I FONDI AFFONDANO di A. Cani

Su l’inserto di Repubblica – affari & finanza – del 24 novembre  è stata riportata, ma noi lo sapevamo già da molto tempo, la notizia del crollo dei Fondi pensione. Spicca il titolo in prima pagina:Fondi pensione,  allarme Usa” e poi continua “il settore, che ha un patrimonio di circa 26 mila miliardi di dollari investito per la maggior parte in Borsa, ne ha già persi oltre 2 mila con il crollo di Wall Street. Così rischia di minare le basi della finanza mondiale”.

sempre in prima pagina “ In Italia vacilla il secondo pilastro

“Il sistema dei fondi pensione, il famoso secondo pilastro, fa acqua da tutte le parti. Se non è il panico, poco ci manca. Lo si capisce da un rapido giro sui siti Internet: i fondi pensione traboccano di “comunicazioni agli aderenti” in cui si dà conto delle iniziative prese… i tentativi di rassicurazione la dicono lunga sul nervosismo. Qualche esempio a caso: il Folchim, il fondo pensione dei lavoratori chimici, in dodici mesi perde il 10% sulla linea Stabilità (un bilanciato) e il 5,3% sul Moneta, che ha il 100% del patrimonio investito in obbligazioni. Il Fondenergia  da inizio anno perde l’11% sulla linea bilanciata”.

Era il non lontano gennaio 2007 quando i lavoratori del settore privato sono stati costretti, in soli sei mesi, a scegliere se trasferire o meno il proprio TFR, il trattamento di fine rapporto, ai fondi pensione.

Ma come funziona il TFR? Capire il funzionamento del tfr è abbastanza semplice. Le aziende prelevano ogni anno dalla retribuzione dei propri dipendenti il 6,9% ed al termine del rapporto di lavoro rendono al lavoratore la somma accumulata. L’ammontare del tfr viene rivalutato annualmente di un 1,5%, nonché del 75% dell’inflazione registrata nel corso di ciascun anno. Questa rivalutazione costituisce il “rendimento” del tfr.

I fondi pensione, il cui capitale è formato dal denaro accantonato per la pensione da coloro che vi aderiscono, possono essere investiti in titoli di ogni genere. Quindi guadagnano o perdono, come riportato da Repubblica, a seconda dell’andamento dei titoli comprati. Appartengono quindi alla categoria dei capitali di rischio. Ne esistono di due tipi: Fondi chiusi e Fondi aperti. Ai Fondi Chiusi possono aderire soltanto i lavoratori di una data  categoria. Ad esempio al Fondo “ESPERO” possono aderire  solo i dipendenti della scuola, a quello “COMETA” solamente i metalmeccanici. Questi Fondi sono gestiti dagli imprenditori e dai sindacati; ogni due anni alla presidenza del Fondo si alternano un rappresentante del padronato e un dirigente sindacale.

Questa e la ragion per cui i sindacati concertativi hanno con determinazione portato avanti una campagna di lusinghe e promesse per convincere i lavoratori ad aderire ai Fondi Pensioni. I Fondi rappresentano il modo più semplice per rastrellare un bel po’ di denaro per il mantenimento di quelle imprese d’affari in cui si sono oramai da tempo trasformati.

Per far aderire i lavoratori,  visto che nessun lavoratore un po’ informato accetterebbe di affidare la propria liquidazione ai fondi pensione hanno escogitato l’imbroglio del meccanismo del silenzio/assenso:  il tfr finirà automaticamente in un Fondo pensione se il lavoratore non esprime per iscritto la volontà di lasciarlo in azienda. Chi ha aderito ai Fondi, in base al modello di Statuto emanato il 13 novembre 2006 dalla COVIP, potrà revocare l’adesione e aderire ad un altro Fondo solo dopo due anni. Questo Statuto, inoltre, al comma 2 dell’articolo 12 dichiara poi che, in caso di licenziamento, solo dopo un anno di disoccupazione si potrà richiedere il 50% di quanto versato, mentre la totalità del TFR versato si potrà riavere soltanto dopo 4 anni, e solo se si è ancora senza lavoro.                                                                               

Finchè i lavoratori potevano contare su pensioni decenti, erogate dal sistema pubblico a ripartizione, non vi era ragione per attivare quelle integrative private.

                                                                                

Per costringere i lavoratori ad aderire, negli ultimi quindici anni, tutti i governi succedutisi, di centrodestra ma in particolar modo di centrosinistra, non hanno fatto altro che modificare in peggio i meccanismi di calcolo delle pensioni (metodo contributivo al posto del retributivo), aumentando i contributi versati dai lavoratori ed innalzando l’età pensionabile: già oggi si va in pensione mediamente con il 70% dell’ultimo stipendio, la pensione di anzianità sta per scomparire, quella di vecchiaia verrà tra breve portata a 67 anni (65 per le donne). 

Dunque quegli stessi che riducono le pensioni, poi chiedono di cederli il tfr per farsi la pensione integrativa, perché le pensioni non bastano più per vivere. Con la differenza che mentre prima le aziende trattenevano il TFR dei lavoratori fino a che non fosse cessato il rapporto di lavoro e lo potevano investire liberamente come meglio ritenevano. Potevano impiegarlo in operazioni finanziarie sbagliate, ma a fine rapporto dovevano restituire intatto il TFR.  Con l’adesione ai Fondi invece, se gli investimenti vanno male anche i lavoratori ci rimettono, cioè se va male non sono obbligati a restituire i  soldi.  In questo modo il capitale raggiunge il suo vero obiettivo: cointeressare i lavoratori al buon andamento del loro sistema economico. Ad esempio, se un Fondo Pensioni ha investito su una impresa che costruisce armamenti. Sono tra quelle che in Borsa vanno meglio e ancor meglio quando c’è qualche guerra in giro per il mondo; si dovrà allora auspicare che i  conflitti durino a lungo oppure che scoppi qualche altra guerra per veder crescere i propri risparmi. Un altro esempio poniamo che il Fondo Pensioni investa in azioni dell’Alitalia possiamo star certi che le azioni dell’Alitalia torneranno a salire appena l’azienda e i sindacati riusciranno a far ingoiare il “piano licenziamenti” ai lavoratori allora i lavoratori di altre aziende, ma che possedessero azioni di quella impresa, dovranno sperare che quei licenziamenti avvengano. E mai scenderebbero in lotta in sostegno dei propri compagni di quella azienda. Potremmo andare avanti all’infinito con questi esempi, ma il vero obiettivo del potere, aiutati egregiamente da Sindacati e partiti di destra e sinistra, consiste nella cooptazione dei lavoratori nel loro sistema corrotto.                                     

Se questi lavoratori raggirati da questi rispettabili banditi inseguiranno con i forconi Sindacati e partiti, in particolar modo i sinistri, avranno tutte le loro ragioni e tutta la nostra solidarietà.