Epoca nuova: necessità di cambiare di G. La Grassa
Vi proponiamo, sul Bollettino Strategico, un articolato – in termini di analisi della congiuntura storica, politica, sociale – intervento di Gianfranco la Grassa, attinente ai grandi mutamenti di fase (o che tali sembrano preannunciarsi) i quali hanno subito una forte accelerazione (ma si tratta di un effetto ottico che distorce e fa apparire la realtà sottosopra) con l’esplosione della crisi economica e finanziaria. A quest’ultima è seguito il solito balletto obnubilante tra chi sostiene che si tratta di un temporale passeggero, dopo il quale il sole potrà tornare a splendere sulle magnifiche sorti e progressive del capitalismo autoriformatosi e chi ritiene inevitabile l’Apocalisse Sistemica. Ma delle due nessuna. Questo spocchioso gioco ideologico teso a generare confusione da parte di mistificatori patentati in solidarietà antitetico-polare (e non importa la loro specificazione politica, siano essi liberisti di destra o di sinistra o agitatori-provocatori-similrivoluzionari dell’una o dell’altra parte) impedisce di prepararsi a dovere, di affrontare queste grandi trasformazioni con tutt’altra vitalità interpretativa che non sia la mera riproposizione di vecchi schemi teorico-politici già mandati al macero dalla Storia.
“Epoca nuova: necessità di cambiare”. Ed è davvero la nostra un’epoca che si affaccia sul nuovo con molte incognite: se sarà ancora barbarie oppure apertura di una fase rivoluzionaria per i dominati (ma non fatevi idee strane perché qui il socialismo non c’entra nulla) dipenderà da molti fattori. Chi però starà a guardare avrà perduto in partenza. In questo momento è inevitabile lo smarrimento generale perché il caos sociale è ancora impenetrabile ed è impossibile seguire la rotta consueta o tracciarne un’altra sicura. Le stesse mappe che ci hanno guidati in questi anni, e per tutto il secolo passato, si sono rivelate approssimative, in alcuni casi del tutto sbagliate. Ci hanno condotto fuori strada e in luoghi sconosciuti. Ma qualcuno ha deciso di rimettersi in cammino e di esplorare ancora. Ormai non ci si può più arrangiare con le vecchie concezioni, queste non funzionano così come non dicono più nulla (e a chi poi? Alla classe operaia? alle masse terzomondiste? Ai diseredati? Ecc. ecc.) le consumate parole d’ordine di un tempo irrimediabilmente perduto, le inveterate convinzioni di un secolo che ha lasciato alle nostre spalle macerie accatastate che non abbiamo voluto o saputo rimuovere, chi per paura chi per comodità.
Il testo, pur essendo stato scritto prima della proposta di incontrare i lettori del blog (ma solo quelli realmente interessati ad avviare un percorso politico comune) capita a proposito perché in esso si trovano condensate idee e valutazioni che dovranno essere sviluppate con più attenzione nel prosieguo del nostro lavoro. Questa può essere una buona piattaforma per parlarci e per incominciare il nostro discorso, vi si trovano tracciate delle coordinate (ma siamo solo all’inizio) che dovranno essere ancora valutate e vagliate con più precisione. Da qualche parte si deve pur iniziare…