Cugini d’America

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“Per un paese che fa la Storia, ce ne sono più di venti che la subiscono, e in questi venti ogni partito, quale che sia, è il partito dello straniero, si proclamasse pure nazionalista.”

Questa affermazione di Caraco esprime una legge ferrea del processo storico, che in Italia abbiamo visto concretizzarsi in diverse fasi politiche. Oggi, con uno di questi partiti cosiddetti nazionalisti alla guida del governo, ne abbiamo la piena evidenza. Caraco aveva perfettamente ragione.
I fantomatici Fratelli d’Italia si rivelano in realtà cugini d’America, completamente assoggettati alla potenza straniera che, dal 1945 in poi, ci ha imposto la sua Storia, impedendoci di farla. Dal libro Fratelli di Chat, recentemente pubblicato, emerge un quadro desolante di subordinazione e sottomissione del partito di Giorgia Meloni, inginocchiato agli Stati Uniti e alla NATO.
Prima di salire al governo, diversi esponenti di questo partito si proclamavano autonomi in nome dell’interesse nazionale. Un’autonomia a cui hanno subito rinunciato in cambio di cariche e ministeri, smentendo ogni loro dichiarazione precedente. Così Meloni, che quando era all’opposizione accusava altri di servilismo verso gli Stati Uniti o di eccessiva sudditanza alla Russia, una volta divenuta premier ha imposto al suo partito una linea rigidamente filo-NATO, senza se e senza ma, rifiutando qualsiasi rapporto con Mosca. Eppure, fino a poco tempo prima, gli stessi esponenti di Fratelli d’Italia sostenevano che l’Italia senza la collaborazione energetica con la Russia sarebbe stata fottuta.
Parimenti, lo stesso partito che in passato attaccava la finanza predatoria statunitense e i suoi emissari in Italia, come Mario Draghi, oggi ha cambiato registro. Ora, anche lo sterco del demonio è diventato profumo di soldi, e Draghi un interlocutore con cui condividere le priorità:
“Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee. I due Presidenti sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie.”
Al di là delle promesse mancate di Meloni agli italiani — si pensi alle sceneggiate davanti alle pompe di benzina quando era all’opposizione — ciò che è più grave è il suo totale asservimento alla NATO, che ha distrutto le relazioni dell’Italia con la Russia, portandoci di fatto in guerra, checché ne dica il ministro Crosetto. Lo stesso Crosetto che un tempo denunciava gli “assurdi e gratuiti atti ostili della NATO nei confronti della Russia” e avvertiva che “non si schierano centinaia di carri armati su un confine all’improvviso”. Ma poi, quando la Russia ha reagito, ha deciso di inviare armi e denaro all’Ucraina, tenendo gli italiani all’oscuro sulla reale entità di questo sostegno.
Ora, se un partito che si definisce nazionalista indica come principale nemico dell’Italia un altro Paese con cui avevamo buoni rapporti e che non ci aveva fatto nulla, schierandosi invece con chi occupa il nostro territorio con basi, bombe e soldati, quel partito non è altro che un partito di traditori della Patria.
Traditori d’Italia e, per citare Kissinger, figli di puttana dello Zio Sam. Ma come sempre accade ai servi, una volta svolta la loro funzione, anche i fratellini americani verranno scaricati, abbandonati a un destino di marginalità. E allora molti topi fuggiranno dalla nave che affonda.
D’altronde, sempre lo stesso Kissinger diceva: “Essere nemici degli Stati Uniti è pericoloso, esserne amici è fatale.”