FINALE DI PARTITA PER EDISON (…e non solo)
A rilegger oggi l’articolo Finanza e energia, teatri di guerra uscito sul blog C&S del settembre scorso viene da dire che siamo diventati bravini nello spiegare il significato delle manovre strategiche che si svolgono sul teatro italiano (essendone l’autore m’imbrodo da solo).
Il governo italiano è stato infine cambiato appunto “dall’alto” (il dettaglio delle minacce fatte a B. non ci è noto, ma il meta-messaggio dell’assassinio di Gheddafi dovrebbe essere arrivato forte e chiaro). La credibilità (della nostra sottomissione alla) UE/USA è stata assicurata dai professori che “sanno le lingue”. Al posto di Stati Uniti d’Europa dotati di una politica sovrana, ci si concentrerà sul controllo dei bilanci degli stati indebitati da parte di un direttorio che sarà meglio definito a marzo 2012 in ambito UE, non senza aver ottenuto il via libera del Tesoro USA.
L’Inghilterra avrà salvaguardato la sua “autonomia” nel senso che ha messa al sicuro la sua quota di sovranità sui proventi del HFT (High Frequency Trading-IOC – vedi Laporta/Italia Oggi – http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1749802&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=Le%20transazioni%20ad%20alta%20frequenza%20sono%20oggi%20in%20grado%20di%20orientare%20i%20listini%20dei%20titoli%20dove%20meglio%20si%20crede ) che si realizza nei supercavi in fibra ottica che collegano la City con Wall Street, e di eurobonds non si parlerà più per un bel po’.
La BCE ha concesso un prestito a tasso agevolato alle banche, cui quelle italiane hanno aderito in massa, potendo scegliere fra varie opzioni su come “impiegare” il differenziale che si è automaticamente creato a loro favore rispetto ai tassi d’interesse dei BTP. Gli economisti si affannano a scrivere cosa farebbero loro per il bene delle famiglie e delle imprese italiane, con questa “cresta”: si salvano l’anima e a fine mese passano alla cassa.
I capitali libici sono stati sbloccati e parteciperanno alle necessarie operazioni di ristrutturazione di Unicredit (un po’ troppo esposta a est …), mentre il gasdotto Greenstream è stato riavviato, seppure a basso carico, in attesa di meglio definire il nuovo ruolo di Snam Rete Gas, cui provvederà il nuovo CdA, presieduto (si dice) da Bini Smaghi, ex BCE, che assicurerà una gestione perfettamente coerente con le direttive UE sulla “concorrenza” in tema di reti. E assicurando in questo modo quello “scambio di informazioni” auspicato da Ottinger a settembre, necessario per (s)governare lo sviluppo delle reti nazionali ed europee.
E’ infine di ieri la notizia di un vertice Passera-Proglio sulla questione Edison (articolo sul Corriere della Sera 23.12.2011 di F. Basso – pag.37). In realtà nel passaggio da Romani a Passera, la difficile posizione italiana non è migliorata affatto. Forse si riuscirà ad alzare un po’ il prezzo, se EDF accetterà l’”ultima” offerta fatta dai “cotonieri” italiani delle multi-utilities: tutte le centrali di EDIPOWER agli italiani in cambio di un contratto poliennale di acquisto del gas naturale e soldi cash. Dietro l’apparenza del muso duro nazionale sta la “vasellina” della fornitura di gas che garantirebbe a EDF di penetrare nel mercato italiano da protagonista: condizionando direttamente in casa loro ENI ed ENEL, coronando l’obiettivo strategico della diversificazione verso un ruolo crescente di gas company ed assicurandosi la vendita del gas algerino del nuovo gasdotto GALSI. Con il sostegno delle “municipalità” italiane (da comuni capaci di condizionare finanziariamente le monarchie europee, a vassalli delle repubbliche ex-giacobine, mah!). Le quali assicurano la loro sopravvivenza e quella dei loro partiti di riferimento per l’avvenire.
In fondo ha ragione King George: non si tratta di sospensione della democrazia, per carità, non si vuole una guerra civile italiana. Si tratta di adattarsi alle nicchie che si creano o che sono lasciate libere dai nuovi governanti stranieri. Il prezzo lo pagano i soliti, fin dalla mattina, quando accendono il gas sotto al caffè.
Saluti, Red
Roma 24 dicembre 2011