CONTRO BERLUSCONI – OBAMA COME GIUDA
Il presidente Usa ci sorride ma convoca Gorbaciov: aiutami a fermare l’Italia
berlusconiana. Obiettivo: spezzare l’asse Silvio-Putin e avere mano libera sull’Europa
di ALESSANDRO SALLUSTI
(…) Al di là delle dichiarazioni di facciata, delle foto in amichevoli atteggiamenti come è successo al recente G 20 di Londra, mister Obama ha deciso di tagliare le gambe al molo internazionale dell’Italia berlusconiana. Ovviamente nulla deve apparire e gli stessi canali diplomatici ufficiali non sono abbastanza sicuri per mettere in atto delicate operazioni contro un alleato storico quale noi siamo per gli Stati Uniti. Così il 23 marzo, Obama ha ricevuto una visita tenuta molto riservata da Michail Gorbaciov, ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Urss, fautore dell’operazione di cambiamento che nel 1991 ha portato alla dissoluzione dell’impero comunista. Argomento all’ordine del giorno del colloquio è stato proprio il caso Italia e più precisamente la messa a punto di
una strategia per depotenziare ad ogni costo l’asse Berlusconi-Putin, troppo autonomo, troppo filo europeo e quindi troppo pericoloso per le nuove strategie dell’America di Obama.
Che il presidente Usa preferisca avere come interlocutore Mendvedev che non Putin non è un mistero e lo si è capito chiaramente anche nel corso della recente tensione Usa-Mosca sulle manovre Nato ai confini con la Georgia. I due preferiscono guardare a Oriente, alla Cina in particolare, piuttosto che alla vecchia e incartata Europa. Che rimarrebbe tagliata fuori più di quanto già non lo sia dalle grandi strategie politiche ed economiche dei prossimi anni.
sunte scappatelle, in America è visto come un nemico in quanto difensore del molo che il vecchio continente deve giocare sullo scacchiere internazionale.
Già, ma perché Gorbaciov? Premio Nobel per la Pace, l’ex capo dell’Unione sovietica è un ambasciatore occulto a tempo pieno. Tra una conferenza e un premio ha libero accesso alle stanze che contano e ancora molti e influenti amici in Russia ma anche tra i post comunisti italiani ed europei. Insomma, dietro l’immagine pubblica di un innocuo reduce a cui si deve la caduta del muro di Berli-
no, può ancora provare a muovere leve che contano. Anche in Italia.
Sta di fatto che solo pochi giorni fa Silvio Berlusconi e Vladimir Putin hanno rilanciato la loro alleanza strategica suggellando a Soci, sul Mar Nero, la firma di un maxi accordo tra Eni e Gazprom sul gasdotto South Stream destinato a segnare il futuro energetico dell’ Europa. Ma mal visto da Bruxelles che vuole a tutti costi ridurre i legami commerciali con Mosca per
potenziare ancora di più la dipendenza con l’area del mar Caspio attraverso un altro grande gasdotto, il Nabucco che dovrebbe bai-passare Russia e Ucraina.
Un Berlusconi debole e in difficoltà insomma farebbe gioco non solo a Di Pietro e a Franceschini, ma a mezzo mondo, quello che guarda a Obama come al salvatore dell’universo e a al nostro continente come a una terra di facili conquiste. In loco, cioè qui da noi, giornali e giudici sono già al lavoro. Sempre qui, ma anche altrove, da due mesi si è rimboccato le maniche anche Michail Gorbaciov, Nobel per la pace. Come
sempre, la loro pace.
Come se non bastassero veline, divorzio e giudici. Anche sul fronte internazionale Silvio Berlusconi ha le sue gatte da pelare. In questo caso si tratta di partita alta, tra numeri uno del mondo, un club dove il nostro primo ministro è entrato a pieno titolo grazie alle relazioni personali con l’ex presidente Bush e con Vladimir Putin. La sinistra italiana ci ha sempre scherzato sopra, ma è un fatto ormai accertato che il Cavaliere ha contribuito in maniera determinante a tenere buoni i rapporti tra le due superpotenze Usa e Russia. Era di casa al Cremlino come alla Casa Bianca e più di una volta si è prestato a fare da mediatore, come nel caso della delicata crisi georgiana. Ora Bush non c’è più, al suo posto è arrivato Obama e Putin sta cedendo non si sa quanto spontaneamente fette di comando al suo delfino e presidente Dmitry Medvedev.
Ovvio che gli equilibri stiano cambiando ma forse nessuno immaginava in tempi così rapidi e in modi così bruschi. (…)
La Casa Bianca chiama Gorbaciov: ferma Silvio Il presidente Usa chiede aiuto all’ex leader sovietico per
spezzare l’asse tra il premier e Putin, troppo filo europeo
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Libero
Data 21-05-2009
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