GLI AMICI DELLA COSTITUZIONE di G.P.

 

Per il 25 aprile l’Associazione Nazionale Partigiani ha redatto un manifesto unitario delle forze democratiche antifasciste. Nello stesso si può leggere che “a sessant’anni dal primo gennaio 1948, da quando essa (la Costituzione, ndr), entrò in vigore l’Italia sta correndo nuovi pericoli. Emergono sempre più i rischi per la tenuta del sistema democratico, come evidenti si manifestano le difficoltà per il suo indispensabile rinnovamento. Permangono d’altro canto, i tentativi di sminuire ed infangare la storia della Resistenza, cercando di equiparare i repubblichini, sostenitori dei nazisti ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati […]”.

Non è difficile immaginare come si componga lo schieramento dei difensori dell’ordinamento democratico odierno, accorsi a firmare questo manifesto. Le forze che proteggono la libertà di tutti noi e la sacralità biblica della Costituzione vanno dal Pd, al Prc, al Pdci, ai Verdi, al mondo delle Acli ecc. ecc.

Ciò che Veltroni aveva diviso in campagna elettorale ce lo ritroviamo nuovamente unito sotto i vessilli dell’antifascismo il quale, ovviamente, è una di quelle anticaglie ideologiche immutabili dei partiti della sinistra (quelli che dei valori della resistenza e della medesima Costituzione che da essi deriva ne hanno fatto un feticcio anacronistico).

Naturalmente, i pericoli per la tenuta dell’ordine democratico provengono, ancora una volta, dallo schieramento avversario, il quale, seppur legittimato democraticamente dal voto popolare, non ha diritto di guidare il governo perché si affida ad un leader dispotico e accentratore. In sostanza, si sta dicendo alla maggioranza degli italiani che, con la loro scelta scriteriata del 13 Aprile, hanno riaperto la strada al fascismo o ad un’altra pseudo-dittatura con a capo un tycoon che sevizierà le loro menti con le soubrettine ed i reality show della Endemol. Vuoi mettere queste rappresentazioni di bassa lega con gli spettacoli impegnati dei nostri appassionati sinistri che si esprimono nei loro teatri d’avanguardia, nei cinema d’essais, nelle conferenze interminabili sull’esplosione della società umana nell’era del dominio della tecnica ecc. ecc.

Ma chi sono questi “Amici della Costituzione” e dell’antifascismo? A ben vedere, sono gli stessi che in questi anni hanno favorito l’ascesa di banche e finanzieri, con il loro codazzo di grandi industriali decotti. In questi giorni sono andato a rileggermi “Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850” di Carlo Marx dove ho trovato, sebbene in tutt’altre condizioni storiche, un paragrafo che sembra calarsi perfettamente sull’attuale situazione italiana: “In un paese come la Francia (diciamo l’Italia di oggi), dove l’entità della produzione nazionale è enormemente inferiore all’entità del debito nazionale, dove la rendita dello Stato costituisce l’oggetto più ragguardevole della speculazione e la Borsa il mercato principale per l’impiego del capitale che voglia essere utilizzato in modo improduttivo, in un paese siffatto una massa innumerevole di gente di tutte le classi borghesi o semiborghesi deve essere interessata al debito dello Stato, al gioco di Borsa, alla finanza. Tutti questi partecipanti subalterni non trovano essi i loro naturali appoggi e i loro capi nella frazione che difende questi interessi nella misura più colossale, nella loro totalità?

Qual è la causa del fatto che il patrimonio dello Stato cade nelle mani dell’alta finanza? E l’indebitamento continuamente crescente dello Stato. E qual è la causa dell’indebitamento dello Stato? È la permanente eccedenza delle sue spese sulle sue entrate, sproporzione che è nello stesso tempo la causa e l’effetto del sistema di prestiti di Stato.”  In verità, più che di prestiti di Stato oggi si dovrebbe parlare di elargizioni a fondo perduto alla GF & ID la quale ha ottenuto, soprattutto dalla sinistra, le risorse necessarie alla propria sopravvivenza, accelerando il processo di disintegrazione del nostro Sistema-paese. E’ stata l’assenza, se non addirittura il sostegno, della politica a favorire l’avanzata della parte più retriva della classe dominante che ora lancia i suoi alti lai perché vede in Berlusconi un poco accondiscendente Presidente del Consiglio.

I vecchi schemi sociali sono definitivamente caduti ed oggi dobbiamo sperare che sia un liberista come Tremonti a mettere un freno agli appetiti di banche e industrie statalmente assistite (ricordiamo che il sunnominato aveva già tentato di mettere mano ad un riforma sulle fondazioni bancarie e alla stessa Bankitalia  che cercò di nazionalizzare), mentre la Lega, nuova forza popolare, già s’impegna a fare sue problematiche sociali che fino a ieri erano di esclusivo appannaggio della sinistra.

Purtroppo per noi gli amici della Costituzione non si annidano solo tra le forze democratiche del parlamento (e di quelle ormai extraparlamentari della fu sinistra radicale) ma sono presenti anche in quel sottobosco similrivoluzionario che sostiene di essersi slegato dalle dicotomie del passato.

Non farò nomi per non aprire altre polemiche, ma ho letto ultimamente che questi capipopolo stanno già richiamando le forze vive dell’antagonismo intorno ai principi fondamentali sanciti dalla Costituzione. Anche per questi tipi umani valgano le considerazioni marxiane (sempre mutatis mutandis) esplicitate nel testo di cui sopra, poichè come fa questa gente a non comprendere “che la interpretazione della Costituzione non spettava a coloro che l’avevano fatta, ma ormai solamente a coloro che l’avevano accettata? Che la sua lettera doveva essere interpretata secondo il suo spirito vitale e che lo spirito borghese era il suo unico spirito vitale? Che Bonaparte e la maggioranza monarchica dell’Assemblea nazionale erano gli interpreti autentici della Costituzione come il prete è l’interprete autentico della Bibbia, e il giudice l’interprete autentico della legge?”

Non ho null’altro da aggiungere