E’ TERRORISMO INTERNAZIONALE
Gli ultimi sondaggi danno la Lega al 38% nelle intenzioni di voto degli italiani. E’ “l’effetto” Capitana Carola della Sea Watch o, più precisamente, il risultato dell’atteggiamento dei politici di sinistra, i quali anziché ascoltare i conterranei, con le loro paure ed insicurezze, si schierano dalla parte di un umanitarismo del tradimento nazionale. Quanto però accaduto nel porto di Lampedusa costituisce un evento spartiacque. E’ un “casus belli” verso il quale si potrebbero invocare persino delle leggi speciali, come già accaduto in passato, di fronte ad altri fenomeni eversivi. Le manovre criminali della Sea Watch, che ha forzato il blocco delle motovedette dello Stato, sono un attentato e poteva finire peggio. E’ terrorismo che viola le leggi dello Stato e mette a rischio la sovranità sui confini. Chi sta raccogliendo fondi per detti mercenari – i quali probabilmente hanno alle spalle una rete delinquenziale, sorretta da paesi stranieri interessati a portare il caos nella Penisola – è un pericoloso fiancheggiatore, anche se di mestiere fa il parlamentare. La magistratura non può prendere sottogamba la situazione perché potrebbe degenerare ancora, pena rendersi complice di un piano subdolo di destabilizzazione della nostra società. Siamo in presenza di atti di terrorismo internazionale. Se ci scappa il morto “istituzionale” non si sa dove si va finire. I finanzieri di Lampedusa lo hanno riferito a chiare lettere: “Se non fossimo riusciti a compiere una manovra veloce saremmo morti”. Ovviamente, i responsabili dei disordini non sono i migranti, i quali vengono strumentalizzati da questi sabotatori di professione delle Ong e da quelli che sulla terra ferma fiancheggiano simili pirati. Coloro che urlavano al fascismo dei populisti sono, in realtà, le nuove squadracce. I metodi ideologici e violenti di questi, che non ammettono idee diverse rispetto alle loro anche se rappresentano una minoranza, riproducono esattamente i sistemi feroci di un tempo. E’ la manovalanza bestiale messasi al servizio della élite liberista ancora in sella all’UE e dei suoi intellettuali di complemento che parlano di “leggi dell’uomo” superiori a quelle statali. Quest’ultime aristocrazie radical chic, anche se indebolite e forse proprio per questo, stanno alzando il livello dello scontro. Occorre, dunque, che gli “altri”, quelli che iniziano a contrastare queste classi del decadimento politico, economico, sociale e culturale, si organizzino adeguatamente per fermare il progetto mostruoso di cancellare l’Italia dalla cartina geografica. A pirati, pirati e mezzo.