I legami del Mossad con Riad e FETÖ, a cura di P. Rosso
I legami del Mossad con Riad e FETÖ per attaccare la Turchia – da DAILY SABBAH del 21.4.2020
Riportiamo ampi stralci di una articolo – da noi tradotto – uscito sul giornale filogovernativo turco DAILY SABAH chiaramente ispirato dai servizi turchi. Lo troviamo interessante non solo per alcune rivelazioni sulle attività ibride del Mossad dirette a danneggiare Turchia e Iran tramite l’utilizzo dei media e dei social-media, ma soprattutto perché – attraverso i vari livelli di lettura dell’articolo che sono possibili – conferma indirettamente come la Turchia si stia muovendo nello scacchiere medio-orientale e del Mediterraneo con una certa autonomia, pur non abbandonando l’appartenenza alle alleanze militari e la prossimità alle organizzazioni filo-occidentali (NATO e UE in primis). Questa autonomia politica le è permessa certamente dalla peculiare posizione geografica, che però è utilizzata dentro un sistema ideologico, che in patria è risultato finora vincente, fondato sulla religione e sui richiami alla storia della nazione turca. Quello che in occidente viene chiamato un po’ semplicisticamente “disegno neo-ottomano”.
Un sistema ideologico elaborato nel tempo da quella fazione di élite turca che si è coagulata attorno al partito AKP e che si dimostra ancora in grado di esercitare un notevole grado di egemonia nella società turca, anche nelle fasi di acute crisi internazionali sia quelle “economiche” che quelle “politiche” (in realtà per noi di C&S, aspetti di superficie di un unico scontro prevalente, quello strategico dentro e fra le diverse formazioni sociali – Paesi per lo più – in competizione fra loro).
La recente vicenda della liberazione della cooperante italiana Romano ha portato alla ribalta il ruolo della Turchia nel corno d’Africa, ma già da tempo esso si rivela determinante in tutta l’area mediterranea dai Balcani alla Libia, dagli accordi energetici a quelli militari.
Inutile sottolineare a questo punto come appaia in questo contesto ancora più necessario che l’Italia si doti prima possibile di un equipollente apparato politico ed ideologico capace di conquistare i “cuori” della nazione, così come di attuare mosse strategiche vincenti sulla scacchiera mediterranea, pur considerando i rilevanti interessi che qui collocano sia la potenza globale ancora egemone (USA) che quelle che le contendono il primato (Cina e Russia).
Buona lettura.
I dettagli della oscura rete di intelligence e terrore creata da Israele, Arabia Saudita ed i terroristi Gulenisti (FETÖ) utilizzando i media, sono stati scoperti.
Le operazioni condotte attraverso i media negli ultimi anni eguidate dall’alleanza di Israele, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e FETÖ, che è una struttura di terrore e spionaggio, sono venute alla luce una ad una.
[…].
È sorprendente che gli obiettivi comuni di queste operazioni siano la Turchia e la sua Agenzia di intelligence nazionale (MİT). Il 18 marzo, è stato pubblicato un articolo su Intellitimes.co.il, uno dei siti web operativi di Israele, con il titolo “Scoperta: le immaginidella sezione Quds di intelligence iraniana in Turchia“. La foto dell’articolo raffigurava il territorio turco, più della metà del qualeera coperto da bandiere iraniane.
In precedenza, il Daily Makor Rishon, noto per la sua vicinanza al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, aveva usato le seguenti affermazioni nell’articolo di Pazit Rabin con il titolo “Il Sultano e Soleimani“, che mostravano come obiettivo il capo dell’intelligence turca Hakan Fidan: “Ora che Qassem Soleimani è sepolto sottoterra, è tempo di concentrarsi sulle cospirazioni del suo gemello, Hakan Fidan“.
Rabin nel respingere ogni accusa di minacce nei confronti di Fidan, in una dichiarazione che ha dato allo scrittore turco indipendente, finanziato dai sauditi, Benan Kepsutlu il 30 gennaio, ha così sintetizzato la tesi principale del suo articolo: “La fonte d’ispirazione di Qassem Soleimani sono le idee di Hakan Fidan e dell’ideologia neo-ottomana di Davutoğlu (ex Primo Ministro)“.
In effetti, cercare di stabilire un legame così strutturato tra il capo dell’intelligence turca e l’Iran non è solo una questione di Israele. Vi è cooperazione e una voce unificata in questa materia,finanziata dal FETÖ, dagli Emirati Arabi Uniti e, di volta in volta, da Riyadh.
In passato, i funzionari di polizia e i pubblici ministeri di FETÖ hanno tentato di arrestare migliaia di persone in Turchia – compresi politici di alto rango, burocrati, soldati, uomini d’affari,giornalisti e diplomatici -nell’ambito del caso Selam-Tevhid nel 2010 con l’accusa di “svolgere attività di spionaggio per l’Iran“.
A seguito degli attacchi del 2012 alle missioni diplomatiche israeliane in India e Georgia, il caso della cospirazione Selam-Tevhid è stato ampliato dal Mossad aggiungendo al dossier informazioni condivise con il servizio di polizia sotto il controllo di FETÖ, e i cospiratori hanno tentato di includere Fidanattraverso l’intelligence fornita da Israele a FETÖ. […]. Inoltre, molti rapporti dell’intelligence confermano che FETÖ ha assicurato la sua rete di intelligence con Israele attraverso la diaspora ebraica negli Stati Uniti e ha finanziato Haaretz, uno dei principali quotidiani politici israeliani sulla scena internazionale, per la propaganda anti-turca. Non sorprende che l’articolo “AboutBlack Sites Turkey”, pubblicato in inglese e tedesco l’11 dicembre 2018 sul sito web tedesco di FETÖ Correctiv.org, includesse di nuovo notizie infondate e non comprovate sull’intelligence turca, e queste accuse sono state pubblicate su Haaretz come titoli.
Le straordinarie attività di spionaggio di Israele e l’omicidio di Khashoggi.
È noto che Israele svolge da anni le sue operazioni di spionaggio senza frontiere e regole, attraverso una serie di apparati, di agenti e di organizzazioni terroristiche alleate, nei paesi cui si rivolge. Le attività del Mossad comprendono l’uso di software di spionaggio illegale, interrogatori illegali e omicidi. Alcuni di questi software consentono l’accesso remoto alle applicazioni di comunicazione ampiamente utilizzate in tutto il mondo come WhatsApp, mentre altri consentono all’hacker di raggiungere il contenuto di tutti i tipi di dispositivi che si connettono a Internet che l’obiettivo utilizza. Di conseguenza, uno di questi programmi software israeliani, chiamato Pegasus, è stato utilizzato intensamente dall’intelligence saudita per tenere traccia delle attività di Jamal Khashoggi negli Stati Uniti e in Turchia, un processo che si è concluso con l’omicidio di Khashoggi. Mentre Israele ha nascosto il fatto che questo software sia stato utilizzato nel monitoraggio di Khashoggi, il suo alleato più potente, gli Stati Uniti, continua a offrire il software a servizio degli alleati del Golfo per danneggiare i paesi che prendono di mira o eliminare gli elementi dell’opposizione. In effetti, Israele ottiene anche enormi guadagni vendendo software di spionaggio per tracciare le attività di nemici e avversari dei paesi interessati attraverso società di software israeliane che operano in affiliazione con l’intelligence israeliana. Poiché il database principale di questo software di spionaggio si trova a Tel Aviv, Israele può seguire le attività di questi alleati con il sistema che essi finanziano.
Come funziona l’intelligence israeliana?
L’intelligence israeliana stabilisce società di facciata in alcuni paesi dei Balcani e dell’Europa centrale, come la B.D.C. in Serbia e prepara siti Web speciali attraverso queste società, che in realtà non esistono, dando uno spazio disponibile per le informazioni di contatto personali degli agenti del Mossad che devono coordinare le attività di intelligence sotto falso nome.
Successivamente sono assunti, a costi elevati, gli intermediari in grado di stabilire la comunicazione tra la persona designata e il personale del Mossad che parla la lingua e conosce la cultura della persona-obiettivo. Queste persone generalmente sanno di lavorare per l’intelligence israeliana perché svolgono più di un compito ma, a volte, queste persone pensano di lavorare senza avere dubbi per la compagnia di facciata.
Gli intermediari del Mossad che viaggiano nel paese in cui si trova la persona designata si presentano come uomini d’affari, lavoratori della compagnia di facciata, rappresentanti di un filantropo o difensori sfegatati di una questione che la persona-obiettivo ha a cuore. Trasmettono rapporti di intelligence ai servizi israeliani con software speciali sui loro computer e comunicano con l’agente segreto connesso tramite Skype, Viber o WhatApp.
L’intermediario che ottiene tranquillamente la fiducia della persona designata, a volte, in conformità con l’obiettivo dell’operazione, regala alla persona un telefono caricato con il software di spionaggio o invita la persona nei paesi del sud-est asiatico dove gli standard di sicurezza sono bassi, sotto le sembianze di un viaggio d’affari.
Queste persone, che accettano l’offerta con entusiasmo pensando di ottenere un guadagno significativo da un’attività commerciale o che riceveranno una grossa donazione per un programma non governativo, vanno incontro a situazioni spiacevoli in cui vengono interrogati, sottoposti a violenza o uccisi da squadre di assassini nelle case del Mossad o missioni israeliane in questi paesi.[…].
Spie giornalistiche dell’intelligence israeliana: Adi Lieberman
I giornalisti dissimulati svolgono un ruolo chiave nelle operazioni di intelligence di Israele. Uno degli esempi di spicco è AdiLieberman.
Una protesta su larga scala è stata condotta dai sostenitori delrivale riformista Mir Hossein Mousavi dell’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, nel 2009, quando Ahmadinejad è stato rieletto presidente. Dopo che l’uccisione di Neda Agha Soltan da parte di un cecchino durante la protesta – che in seguito fu chiamata Movimento Verde – suscitò un’enorme reazione, l’intelligence israeliana accelerò le sue operazioni contro l’Iran.
Il fidanzato di Soltan, Caspian Makan, che è fuggito dal Paese dopo essere stato arrestato dall’intelligence iraniana per aver rilasciato interviste alla stampa internazionale sull’assassinio, e Adi Liebermann, che era in realtà sotto copertura per il Mossadma sembrava lavorare come corrispondente del canale israeliano Channel 2, convinsero il presidente israeliano Simon Peres adincontrare Makan. I due si sono incontrati nel 2010 in presenza di Lieberman, che parla correntemente il persiano.
Lieberman, ebrea ashkenazita che ha imparato il persiano durante gli studi all’università israeliana Bar Ilan nella quale si è anche laureato il direttore del Mossad Yossi Kohen, è diventata popolare tra i dissidenti iraniani e i sostenitori di Mousavi durante le elezioni del 2009 in Iran a causa delle interviste con l’Iran e del ruolo che ha svolto portando Makan in Israele.
Come giornalista, Lieberman, che ha anche il nome in codice Didush e Nesteran Azadmerd, ha avuto un ruolo nel portare Payam Feili in Israele nel 2015, che è un’altra figura dissidente di spicco in Iran.
C’è un’altra prova che Lieberman non è una giornalista. Stava effettuando pagamenti regolari ai dissidenti del regime, che la contattarono e le fornirono informazioni. In questo senso, Lieberman ha contattato il dissidente del regime iraniano MortezaSalimi attraverso i social media e ha effettuato pagamenti mensili di $1000 dal 2013 al 2015 in cambio di informazioni sui dissidenti e sulle società iraniane che inviano aiuti ai palestinesi.
Neda Amin, Lieberman e le loro operazioni in Turchia.
Neda Amin è un’altra figura che l’intelligence israeliana usa per le sue operazioni contro la Turchia attraverso i media. Amin, che ha presentato domanda di asilo all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) in un paese terzo nel 2014, arrivando dall’Iran alla Turchia, dal 2016 scrive articoli per il Times of Israel.
Amin, che ha guadagnato popolarità come Lieberman tra i dissidenti iraniani con i suoi articoli, ha collegamenti sia con Lieberman che con Salimi. Morteza, che trasferisce denaro ad Amin attraverso i rifugiati iraniani in Turchia, allo stesso tempo ha inviato ad Amin un laptop e un cellulare che è stato caricato con software spia dell’intelligence israeliana a luglio 2017.
Amin, che era una richiedente asilo in Turchia sotto la direzione dell’intelligence israeliana, iniziò un’oscura propaganda contro la Turchia attraverso registrazioni sui social media. Dopo che la sua vera identità è stata rivelata, Amin è stata espulsa dalla Turchia nell’agosto 2017. Quindi, con l’assistenza del direttore del Times of Israel, David Horovitz, ha presentato domanda di asilo in Israele ed è stata accettata. Amin continua le sue attività di propaganda contro la Turchia a Tel Aviv.
Tutti gli esempi sopra riportati illustrano come il governo israeliano prenda di mira la Turchia e l’intelligence turca, usando i media e giornalisti coperti per le sue operazioni in altri paesi come la Turchia e l’Iran.