E’ andato tutto bene?
E’ andato tutto bene? Sta andando come deve andare perché la crisi che investe le nostre società è una lunga transizione, un susseguirsi di mutamenti profondi che potrebbero mettere in questione gli assetti di potere internazionali. In tale contesto di trasformazione gli eventi funzionano da acceleratori o da rallentatori di un “destino” non ancora scritto o definito al quale comunque non sfuggiremo, per quanto l’accumulazione di energia “sul posto” possa continuare a lungo prima di dar luogo all’esplosione (ri)generatrice. La pandemia, così caricata di significato dai soliti superficiali paragonabili ai profeti di sventura di altre fasi storiche, non fa accezione. E’ un fatto che si aggiunge ad altri nel contesto caotico in cui viviamo, un altro fattore di crisi, e nemmeno il più rilevante, tra quelli che ci segnalano una sicura trasfigurazione epocale. Per questo sono depistanti le teoresi di quei filosofi àuguri che prendono il volo come i loro uccelli, cercando in cielo ciò che sfugge loro in terra, o, ancor peggio, le false idee di quei pensatori aruspici i quali rimestano le viscere sociali per sollevare ancora più merda del necessario a scopi personali. Non abbiamo bisogno di quest’ultima e nemmeno di loro per confonderci idee già rarefatte. Non stiamo andando incontro, come scrive quel “fuori sede” intellettuale di Agamben al predominio di una “scienza religiosa” sulla vita o sullo spazio pubblico. Proprio noi che ci poniamo come contestatori del disordine costituito dovremmo incominciare a maneggiare meglio il significato della cangiante struttura sociale e dei suoi rapporti nonché il senso della scienza che è apripista per la potenza, “arnese” indispensabile per primeggiare nel conflitto globale. Come abbiamo scritto altrove, La potenza trova linfa vitale in molti elementi ma soprattutto nella scienza e nella tecnica che devono essere messe nelle condizioni di fare scoperte e di applicarle. Meglio e prima degli altri. Scienza e tecnica devono migliorare l’Italia e peggiorare l’esistenza di chi ci attacca. Al primo posto di questo riorientamento generale va messa, ovviamente, una nuova strategia politica che, appunto, ha il compito di ridare a questi fattori l’importanza che meritano in un vasto programma di ricostruzione dello stato e della nazione. Una nuova strategia politica significa anche una nuova classe politica che assuma su di sé detti compiti fondamentali facendo piazza pulita sia dei vecchi gruppi dirigenti decotti e corrotti che dei finti oppositori di questi.Ci vogliono più scienza e più tecnica, sapientemente orientate da uomini forti, dotati di una visione dei processi epocali, per risollevare le sorti del Belpaese che di questo passo rischia di scomparire per ignoranza e debolezza.
Siamo ben consci che avere un autentico spirito scientifico non significa dogmatizzare la scienza ma cogliere la sua intrinseca dinamica, come definita da un vero pensatore come Weber: “Ognuno di noi sa che, nella scienza, il proprio lavoro dopo dieci, venti, cinquanta anni è invecchiato. E’ questo il destino, o meglio, è questo il significato del lavoro scientifico, il quale, rispetto a tutti gli altri elementi della cultura di cui si può dire la stessa cosa, è ad esso assoggettato e affidato in senso assolutamente specifico: ogni lavoro scientifico ‘compiuto’ comporta nuovi ‘problemi’ e vuol invecchiare ed essere ‘superato’. A ciò deve rassegnarsi chiunque voglia servire la scienza”.
Ma dobbiamo anche allontanare da noi gli spacciatori di frasari vuoti, come Agamben e non solo lui, i quali dopo aver scritto che il Capitalismo è una religione adesso cala la medesima sciocchezza misinterpretativa sulla scienza per puro pappagallismo che segnala, tra l’altro, assoluta mancanza di originalità.
Agamben si serve di un preconcetto per ogni cosa ed è lui stesso a far discendere una simile religiosizzazione di comodo su tutto quel che gli sfugge e non comprende. È il prêt-à-porter dei filosofessi che ammanniscono lo stesso abito standardizzato in ogni occasione. Sono degli scansafatiche del pensiero che guadagnano per non far nulla. Immeritatamente.
Scrive bene, in proposito A. Berardinelli, costui anziché interpretare i fatti li nega:
“Secondo Agamben ogni tipo di stato, dittatura o democrazia liberale, è onnipotente, crea la realtà sociale. Il che permette al filosofo di negarla, la realtà (terrorismo o pandemia), riducendola a pretesto che permette allo stato di intensificare e moltiplicare“eccezionalmente”i controlli sulla vita dei cittadini.
Qui, mi sembra, c’è una confusione, anzi due. Da un lato si scambiano gli stati di necessità fattuale o naturale (la pandemia e il terrorismo uccidono) con gli stati di eccezione legali. D’altro lato si immagina che contro lo stato, sempre liberticida, insorga una società di cittadini perfettamente liberi, disposti a morire pur di vivere, non certo in libertà, ma semplicemente come prima, come se niente fosse, né accadesse, né fosse accaduto. Questo succede quando le teorie, per interpretare più logicamente i fatti, li negano”.
Quindi è ora di finirla con l’uso dell’insulto “scientistico” da parte dei tanti cialtroni che non vogliono capire la scienza preferendo rifugiarsi in un neofeudalesimo romantico, e perciò mai esistito, in cui uomini e mondo erano ancora tutt’uno e non vi era surclassamento dell’artificiale sul naturale. Sarà un caso che in questi mesi abbiamo visto abbondare le versioni “antiscientifiche” di autentici burloni i quali si prendono gioco di chi soffre o vuol seriamente approfondire (guardate qui, c’e’ un vegano venditore di integratori e un medico che mette in relazione virus e 5g, i quali sono indicati dalla controinformazione come veri scienziati che combattono lo scientismo. Speriamo che vi cadano i denti donchisciottari del piffero: https://comedonchisciotte.org/protocolli-cure-errori-e-prevenzione-sul-covid-19-la-scienza-vs-lo-scientismo/) Queste panzane da aristocratici moderni con lo stomaco pieno e lo smartphone in tasca andate a raccontarle a qualcun altro. Noi vogliamo vivere il nostro tempo ed in questo operare con la “materia” che abbiamo di fronte, senza il piagnisteo nelle orecchie di coloro i quali si sentono alienati da secoli di sviluppo tecnologico e tecnico, ovviamente da denunciare ricorrendo agli ultimi ritrovati della scienza che disprezzano ma utilizzano con scarsissima coerenza.