I NEMICI SONO GLI STATI UNITI
I poteri forti nostrani sono talmente deboli da non ammettere alcun dissenso, nemmeno la blanda e distorta critica proveniente da alcuni programmi d’informazione, come La Gabbia condotta da Paragone, che, infatti, ha dovuto chiudere i battenti e salutare il suo pubblico.
Il giornalista di Libero, prestato alla televisione, ed i suoi ospiti, quasi sempre i soliti testoni, sparavano altissimo ma colpivano bassissimo. Se la prendevano con l’euro, l’Europa e le banche ma difficilmente puntavano il dito sui veri responsabili delle nostre disgrazie continentali, ovverosia gli oppressori americani e i loro servi italiani (compresi gli editori che, magnanimamente, consentivano a Paragone di andare in onda). Inoltre, affidando a Barnard (almeno nelle prime edizioni, con qualche recente ritorno) e al soi-disant filosofo Fusaro la deplorazione del sistema si generava, ad arte, una tremenda confusione per far naufragare le “giuste” idee. Economicismo del primo (o di altri invitati con speculari convinzioni) e logorrea del secondo, sono stati il fumo gettato negli occhi degli spettatori. Lasciar credere che sia possibile superare i mali nazionali ritornando alla moneta sovrana (senza prima staccarsi, con fortissime decisioni politico-militari, dal campo occidentale), o predicando un comunitarismo settario e fintamente umanistico, è fare il gioco di chi ci tiene sottomessi.
Eppure, a volte bastano poche parole chiare per far crescere delle opinioni razionali, anche nella gran massa delle persone. Di fronte ad un dilemma che sembra molto intricato è necessario semplificare. Il modo migliore per facilitare il ragionamento è quello d’individuare la causa del problema e poi da questa sceverare i molteplici effetti (e la causa principale, in questo frangente, è il predominio statunitense nell’Ue e nei suoi anelli deboli come l’Italia). Costoro, invece, erano adusi a rovesciare questa logica (a scambiare la causa con l’effetto ) favorendo il mascheramento del fulcro della questione. Cosicché, si finiva che la colpa del disastro nazionale era sempre del globalismo, del neoliberismo, del monetarismo ecc.ecc., cioè di astrazioni, mentre gli Stati Uniti (e la loro solida materia geopolitica) venivano ignorati o citati appena di passaggio, da un arzigogolo concettuale all’altro. Per questo vi esorto a non fidarvi mai dei critici che la prendono troppo alla larga e si concentrano sui dettagli, ignorando l’evidenza. E’ vero che quel che appare non è ma qui mi sembra si esageri con la fantasia.