Guerra in Siria di GLG

gianfranco

Una volta tanto debbo indicare “Il Giornale” come l’unico o quasi giornale che mantiene un atteggiamento equilibrato. “Corriere” e “Repubblica” (per la verità ho sentito in TV un giornalista di questo quotidiano esprimere dubbi) non lo dicono forse in modo netto, ma da come espongono i fatti sembrano avallare le menzogne relative ai gas usati in Siria l’altro giorno. Il “Fatto quotidiano”, il più vergognoso, parla direttamente del legittimo governo di Assad che gaserebbe i civili. “Il Giornale” (on line) quanto meno mette in luce come nulla sia provato e si stia conducendo una campagna anti-russa da ormai un bel po’ di tempo – campagna guidata da chi è accusato da altri ballisti suoi compatrioti di essere stato favorito dalla Russia per essere eletto presidente degli Stati Uniti – non solo senza grandi prove e con fonti di informazione degli islamici radicali, appoggiati dagli Usa e paesi arabi a questi collegati, ma contravvenendo alle più elementari regole del buon senso.

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In effetti, fa semplicemente ridere l’idea che chi è pressoché alla fine della campagna vittoriosa contro i ribelli si metta ad usare il gas quando ormai non ce n’è più bisogno. Sono semmai i ribelli sconfitti (ma non loro direttamente, essendo solo strumento dei criminali statunitensi e dei loro servetti europei) a cercare di confondere le carte. Si tratta dello stesso atteggiamento, che solo quote di popolazione totalmente rimbecillite possono accettare, tenuto nel dichiarare che sarebbe stata avvelenata (e direttamente su ordine di Putin) la ormai famosa ex spia russa. Era in carcere in Russia, condannata a 30 anni. Le hanno abbonato 24 anni e dunque nel 2010, dopo sei anni di carcere, i russi l’hanno liberata e spedita in Inghilterra, dove da otto anni viveva tranquilla in luogo del tutto noto, a viso scoperto. Improvvisamente, a due settimane dall’elezione presidenziale in Russia, sarebbe stata avvelenata su ordine del presidente russo. E l’unico documento, mostrato a iosa, è la spia che barcolla stordita ed è fatta salire su un’autoambulanza. Della figlia, pur essa avvelenata, nessuna ripresa. Non è stata ammessa nessuna visita in Ospedale (dove si è detto che gli “avvelenati” erano arrivati in fin di vita) che potesse appurare in che stato realmente si trovassero. Poi, dopo un tempo nemmeno troppo lungo, si ha la telefonata della figlia ad una parente (che si è tentato di far passare per falsa per un paio di giorni e poi ci si è dovuti rassegnare all’atto di stupidità di costei), in cui essa diceva di star benone e che anche il padre era nelle stesse condizioni. Una enorme montatura, assai probabilmente costringendo i due a partecipare alla commedia dell’avvelenamento, mai documentato – lo ripeto – da una visita ospedaliera di personale “neutrale” rispetto alla nuova escalation di un “occidente” in crisi che tenta di indicare il “nemico esterno” da colpire quale causa di tutti i mali del mondo, di cui è invece responsabile, praticamente al 100%, proprio questa “civiltà” ormai sfibrata e disfatta.

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Anche questo articolo mi sembra positivo e corretto per l’informazione che fornisce della escalation di cui ho sopra parlato. Constato semplicemente che sono all’opera gli stessi paesi che hanno massacrato – sotto la presidenza Obama e seguendo la strategia del caos di quel periodo – la Libia, creando la situazione di enorme confusione e pericolo costante, che stiamo da quel momento vivendo. Ufficialmente allora gli aggressori furono Francia e Inghilterra, precedendo perfino la formale decisione della Nato (poi subito arrivata e avallata anche dall’Italia). Dietro vi erano però anche allora gli Stati Uniti che lanciarono da navi nel Mediterraneo alcune decine di missili distruggendo aeroporti e aviazione libici, ecc. ecc. Adesso, senza tanti infingimenti, i tre paesi, pericolo massimo per la pace mondiale, agiscono apertamente in combutta, mostrando il loro vero volto. Oggi ci vorrebbe per loro un bel processo tipo Norimberga (ma al quadrato, anzi al cubo), per condannare i loro crimini, perpetrati dalla fine della seconda guerra mondiale in ogni dove.