CI SONO GLI AMERICANI DIETRO FINI a cura di G.P.
“Probabilmente Fini è stato scelto come cavallo, non dico dagli Stati Uniti, ma da ambienti americani che hanno interesse a spezzare una politica estera che Berlusconi ha condotto con eccessiva leggerezza, come nel continuo civettare con Putin. Fini rappresenta per loro quel che nel passato rappresentarono Spadolini o Giorgio La Malfa”.
A parlare in questi termini perentori ed inequivocabili non è il solito complottista che vede trame oscure dietro ogni vicenda politica complessa e nemmeno un rappresentante del governo o del Pdl abbastanza coraggioso e scaltro da denunciare le pressioni e le manovre che lo storico alleato d’oltreatlantico starebbe intensificando in questa fase, al fine indebolire quei poteri nazionali in fregola di azioni autonome in materia estera. Il commento è di un uomo dell’opposizione, figlio meno illustre di un ex Presidente del Consiglio che ha pagato con l’esilio gli stratagemmi statunitensi post-guerra fredda, quelli attraverso i quali gli Stati Uniti hanno ripreso pieno controllo dell’Europa favorendo l’ascesa al potere di classi dirigenti autoctone del tutto supine ai loro diktat.
A raccogliere l’intervista a Bobo Craxi è stato Franco Bechis di Libero, il quale, negli ultimi tempi, riporta spesso questi temi sulla stampa nazionale dove determinate cose si possono dire a condizioni molto stringenti. Ma Bechis, e bisogna dargliene atto, al contrario di tutti gli altri giornalisti non si intimorisce e mette insieme i fili di una strategia autolesionistica ed antinazionale con la quale il Presidente della Camera vuol provare a fare il salto di qualità. Per il paese sarebbe devastante perché insieme all’avvoltoio Fini stanno volteggiando nei cieli i peggiori uccellacci della Grande Finanza e Industria Decotta. Sotto di essi vi è pronto un esercito di sciacalli e di iene mercenarie che azzanneranno la preda italiana non appena questa stramazzerà al suolo. Non è una bella situazione e richiederebbe, per essere districata, un’azione decisa da parte del governo e di quegli apparati dello Stato, come i corpi speciali, che hanno come compito precipuo quello di tutelare il Paese contro le mosse di altri Stati falsamente leali. Purtroppo questi corpi non aiutano Berlusconi, il quale si è finalmente lamentato del fatto che non può contare, come il suo amico Putin, dell’appoggio dei servizi segreti e delle relative informazioni riservate. Ma sta a lui stringere un patto di ferro con l’intelligence, non si può guidare il potere esecutivo senza avere questi appoggi. Il Premier deve ottenerli e pure subito altrimenti rischia di fare la fine del pollo spennato. E se proprio non trova disponibilità in casa si rivolga pure a qualche amico-alleato, ad est c’è qualcuno che lo ama…