà che per superarla bisogna dare più soldi alle banche, ma esulta se una banca fallisce, poi ha detto che ci siamo, possiamo fare fallire anche la più grande assicurazione del mondo e infine, quando invece viene salvata, ha detto che tutto sommato hanno fatto bene a salvarla". Amen.