CHI SINDACA IL SINDACATO di G.P.

Il risultato scontato del referendum sul welfare non ha fatto altro che confermare quanto dicevamo ieri circa i brogli messi in atto, soprattutto nei seggi votanti a livello territoriale, in questa consultazione farsa voluta dalla Trilateral sindacal-confederale sostenuta dal governo e dalla Confindustria. Ma abbiamo avuto ragione anche su quella che sarebbe stata la composizione del voto con il prevalere del “no” nelle fabbriche e la netta affermazione del “si” tra pensionati e spezzoni del pubblico impiego.
Entrambe le valutazioni erano largamente prevedibili anche tenendo in debito conto i fischi ricevuti, negli ultimi mesi, dai “kapò” confederali, ogni qual volta si recavano nelle fabbriche a fare i loro bei discorsi sulle politiche del lavoro (che disfano) e sugli obiettivi del sindacato (che sarebbe più giusto definire meri interessi di bottega).  Il fatto che da molte parti si canti pure vittoria, e che loschi personaggi confindustriali sogghignino compiaciuti, dimostra quanto questa gente sia ignobile e sfrontata. Già stravincere imbrogliando non può essere considerata cosa nobile ma gioire anche per la malefatta è roba da cialtroni della peggior specie. Le testimonianze ci sono tutte, dalle dichiarazioni e dai documenti esibiti a Porta a Porta dall’on. Rizzo alle riprese di una troupe di Annozero, delle quali parlava “il Giornale” di ieri.
Ma si tratta solo di un sintomo di questa putrefazione, di una metastasi che si propaga da ben altro carcinoma, poichè la malattia ha colpito il cuore stesso del nostro sistema-paese e delle sue istituzioni. Abbiamo detto più volte sulla natura di questo male, sul connubio tra politicanti servi, Grande Finanza della speculazione e dell’azzardo con i soldi altrui e Industria dissestata e aggrappata allo Stato. La Sinistra è il centro gravitazionale che tiene insieme questo universo di canaglie ma la Destra non è da meno, con il suo squallido gioco di sponda e il suo anticomunismo da strapazzo, buono a nascondere le connivenze (o le divergenze dissimulate) con la parte peggiore dell’altro schieramento.
A tal proposito, l’orda di giornalisti prezzolati del circo mediatico destrorso non trova di meglio da fare che parlare a vanvera su Che Guevara descrivendolo come un assassino, gettando sacchi di merda sulla storia al fine di coprirne le scomode verità. Si possono obiettare molte cose al Che ma certo non si può sostenere l’accusa che sia stato un sanguinario. Questi imbecilli dovrebbero sciacquarsi la bocca, perennemente impastata dalla pelosità della loro morale (chi vi paga? Chi servite?), mentre avanzano i loro giudizi su personaggi eroici che vorrebbero neutralizzare con falsità sesquipedali prima ancora che con i gadget e le bandierine.
Ormai non possiamo più definire la situazione un pantano, qui siamo al vero e proprio letamaio che ricopre l’intero Paese emettendo un fetore da peste nera. E non viene uno scatto d’orgoglio nemmeno dai quei autodichiaratisi comunisti (ma solo parole) i quali hanno già annunciato che se l’accordo di luglio non verrà modificato in Cdm si limiteranno all’astensione, ben sapendo che la battaglia parlamentare verrà accomodata con qualche piccola concessione, o nella peggiore delle ipotesi, con il voto favorevole di qualche franco tiratore di destra. Così ancora una volta avranno le mani sporche di marmellata ma con un alibi da esibire alla propria coscienza. E’ tutto.