GIOCO SEMPRE PIU’ SCOPERTO, di GLG
Lo scontro si sta facendo sempre più aperto e i vari personaggi, tutti riveriti dai “sinistri” e “destri” (berlusconiani in specie), vengono allo scoperto. Draghi partecipò alla famosa riunione sul panfilo Britannia (1992), dove non si discusse solo della privatizzazione graduale della nostra industria pubblica. Era crollato il sistema “socialista” europeo (1989) e l’Urss (1991) erimaneva l’unica superpotenza statunitense. Si ritenne arrivato il momento di spazzare via la prima Repubblica, dando il potere ad un nuovo regime formato dai postpiciisti e sinistri diccì (regime già in preparazione quando si fece fuori Moro e l’emissario del Pci volò a Washington in viaggio “culturale”); operazione riuscita solo a metà per l’inettitudine dei nuovi servi cui si diede l’incarico di obbedire ciecamente agli Usa, mossa compiuta non mediante lotta politica ma tramite l’operazione “mani pulite”. Questa iniziò nel febbraio ’92 (ma credo fosse già pensata da tempo e si era in attesa del momento buono); sono convinto che se ne discusse abbastanza sul panfilo Britannia all’inizio di giugno di quell’anno.
Draghi lo troviamo poi a favorire la vendita di un pezzo importante dell’industria pubblica, la Telecom. Egli non si presentò ad esercitare la golden share per impedire simile decisione del governo D’Alema a favore dei “capitani coraggiosi”, pezzo non irrilevante di certa imprenditoria “cotoniera” che da sempre appoggia i “sinistri”, da questi essendo “ben trattati”. Draghi fu poi premiato diventando alto dirigente della Goldman Sachs dal 2002 al 2005; e sappiamo bene come le alte cariche in questa banca siano sempre state sia premio sia trampolino di lancio per ancora più alta fortuna. Nel 2005, infatti, quest’uomo diventa governatore della Banca d’Italia. Nel novembre 2011 – strana coincidenza: periodo in cui, tramite spread e giudizi negati della agenzie di rating (di cui si aspetta anche oggi il sicuro giudizio ultra-negativo sul governo italiano), si fa fuori Berlusconi e si porta al premierato Monti (con voto negativo della sola Lega) – Draghi approda alla BCE, da cui se ne andrà fra breve. Si è parlato del grande appoggio dato da questa Banca Centrale al governo italiano; ma solo finché quest’ultimo era un servitore tranquillo dell’establishment statunitense facente capo ai repubblicani tipo i Bush e ai democratici tipo Bill Clinton e Obama. Adesso, egli si scopre e va all’attacco dei “populisti”, appoggiati dal centro strategico statunitense che ha espresso Trump; da cui si è distaccato (solo tatticamente) Bannon per avere mani ancora più libere in Europa per contrastare (anche cadesse Trump) il ritorno dei vecchi gruppi dirigenti obamian-clintoniani.
Il gioco è sempre più scoperto, ma i venduti nostri “informatori” di TV e stampa – nonché il ceto intellettuale sessantottardo e i suoi successori ancora più verminosi – sono all’attacco per oscurare la verità e cercare di riportare al potere i servi più servi dei più disastrosi fra i pre-potenti Usa (gli obamian-clintoniani appunto). Non è questione di persone, sia chiaro. Potrebbe trattarsi di qualsiasi altro chiamato “vattelapesca”, ma i banchieri (centrali o meno) come le presidenze dei principali paesi europei stanno a guardia della vecchia politica, ormai non più adatta comunque al crollo del sistema bipolare e al crescente multipolarismo. Speriamo che questo processo acceleri e spazziintanto via il vecchio establishment. Se ciò felicemente avvenisse, si semplificherebbe lo scontro tra il blocco europeo “di nuovo tipo” centrato sugli Stati Uniti (magari pur essi rinnovatisi rispetto ai loro decrepiti gruppi dirigenti) e altri paesi, dove finalmente si siano affermate forze politiche e sociali che intendano realmente affrancarsi dall’arrogante paese d’oltreatlantico e operino per formare un nuovo gruppo di “alleati”. Personalmente, continuo a prediligere un bel connubio tra Italia, Germania (paesi che si siano però totalmente rinnovati quanto a dirigenza politica) e Russia (che mi sembra andare bene già così com’è). Battiamo con perseveranza il ferro in questa direzione.