DOPO IL NANO GLI ULTRACORTI DEL DENARO
Verranno dopo il nano gli “ultracorti” del denaro e del servilismo cinico e baro. Arriveranno armati di fango i sicari della palude per offuscare il sole e imporci sangue e sudore. Sotto i vessilli della Costituzione verranno a sciogliere il popolo perché per governare non hanno altra via che quella di commissariare la democrazia, consegnandola alla bancocrazia internazionale e alla gendarmeria geopolitica mondiale. Arroccati dietro le insegne della tecnocrazia spalancheranno i forzieri e liquideranno i nostri averi. A loro non occorre essere votati perchè votati al tradimento salgono sul podio istituzionale grazie all’intrigo internazionale. Le forze dell’antistato, i giannizzeri del parastato, i parassiti del sindacato e le mignatte dell’industrialato si prenderanno gli avanzi del potere, quelli lasciati cadere dalle cosche politico-militari e dai massoni delle borse, riducendoci con le pezze al sedere. Le loro penne lecca inchiostro e i loro scribacchini a ore, come sgualdrine in calore, sono già al lavoro per dare decoro a quello che mai avrà ritegno: la svendita della nazione per cacciare il dittatore. Se fossimo in Libia costoro avrebbero già chiamato la Nato e il protettore unificato ma poiché siamo solo in Italia è bastata la minaccia del mercato per incenerire un diavoletto seduto su un gabinetto improvvisato che aveva contro anche il Capo dello Stato. Il quale s’impiccia troppo senza timore di essere impeachmentato poichè essendo ambasciatore americano si sente ben tutelato. Costoro sono sinistri di cuore ma, ancor più, di intenzioni, becchini della sovranità nazionale, al popolo italiano stanno già preparando le bare. Noi li conosciamo sin dal tempo in cui erano piazzari e non del tutto piazzisti, figli di papà ma non ancora di femministe incallite, da quando coi calzoncini corti e i fazzoletti al collo, tenendo ben stretto il portafoglio della famiglia, pullulavano come la gramigna, da quando sventolavano le rosse bandiere e non facevano preghiere. Ovvero dall’epoca in cui, per affossare idee e proposte, come ben sapevano a Pechino, innalzavano i drappi vermigli a più non posso per farli sparire per sempre dentro ad un fosso. Gli illuminati di tenebra, in camera obscuritatis, hanno deciso di consegnare le chiavi della patria ai predoni stranieri. Dietro il feretro di Berlusconi, che per troppo tempo ha fatto il cadavere ambulante invece di reagire e gestire il Paese, avanza un esercito di morti viventi che vengono a sotterrare i pochi vivi rimasti in piedi. Sta calando il sipario su questa pantomima. Povera Italia, tu non sei caduta in basso, tu sei proprio finita!