FUORI DAI DENTI, di GLG 9 feb 13
Se si va avanti così, si rischia di far diventare meno antipatico il “coniglio”, perché i suoi avversari sono una cloaca a cielo aperto, con odori sempre più nauseabondi che ci investono e ci fanno temere una terribile pestilenza di tipo medievale. La destra è di una rozzezza e anche di una ribalderia che lascia senza dubbio attoniti. La sinistra è tuttavia l’annientamento di ogni briciolo di sovranità italiana, e non nel semplice senso del liberismo insensato e del filo-americanismo da venduti e servi nemmeno tanto ben pagati. Non ci si obietti che ormai destra e sinistra sono denominazioni senza significato, che vedere una differenza fra loro è pressoché impossibile per chi non si attenga alle semplici etichette. Per certi versi è vero, ma non si pensi che siano perfettamente eguali, che la loro competizione sia soltanto per il governo (e il sottogoverno). Certamente questo scopo è prioritario, tuttavia ci sarà qualche motivo perché quando sento parlare un destro mi viene da correre in bagno a vomitare, mentre quando sento un sinistro digrigno i denti e istintivamente porto la mano destra al fianco, dove però non porto alcuna pistola (e del resto non so sparare, per cui mi salvo da “grane”).
La sinistra continua a cianciare di operai e lavoratori (intendendo solo i salariati). In realtà, è pronta ad aiutare la magistratura a distruggere le poche realtà industriali veramente importanti per dare un minimo di forza al nostro paese, per favorire i “cotonieri”, i farabutti dell’industria/finanza più strettamente legati agli Usa, che ormai ridurranno il nostro paese a semicolonia; e sono talmente inetti e sanguisughe che nemmeno ne faranno il “paradiso” dei miliardari americani che vogliano godere del Sole, di buona cucina e quant’altro. I lavoratori di riferimento di simile “sinistra” sono quelli dei settori improduttivi (nel senso più letterale del termine, non in quello scientifico di Marx); non sono scansafatiche, ma mal diretti da furfanti posti ai vertici di dati apparati elefantiaci dalla sinistra, da politicanti che mai hanno svolto un qualsiasi lavoro socialmente utile. E quale desiderio e impulso a lavorare possono avvertire quando non sanno che fare, si intrigano l’un l’altro da quanti sono, ecc.?
Una parte della destra ciancia invece a favore del ceto medio. Voi direte; ma che cos’è? Come si distingue in questo confuso ammasso chi ha vera utilità e produttività e chi la “sfanga” in lavori mal definiti? Non importa, è in questo ammasso che dovranno ormai emergere, nel mondo moderno, nuovi strati sociali adatti alla conduzione di settori produttivi più avanzati e magari di carattere strategico. Difendiamo per carità il lavoro salariato, è giusto che abbia retribuzioni da vivere civile e senza troppi patemi d’animo. Tuttavia, non si può consentire il massacro dei ceti medi per mantenere milioni di elettori di sinistra, pescati appunto tra i lavoratori dei settori meno utili o quanto meno enormemente sovradimensionati rispetto ai bisogni di un normale ed efficiente sistema produttivo nazionale.
Volgiamo pure la nostra attenzione alla politica estera; e dovremo trarre conclusioni simili. La destra ha partecipato (ma con dei distinguo non indifferenti) alla turlupinatura delle “rivoluzioni della primavera araba”. Lo stesso loro leader, il “coniglio”, ha tradito “l’amico Gheddafi”, lo ha lasciato massacrare dai sicari di Obama (di quei dati ambienti statunitensi intendo ovviamente dire). Tuttavia, ha almeno affermato – sia pure “a babbo morto”, atteggiamento sempre disgustoso – che si è trattato di aggressione ad una libera nazione, che non c’è stato alcun coordinamento e decisione comune, che Gheddafi era amato dal suo popolo, ecc. ecc.
La sinistra, invece, ha osannato la “primavera araba”, ha gioito del massacro libico, ha aderito alle più mostruose menzogne (ha subito accettato le balle delle fosse comuni vicino Tripoli o dei bombardamenti aerei sulla piazza principale della Capitale, affollata di “democratici in lotta per la libertà”, balle smentite in breve volger di tempo). Abbiamo sentito il vero capo di questa sinistra ultrafilo-americana, Napolitano, sostenere che dovevamo adempiere i nostri doveri verso la Nato nell’aggredire il libero paese per sottometterlo alle smanie di Obama. Questa la differenza tra (parte della) destra e sinistra; sia quindi in politica interna che estera non sono esattamente la stessa cosa.
Non accetto in questa specifica fase storica il “meno peggio”, e quindi non andrò certo a votare nessuno dei due schieramenti; e nemmeno quelli che – onestamente o furbescamente, non m’interessa – recitano l’antipolitica. Tanto meno i miserevoli rigurgiti di una “sinistra radicale”, che è ormai soltanto una disperata difesa della propria nullità e ribalderia da parte dei suoi dirigenti e la manifestazione di una vera patologia da parte dei seguaci. Sono però conscio che, quando vincerà, come credo, la “sinistra” (nel senso che c’è già un pateracchio per governare con Monti e il sedicente “centro”), inizierà la discesa agli Inferi dell’Italia. Desidero sia rapida, di modo che si verifichino tali sconvolgimenti (e impoverimenti) del ceto medio da provocare infine qualche “sana” reazione di rigetto. Non è sicuro, sia chiaro, solo sperabile.
La “sinistra” è un grosso flusso di agenti patogeni, penetrato nel corpo italico per ucciderlo e viverci poi da saprofita. Normalmente, un organismo sano ha i suoi “soldati”, i globuli bianchi, che si oppongono agli invasori e li annientano. E’ però indispensabile la sussistenza di un midollo spinale funzionante, che li produca. Il ceto medio (nel senso di una sua decantazione con emersione dei suoi settori vitali per il paese) dovrebbe essere questo midollo spinale. Al presente sembra proprio che siamo degli invertebrati. Speriamo per il futuro. Resti un punto fermo: la “sinistra” è l’agente patogeno per eccellenza, quello che apporterà la morte sicura. In futuro chiarirò che questa non è nemmeno “sinistra”, giacché usurpa perfino il nome di coloro che comunque erano per un riformismo interno al sistema capitalistico. La nostra “sinistra” non è una simile forza riformista (la socialdemocrazia), è gentaglia senza dignità né onore, sempre in vendita, piena zeppa di traditori pronti a rinnegare chiunque; non rinnegano gli Usa solo perché farebbero una brutta fine, la fine di tanti Bin Laden.
Quindi basta destra e sinistra, ma non semplicemente perché si tratterebbe di etichette di eguale contenuto. Abbiamo a che fare con specie diverse di “pessimi soggetti”. L’importante è sapere che da una parte stanno i più pericolosi, quelli che uccideranno ogni speranza di questo paese. Sono pure i più odiosi perché si fingono morali e nel contempo più colti, intellettuali, maggiormente preparati politicamente. Se per preparazione s’intende il servire meglio lo straniero (e i “cotonieri” italiani legati agli interessi di questo straniero, che è poi lo statunitense), non vi è dubbio cha da una parte stanno i migliori servitori, i migliori annientatori del nostro paese e del suo sistema di vivere civile. Non andiamo a votare i loro avversari, pieni di compromessi e di viltà; ma se per caso scendessero un giorno in campo i veri “liberatori”, i “leucociti” prodotti da un rinnovato “midollo spinale” (un infine decantato e più limpido e decifrabile ceto medio), accogliamoli con entusiasmo e aiutiamoli nelle loro meritorie operazioni difensive.