FARSA A GOGO’, di GLG, 15 giugno ‘13
Pdl e Pd contro Saccomanni (scrive “Il Giornale”).
http://www.ilgiornale.it/news/interni/iva-governo-verso-rinvio-brunetta-non-aumenter-926996.html [di cui sottolineo questi passaggi: “Dopo le incomprensibili e irresponsabili dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che aveva giudicato “impossibile” evitare l’aumento dell’aliquota, il Partito democratico sermbra aver corretto il tiro”.
“Le risorse si troveranno – ha assicurato Renato Brunetta – l’Iva non aumenterà, così come sarà eliminata l’Imu per la prima casa. Siamo sicuri che Letta manterrà gli impegni e che dirà una parola di chiarezza”. Una promessa che rassicura i commercianti e gli italiani terrorizzati da una nuova tassa”.
“Sul recupero delle risorse necessarie al rilancio dell’economia e al sostegno degli e dei consumi Fassina ha spiegato che potranno essere reperiti fondi dall’evasione fiscale per aumentare detrazioni ai redditi bassi: “Dobbiamo procedere legando il recupero dell’evasione alla riduzione della pressione fiscale cominciando dai redditi più bassi e dalle imprese più piccole”. Allo stesso tempo il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha dichiarato che per evitare l’aumento dell’Iva “tutti gli sforzi che si possono compiere vanno fatti”. Insomma, il governo e in particolar modo l’ala “rossa” dell’esecutivo sembrano essersi messi sulla carreggiata giusta. Uno sforzo che è stato apprezzato, in primis, dal centrodestra” (grassetto mio)].
Anche su “Repubblica” e altri giornali (dell’establishment) – che non sono riuscito a riportare – si trovano dichiarazioni più simili a quelle del “Fatto quotidiano”. Cioè, mentre i pidiellini avrebbero di fatto voluto accreditare l’idea che anche il Pd, tutto sommato, si accodava a loro nelle critiche al governo (e che anche alcuni all’interno di quest’ultimo sembravano disposti a dare soddisfazione agli “italiani terrorizzati”), gli avversari facevano vedere una maggior morbidezza dei “sinistri” nei confronti di Letta. Tuttavia, oggi i “destri” correggono il tiro e accusano il Pd di voler sabotare il governo per farlo cadere e arrivare ad uno di sola “sinistra”, approfittando del fatto che una parte dei “grillini” si sta staccando dal pollone principale; e, se lo faranno, saranno dolori per il Pdl e le sedicenti larghe intese, rivelatesi del tutto striminzite e contraddittorie. Nel frattempo, anche i sondaggi sembrano rilevare il calo del Pdl e l’aumento del Pd registratosi alle amministrative, fenomeni certo dovuti al forte astensionismo di “destra” [si calcola che, tra il 2008 e il 2013, ben più di sei milioni di elettori di questa parte si sono andati “passivizzando”], stupidamente attribuito dai pidiellini alla non discesa in campo di Berlusconi mentre appare sempre più chiaro che i loro votanti sono rimasti per la seconda volta delusi da costui, dopo essere tornati solo in parte all’ovile in occasione delle politiche poiché sembrava che egli si fosse ricreduto sulla “complice” morbidezza verso le mene atte a liquidarlo.
Si tratta della solita scadente pantomima, che sottolinea quanto da noi più volte sostenuto: questo governo (così come il suo patrocinatore ri-eletto) è transitorio; deve correggere date misure forsennate del precedente, prese per disorientare e spaventare la popolazione (pur nel disgusto generalizzato per la politica in genere, salvo che nell’ormai marcito “ceto medio semicolto di sinistra”, ottuso e maniacale nel suo “antiberlusconismo”), ma nel contempo attuare i suoi disegni nel massimo di confusione (creata appositamente!), in una alternanza di dichiarazioni di impossibilità a farlo e di altre invece improntate all’intenzione di “fare tutto il possibile”. L’insieme delle confuse azioni governative (dichiarate e non eseguite) si svolge in un quadro di pressioni europee – comprese quelle della BCE del “Super Mario”, presunto (dal Pdl) avversario del fu Monti e della Merkel e comprensivo verso le esigenze italiane – e di riconoscimento, anche da parte delle forze politiche di “destra” ululanti contro l’eccessivo carico fiscale, del difficile quadro rappresentato dal debito e dai conti pubblici in disordine. I “destri” affermano che si deve comunque abbassare tale carico perché solo così ripartirà l’economia, affidata alla semplice iniziativa imprenditoriale (soprattutto delle piccole imprese, le più vessate, ma non certo le più propulsive in un sistema produttivo che si pretenda avanzato).
Insomma, conti e debito sono “terribilmente” in dissesto, le risorse mancano, ma si devono trovare, si troveranno. Su questa sciocca commedia (purtroppo non sciocca per gran parte della gente che non ci capisce un acca), il Pdl fa la faccia dura (ma si dice convinto che Letta sarà alla fine disponibile e non rigido come Monti) mentre il Pd gioca alla problematicità della situazione, ad una maggiore comprensione verso le difficoltà del governo (che ritiene, in buona parte a ragione, il suo governo, quello della possibilità di risorgere dopo la transizione); anche tale partito, tuttavia, sostiene che i cittadini vanno ascoltati e bisogna dare loro qualche soddisfazione.
Nella farsaccia si inserisce Squinzi (la Confindustria dei “cotonieri”) affermando che il vero problema non sono Imu e Iva, bensì il costo del lavoro. Avete sentito qualche volta questi trogloditi della “meravigliosa iniziativa imprenditoriale” dire che il problema è la mancanza di ricerca (totalmente scoraggiata) e di innovazioni, la subordinazione alle strategie di paesi che favoriscono i loro settori di punta e ci lasciano al turismo e al made in Italy, e via dicendo? Mai, il problema è sempre diminuire il costo del lavoro, altrimenti gli imprenditori si spostano all’est (nemmeno più europeo ma asiatico, quello di Thailandia e Filippine o che so io). E il nostro costo del lavoro dovrebbe diventare competitivo con quello? E imprese di rilievo in un sistema economico avanzato baserebbero la loro competitività su differenziali nel costo del lavoro (roba da piena arretratezza)?
Una vergogna assoluta, tipica di meschini lestofanti incapaci di qualsiasi funzione di sviluppo di un paese che fu perfino (qualche “millennio” fa) in sesta posizione nella classifica dei paesi più industrializzati. E’ solo un gioco per attuare la transizione in una situazione di grande insoddisfazione dei cittadini, che al momento disertano quasi al 50% le urne. Tuttavia, si prende tempo e ognuno dei due schieramenti cerca di fottere l’altro e di assidersi “vincitore” sulle macerie italiane.
In questa farsaccia è difficile definire con precisione il ruolo del “coniglietto d’arcore”. L’unica certezza è che non è un “cuor di leone”. Difficile capire se è stato minacciato di soluzioni alla Bin Laden o Gheddafi o, più facilmente, di danni alle sue aziende e alla sua libertà personale. In ogni caso, sta tenendo bordone agli attuali ambienti dirigenti degli Usa (e al loro agente in Italia) da almeno tre anni, continuando a lanciare qualche strale e a far capire ogni tanto il suo malcontento per il non rispetto di patti (veramente discussi e promessi o soltanto fattigli balenare?). E’ comunque ovvio che il suo continuo “bagnomaria”, con riferimento a un governo intriso di calcolata indecisione per prendere tempo, rischia di fargli fare una brutta fine. Pensa di avere ancora delle carte da giocare (magari “al ricatto”) oppure ha le mani troppo legate per poterle districare pur in presenza di una situazione per lui molto seria?
Pian piano, intanto, prende forma uno degli obiettivi delle mosse “prendi tempo” di questo governo transitorio. I “grillini” si stanno decomponendo; troppi inetti beneficati da una pioggia di voti di cui mai più potranno godere. E’ ovvio che non vogliano far decadere la legislatura e decideranno alla fine di sostenere un governo duraturo. Sarà sempre Letta oppure un altro? In ogni caso, sarà un diverso governo in cui verranno cacciati i pidiellini (salvo alcuni di loro, pur essi ormai pronti al tradimento essendo intenzionati a perpetuare la loro inutilità, assai ben remunerata). E i voti dei “grillini”, che usciranno prossimamente dal loro gruppo, sarà il ben calcolato – fin dal gioco della rielezione presidenziale, della “nomina dei 10 saggi”, dell’ottenimento del benestare al governo di “larghe intese” da parte di un Berlusca (appunto: con le mani legate o cos’altro?), ecc. – esito della transizione.
Attendiamo almeno una decina di giorni, poi forse si accenderà qualche lume in più e ne riparleremo.