Cina – India – Russia: “Il tono dimenticato” della politica mondiale
Andrei Volodin 15.03.2008 Strategic Culture Foundation http://en.fondsk.ru/article.php
Alla svolta del 21.mo secolo, l’idea del “triangolo strategico” Russia – India – Cina è stato molto dibattuto. Vediamo come le cose sono cambiate in questi pochi anni.
Nell’autunno del 2007, il Presidente Indiano Pranab Mukherjee si rifiutò di avere un’udienza con il Presidente della Russia Vladimir Putin, cosa mai accaduta prima. In Dicembre, alla celebrazione della giornata della Marina nazionale, il comandante della marina Indiana, Ammiraglio Sureesh Mehta, disse che l’India non avrebbe accettato l’aumento del prezzi (dal precedente accordo per 700 milioni a 1,3 miliardi di dollari) per l’acquisizione della portaerei Russa “Admiral Gorshkov”. In seguito, i media Indiani riportarono che Delhi non era “soddisfatta della qualità degli aeroplani Russi”. Tuttavia, il governo Indiano non lasciò che la sua insoddisfazione arrivasse allo scandalo ed enfatizzò che la “cooperazione con l’amica Russia, non può essere colpita dalle differenze su pochi affari militari”. Ancora, dire che la partnership strategica Russo-Indiana è stabile, non basta: le differenze nelle relazioni bilaterali sono più profonde del solo caso dell’ “Admiral Gorshkov”.
L’importante analista politico Indiano Inder Malhotra, crede che Mosca ha altre ragioni per mutare il suo atteggiamento verso Delhi. Recentemente, Mr. Putin ha fatto delle dichiarazioni negative nei riguardi della politica estera degli USA, che evidentemente ha una direzione anti-Russa, ed in una delle sue recente interviste con giornalisti USA, ha menzionato che l’India sembra “cadere tra le braccia USA”. É da osservare che Inder Malhotra e moli altri Indiani, condividano la visione di Mr. Putin. E non solo gli analisti, ama la gente comune in India ha notato che la Russia ha quasi testualmente ripetuto le critiche Cinesi all’idea di un “quartetto democratico” (o “NATO orientale”), una organizzazione che comprenderà India, Australia, Giappone ed USA e premetterà loro di attuare le loro politiche nella regione Asia-Pacifico.
Storicamente, India e Russia (l’Unione Sovietica di prima) ha dedicato molta attenzione alle reciproche questioni di sicurezza – prima sul conflitto Sino-Sovietico e dopo su tutto. Oggi l’India non approva lo sviluppo della cooperazione Russa-Cinese che comprende la partecipazione di un “terzo lato” nel triangolo strategico. Per esempio, esperti di Delhi citano il fatto che l’India non è stata ricevuta, come pieno membro, nel Shanghai Cooperation Organization (SCO). Il Primo Ministro del paese, Manmohan Singh, tentò di avere un compromesso con la Russia, sulla questione, durante la sua visita a Mosca, ma la situazione peggiorò. Gli analisti Indiani evocano tre ragioni principali per ciò.
Primo, la visita fu troppo breve per avere i miglioramenti nelle relazioni bilaterali con così serie differenze. Secondo, il fatto che Mr. Singh educatamente respinse un invitato per partecipare a un banchetto in suo onore, fatto anche per stabilire una cordiale atmosfera. Terzo, e questa è la ragione più importante, le parti non siglarono un accordo di cooperazione nucleare, comparabile all’“accordo nucleare” India-USA. Prima della visita di Mr. Singh in Russia, Washington si raccomandò che Delhi si astenesse da alcun accordo con la Russia, non prima che l’“accordo nucleare” Americano-Indiano giungesse presso il Congresso USA.
Alcuni analisti pensano che inizialmente l’India cercasse di siglare un accordo con la Russia durante la visita a Mosca di Mr. Singh, poiché il parlamento Indiano non sembrava opporsi all’accordo nucleare con gli Stati Uniti. Ma subito divenne chiaro che la maggioranza dei politici Indiani non supportava l’idea. (Pensano che l’accordo con gli USA metterà fine alla sovranità dell’India). Mr. Malhotra dice che resterà un altro segreto della politica estera dell’India, perché la situazione non è chiaramente spiegata ai diplomatici di Mosca.
Vi sono alcune difficoltà anche nelle relazioni Sino-Indiane. Beijing ricorda che l’India attuò una serie di test nucleari nel 1998, come risposta contro a una ipotetica “minaccia nucleare” dalla Cina. A parte ciò, entrambi i paesi sono assai sospettosi l’uno verso l’altro. L’India è preoccupata dalla stretta relazione Cinese con il Pakistan. Delhi è specialmente preoccupata verso l’aiuto Cinese al Pakistan, nella modernizzazione del suo porto strategico di Gwadar sul Mare Arabico, che diverrà, assieme a Sittwe, nel Myanamr e a Chittagong, nel Bangladesh, è un mezzo di effettivo controllo
delle forniture energetiche dal Golfo Persico. A sua volta, Beijing teme l’India come testa di ponte degli USA, volta a circondare la Cina. Beijing pensa che la decisione USA, di ritirare l’India dal Nuclear Non-Proliferation Treaty, significhi nulla più che un altro tentativo di fere dell’India una controparte strategica alla Cina, nella regione Asia-Pacifico.
Nel novembre 2006, il Presidente Cinese Hu Jintao offrì il lancio di una maggiormente intensiva cooperazione nucleare con l’India. La recente considerevole crescita nel commercio Cina-India è il maggior aiuto allo sviluppo di relazioni bilaterali. Nei primi anni ’90, ammontava a 100 milioni di dollari ma adesso raggiunge i 30 miliardi (Hong-Kong inclusa). Con il turnover che aumenta di $30 miliardi ogni anno, la Cina sarà presto il maggior partner economico dell’India, superando gli USA. Alcuni esperti vedono questa rapida crescita nella cooperazione commerciale tra i due paesi, come un deliberato tentativo di Beijing, di rendere i sottosviluppati stati nella regione nordorientale, geograficamente isolati dal resto dell’India, dipendenti dal mercato in Tibet e delle altre regioni meridionali della China. Beijing cerca anche migliori condizioni per investire nelle infrastrutture Indiane, come i 25000 impiegati Cinesi che si addestrano nelle aziende IT Indiane. Adesso il compito è di creare joint ventures per unire le capacità produttive della Cina con l’esperienza Indiana nell’IT.
Nonostante tutto ciò, la maggioranza del popolo Indiano ha una ambigua percezione della Cina. Molti di loro si meravigliano di come Beijing gestisce il suo impressionate successo economico e dell’impatto che avrà sull’India. L’occidente sembra sperare su una possibile lotta tra le due economie bisognose di energia, per le risorse, che renderebbe più agevole, per il blocco EuroAtlantico, mantenere la posizione guida nel mondo.
Tutti gli aspetti qui sopra menzionati, sulle relazioni tra Cina ed India, aiuteranno la Russia a lavorare su un modello, molto conveniente, della sua cooperazione con i principali paesi dell’Asia. Primo, la Russia deve passare a una economia high-tech, per abbandonare il suo “complesso d’inferiorità” verso l’occidente. Secondo, la crescita economica si basa sulle acquisizioni industriali che possono rendere la cooperazione nel “triangolo strategico” naturale e, quindi, più agevole per la Russia accelerare lo sviluppo della Siberia e dell’Estremo Oriente. Terzo, una cooperazione coordinata orizzontale tra Cina, India e Russia, creerebbe una fondazione per un nuovo sistema multipolare della partnership. “Unità nella diversità” è il solo possibile mezzo per fare del “triangolo strategico” un progetto realmente di successo.
Traduzione di Alessandro Lattanzio