FASCISMO VIRTUALE di G.P.

Non se ne può più dei barricaderos sinistrorsi che stanno trasformando la Rai in un fronte di menzogna e di mucillagine disinformativa. E questi signori chiamano pure il brutto show di cui si rendono quotidianamente protagonisti libertà di espressione e resistenza al dispotismo, imposto via onde elettromagnetiche, dal tycoon di Arcore (da quasi 17 anni…e quanto ci vuole per imporre il regime?).

Un tempo la sinistra invitava la gente a spegnere lo schermo e a tuffarsi sui libri per prendere coscienza del mondo e di sé stessi, per recuperare una dimensione umana ed esistenziale, per arrestare quella metamorfosi antropologica che capovolgeva l’homo sapiens in homo videns. Certo, teoresi ugualmente sballate ma sempre meglio delle campagne odierne per la telelibertè, la telefratenitè, la teleegalitè. Meglio Debord che Fazio, insomma. Oggi, invece, il PD aduna i suoi militonti per erigere la difesa dei mezzi busti imbolsiti e tivùpredicatori materassai che confondono pixel e politica, mondo concreto ed immagini in scatola. Santoro, Annunziata, Dandini, Berlinguer (Bianca) sono questi i paladini della democrazia-spettacolo venduta un tanto all’onda sugli shares di nicchia dove s’inchiodano, come ipnotizzati, gli abbonati alle fiction di pessimo gusto. Come definire sennò la messinscena di un ex maiosta di Servire il Popolo che, qualche anno fa, in preda alle convulsioni elettrocatodiche apparve in pubblico cantando “O Bella ciao”?  Sant’Oro, così denominato per il cachet milionario delle sue prestazioni, avrebbe dovuto essere sbattuto fuori dalla Rai dopo quell’episodio penoso e nauseabondo. La Resistenza è stata una cosa seria e si dovrebbe avere più rispetto. Ed, invece, il nome di Michele, il prete rivoluzionario della sinistra a puntate, ce lo ritroviamo ancora sulle tavole sacre del palinsesto della televisione pubblica ad annunciare, come un profeta impazzito, l’apocalisse virtuale. Ricordo pure quando Michele, in trasferta in una trasmissione di Celentano, dopo una storica estromissione dalla Rai, andò a rivendicare il microfono, sottrattogli indebitamente dalle solite camicie nere berlusconiane in serial, per la salvaguardia della libertà che, guarda caso, coincide sempre con quella del suo portafogli. Sarebbe ora di finirla con queste repliche e telenovele di serie b ed offrire all'Italia qualcosa di culturalmente più elevato. Tra trash tv e falsi programmi di approfondimento pieni di vaffanculo ancora una volta il consiglio è quello di premere il pulsante off per leggersi un buon libro.