Fallimento MPS di G. Duchini

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Alquanto contorto il ragionamento di Volker Wieland relativamente al commissariamento del governo italiano con un possibile salvataggio del Fondo Europeo e del Fondo Monetario Internazionale. Contorto perché nel momento in cui si chiede l’aiuto dei Fondi si sottende larvatamente una richiesta   di sequestro del governo.

Sequestro che per certi aspetti  è  già avvenuto, si pensi  alla vittoria del no che ha paradossalmente tenuto in serbo una riscossa delle truppe cammellate inviate a soccorrere il defunto governo Renzi con l’elezione del governo Gentiloni.

Con l’arrivo di Trump alla guida degli Usa e le conseguenti attese di una crescita dell’inflazione negli Usa qualche osservatore aveva ipotizzato che la Bce deponesse le armi del “bazooka” del Qe, ma non sembra essere questo caso.

Nelle stanze ovattate e rarefatte della Bce si parla  di Quantitative easing fino a marzo 2017, al ritmo attuale di 80 miliardi al mese e con la possibilità di andare oltre, fino al 2019 alla scadenza naturale di Draghi. Una  imponente immissione di liquidità a conferma di una “stagnazione secolare si sta delineando, per indicare una condizione di crescita anemica o assente all’interno delle economie mature” così coniata dall’ex segretario al Tesoro americano Lawerence Summers.

E’ un ginepraio di stimoli monetari di una liquidità iniettata solo “sulla carta” ed è al tempo stesso una delle cause del fallimento della Bce che inietta una montagna di denaro alle banche senza farlo arrivare al sistema economico.

Ma quello che intanto cuoce nella pentola del prossimo governo a guida Gentiloni è la crisi del Monte dei Paschi di Siena protrattasi troppo a lungo nonostante che il noto venditore di tappeti (Renzi) abbia sottovalutato la portata di un impatto così devastante per l’insieme del sistema bancario. Eppure l’ex premier aveva dichiarato il 21 gennaio (1916) a Porta a Porta “Mps oggi è risanata, investire è un affare”.

La crisi del Mps è sostanzialmente la crisi del sistema bancario italiano su cui Renzi non ha inciso minimamente se non peggioralo ulteriormente.

La nazionalizzazione del Monte Paschi di Siena è quasi certa. La raccolta di adesioni all’aumento di capitale fa parte del  “detour” degli azionisti e dei creditori della banca oltre alle condizioni richieste dalle normative europee per cui l’intervento dello stato è consentito solo dopo un utile tentativo  di risolvere i problemi con i criteri del mercato.

Mps deve intanto estendere lo scambio delle obbligazioni in azioni per circa 40 mila obbligazionisti che hanno in portafoglio titoli (obbligazioni) per un valore di 2 miliardi. Questo passaggio comporterà un peggioramento della situazione patrimoniale trasformando i possessori di obbligazioni in semplici azionisti e perciò alla mercé di un mercato in default.

Si ricorda inoltre che per salvare Banca Etruria ha immolato i risparmi di 12000 obbligazionisti subordinati, poi ha immesso 4,2 miliardi nel fondo Atlante nel tentativo di liberarsi di 80 miliardi di crediti in sofferenza ed evitare il bail in  di Veneto Banca e Popolare Vicenza.

Dopo circa un anno la vendita di Etruria Banca, Marche, CariChieti, Ubi Banca, CariFerrara, non ha ancora l’avallo della Bce.

GIANNI DUCHINI dicembre ’16