I filosofi parlano a vanvera (e non solo loro).

Multipolarismo imperfetto (2)

 

I filosofi, ormai ingarbugliatisi in visioni decadentiste del mondo, accusano la scienza di essere neopositivistica o scientistica. Non ho ben presente cosa questo possa significare. Forse che dovremmo ritenere ancora valida, per esempio, la riflessione sul tempo di un grandissimo filosofo come Aristotele (ad avercene di filosofi così oggi), il quale sbagliando credeva all’esistenza di un tempo universale laddove la teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che il tempo “scorre” a velocità diverse se cambia il potenziale gravitazionale? Ma questo è già un livello altissimo di dialogo che non riguarda il presente.
La filosofia, che una volta era in grado di offrire grandi spunti agli scienziati, si pensi ancora ad Einstein che trovava ispirazione nelle opere di Kant o Schopenhauer, è oggi ridotta a mera lamentela. Infatti, senza generalizzare, la “nuova” filosofia (che reinterpreta la vecchia stravolgendola) non serve a nulla mentre e’ utile solo ai falsi pensatori che scrivono testi ridondanti e pleonastici contro la deriva tecnica del mondo e lo smarrimento umano acquisendo immeritata fama e ricchezza. I filosofi che vanno contro la scienza sono veri ciarlatani. Prendete l’ultimo testo di Agamben contro la scienza, un testo miserabile e assurdo. Ovviamente, questo non autorizza gli scienziati a credere di avere in tasca quella verità universale o la sua ricerca esclusiva che, una volta, la filosofia avocava a se’. La Filosofia odierna è trastullo estetico di depensatori superficiali che si prendono pure il lusso di battagliare contro una scienza che hanno smesso di studiare e di capire da tanto. Sembrano persino così distanti certi mirabili saggi, come quello di Althusser, sulla “filosofia spontanea degli scienziati”.

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esistono anche cattivi scienziati, come scrive Enrico Bucci nell’omonimo libro. Quando sento un importante medico, molto presente in Tv in questa fase di pandemia, dire che “vale più la pratica della grammatica” comincio seriamente a pensare che ci sia troppa cialtronaggine in giro anche tra i nostri “competenti”. Del resto, considerato come il nostro paese risulti molto indietro ad altri quanto a ricerca e scoperte scientifiche vuol dire proprio che non esprimiamo il massimo dei cervelli da un po’ di tempo. Carlo Rovelli ci suggerisce di non confondere la scienza con gli scienziati. Va bene ma anche questa separazione non sempre è possibile o agevole. Occorre che tornino al centro concetti come quello weberiano per cui la scienza non è verità immutabile ma continuo superamento di se stessa.