Geopolitica dei gasdotti: un piccolo segnale dall’Italia (di Piergiorgio Rosso)
La notizia è la seguente: SNAM ha firmato il 12 maggio u.s. un accordo con la spagnola ENAGAS per condurre uno studio di fattibilità per la costruzione di un gasdotto che unisca le due nazioni.
Perché è importante: la Spagna ha una capacità di rigassificazionedel GNL importato (da USA, Qatar e … Russia) pari a ca. 70 miliardi di m3, utilizzata solo al 25-30%. Dopo aver saturato i consumi interni, le esportazioni negli altri paesi UE sono limitate dal collo di bottiglia al confine con la Francia, non interessata a svilupparlo. L’Italia, che attualmente dipende per ca. il 40% del suo consumo di gas naturale dalle importazioni provenienti dalla Russia via Ucraina, è in cerca di fornitori alternativi nel caso (che pure crediamo improbabile) di blocco totale delle forniture russe.
Questa mossa si presta a varie considerazioni aventi tutte implicazioni strategiche.
Non è un mistero che la sospensione a tempo indefinito dell’avvio del gasdotto North Stream 2 abbia danneggiato anche l’Italia, checché se ne dica negli ambienti politici italiani. Poter contare su una via di transito alternativa al passaggio in Ucraina avrebbe in parte abbassato il prezzo alla frontiera italiana – per minori tariffe di transito complessive – ma soprattutto aumentato l’affidabilità delle forniture, altrimenti soggette ai “difficili” rapporti diplomatici fra Russia, Ucraina e NATO, cioè USA.
Abbiamo già discusso in questo blog i discutibili vantaggi per l’Italia del nuovo gasdotto EASTMED e non ci ripeteremo.Dotarsi di ulteriori rigassificatori è cosa possibile ma dai tempi incerti. In questo contesto l’alternativa immaginata da SNAM ha sicuramente un senso industriale, considerate le competenze accumulate nella filiera italiana di progettazione, fabbricazione e posa di gasdotti sottomarini.
Ma ha anche senso geopolitico: addolcisce i rapporti con la Spagna con la quale siamo in competizione per rinegoziare nuove capacità gasiere dall’Algeria; soddisfa l’egemone USA dal quale potremo importare quota parte del nostro fabbisogno di GNL via Spagna (senza chiudere la porta al GNL russo proveniente dalla stessa via …); mette in difficoltà nella UE il partito di quelli che vorrebbero ridimensionare la (ahimè residua) potenza manifatturiera e industriale italiana, rilanciando la rendita di posizione mediterranea dell’Italia; by-passa la Francia geograficamente, politicamente e anche economicamente, nella misura in cui siamo nella posizione scomodo dell’acquirente bisognoso della sua energia elettrica (da fonte nucleare).
Da ultimo, ma non per ultimo, permette di dispiegare il valore politico di uno strumento industriale come la filiera nazionale della grande industria del settore energetico.
Considerazioni che meriterebbero di essere al centro della discussione politico-strategico italiana.