I boia

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Boia

 

 

 

 

 

I boia siamo noi.

“Perché è giusto mostrare la foto del boia”
“L’immagine del corpo di Sinwar è un documento storico, come Ceausescu e Saddam”.
“Guardate – dicono quelle istantanee – il dittatore è morto. Il male ha perso. E questa immagine ne è testimonianza.”

Così scrive “Il Giornale” e pubblica le foto dei cosiddetti dittatori, il “male” annientato evidentemente dal “bene”, che poi saremmo noi occidentali, la civiltà superiore per autoinvestitura. Un bene fin troppo autoproclamato senza un giudice terzo a stabilire chi è più carogna tra nemici contrapposti.
Eppure tutti quei presunti boia sono stati uccisi a casa loro. Siamo stati noi, il bene, ad andare in trasferta, in campo esterno, per ammazzarli ed esporre i loro corpi martoriati ed esanimi. Che strano bene quello che mette in scena il male, il quale però resta nel suo inferno e non viene a portarci quasi mai le fiamme sull’uscio della porta. Quanti ne avrà ammazzati Gheddafi? E Saddam? Quanti Sinwar? E bin Ladin? Scommetto che tutti insieme costoro non arrivano alla pila di cadaveri innalzata da uno qualsiasi dei presidenti americani nel corso di qualche secolo di storia. E non solo da questi. Quanti morti avrà fatto il colonialismo inglese? E quello francese? Il tedesco? E l’Italiano? E quanti ne ha sterminati la Nato? Israele?
Con un atto di accusa unilaterale del tribunale della civiltà, che giudica dittatori e macellai chiunque non lo aggradi, ci arroghiamo il diritto di eliminare leader e presidenti di altri paesi e con loro una buona fetta delle loro popolazioni.
Ci compiacciamo anche delle nostre gesta benevole che immortaliamo e “storicizziamo”. Il bene fa quel che gli pare. Provate a fare un esercizio contrapposto. Cosa avrebbero scritto i nostri giornali se fossero stati “storicizzati” i nostri leader anziché i loro? E con questi sistemi da farabutti?
Non ci sono innocenti e colpevoli ma tra colpevoli che si fingono innocenti e colpevolizzati a prescindere anche quando sono innocenti, bene e male diventano concetti più che relativi. E del resto lo sono. Soltanto andando oltre il bene e il male si trova ancora un po’ di verità che sbugiarda e toglie la maschera ai prepotenti che si nascondono dietro dio, la metafisica e la morale, sempre troppo doppia per essere trasparente. Non c’è alcuna giustificazione ai delitti e chi cerca di nascondersi dietro le sue ragioni è solo il più criminale di tutti. Ma il mondo gira come la storia e l’ora dei pianti arriva immancabile per tutti.