I VERI RAZZISTI di Giellegi

Fogliacci indegni come Libero (il peggiore) e Il Giornale (subito a ruota) – che pure leggo più regolarmente di altri, poiché non è che Il Corriere, La Stampa, Repubblica, ecc. siano gran che migliori, pur dandosi un sacco d’arie di giornali “paludati e indipendenti”; lascio perdere Il Manifesto che sollecita negativamente il mio sistema nervoso e il complesso fegato-pancreas – continuano a battere il tasto sui razzisti che appoggerebbero i palestinesi. Sono fogliacci veramente “orwelliani” poiché invertono la più banale ed evidente realtà dei fatti. Siccome certi paesi arabi – rendendosi meglio conto di quale tumore sia Israele in quella zona (un tumore che infetta però tutto l’occidente con la mentalità da dottor Stranamore dei suoi dirigenti) – tuonano sul fatto che tale Stato dovrebbe sparire, senza però far seguire un solo fatto alle parole roboanti, allora si considera del tutto normale che lo Stato in questione scateni un esercito armato di tutto punto contro miliziani, dotati di armi leggere e razzi che sono poco più che fuochi d’artificio, ammazzando 1300 persone (“cifra ufficiale” ma inferiore al vero), la stragrande maggioranza delle quali civili ed un terzo bambini, mentre dall’altra parte sono morti solo 3 civili israeliani.

Per di più, cosa quasi mai accaduta, questi criminali hanno portato a termine la loro opera di sterminio senza permettere ad alcun giornalista di potersi avvicinare a meno di 5-6 Km. da Gaza, onde poter documentare come gli assassinati non fossero che in minima parte miliziani di Hamas. Tali criminali hanno poi commesso continui “errori” (dopo due, non è più ammessa la scusa dell’errore) bombardando 4 scuole dell’Onu, Ospedali ben visibili, centrando un certo numero di autoambulanze, radendo al suolo moschee (con dentro gente in preghiera), che hanno sostenuto – ma appunto senza alcun giornalista testimone! – essere rifugi per i miliziani di cui sopra. Chi considera 1300 arabi uccisi (di cui 400 bambini) nulla in confronto a 3 ebrei, chi dice che è Israele il paese aggredito mentre occupava Gaza, una striscia con 3800 abitanti per Km. quadrato, e la metteva a ferro e fuoco, è il vero razzista, il vero essere dis-umano, un complice di massacratori e perciò con la loro stessa forma mentis. E’ della stessa pasta di coloro che ritenevano i resistenti (e sterminati) del Ghetto di Varsavia aggressori rispetto ai “poveri aggrediti” dell’esercito tedesco.

Questi mentitori spudorati hanno continuato a stonarci la testa con Milosevic, Saddam, Ahmadinejad, ecc, come novelli Hitler. Certi paragoni storici sarebbe meglio, in effetti, lasciarli ormai dormire; ma se si pretende di farli, dobbiamo allora dire che Israele è come la Germania dopo il 1933; e gli Stati europei non sono semplicemente come Francia e Inghilterra a Monaco nel 1938, ma addirittura conniventi e complici di questa “novella Germania”. Le differenze sono però chiare. Israele fa quello che fa perché ha dietro di sé gli Usa. Gli europei agiscono come agiscono perché sono ancora servi della potenza centrale statunitense; nemmeno sembrano essersi accorti che potrebbero affrancarsi da tale potenza visto che la sua funzione “imperiale” è ormai fortemente incrinata.

In ogni caso, magari noi potessimo considerare gli ebrei una razza a parte; almeno salveremmo il genere umano da tanta ignominia. No, essi sono uomini, e noi non riconosciamo razze di nessuna fatta. Non ce ne frega nemmeno nulla di Ario, Sem, Cam e balle varie. Semplicemente, sappiamo che ci sono culture sedimentate da millenni; e religioni un po’ più tremende di altre, con Dei sul vendicativo (e quello ebraico non è “farina per far ostie”, come dice un detto popolare). Per di più, tali elementi culturali vengono enfatizzati in date epoche storiche per ragioni geopolitiche e complessi rapporti di forza tra paesi e Stati diversi. Oggi, per tutti questi vari motivi, Israele gioca un ruolo di terrificante massacratore di altri popoli. Inoltre, ha un apparato segreto che va in giro per il mondo ad organizzare assassinii e rapimenti di “nemici” vari. E purtroppo – salvo alcune lodevoli eccezioni; le abbiamo viste anche in sede inglese in questi giorni – non viene criticato da nessuna comunità ebraica nel mondo.

Si è quindi in pieno diritto di affermare che questo Stato – e questa popolazione – è un grave centro di autentico razzismo, ritiene di poter fare il bello e cattivo tempo a suo piacimento, è braccio armato di certi prepotenti predomini mondiali, che debbono finire. Per cui, noi lotteremo sempre contro questo Stato e questo popolo finché non la smetterà di credersi “eletto”; e ci auguriamo allora che riceva un giorno la lezione definitiva in grado di ricondurlo nell’ambito dei popoli “normali”, “medi”, tutti eguali fra loro. Perché “questi qui” non si sentono eguali agli altri; sono convinti che tre di loro valgano molto, ma molto di più, di 1300 arabi. E simile convinzione è alimentata, nel nostro paese, da vergognosi giornalisti come quelli di Libero e Il Giornale (ma anche di tutti gli altri principali giornali) e da un fottio di intellettuali, che di intelletto non ne hanno punto; sono solo vermi striscianti e sguazzanti nel sangue dei popoli massacrati da Israele (e dagli Usa).

Rigettiamo quindi su di loro l’accusa di razzismo, di essere complici di atti criminali compiuti ai danni di esseri umani: certo poveri, laceri, che non si fanno due docce al giorno come loro, ma sono perfettamente eguali a loro, hanno lo stesso Dna, appartengono allo stesso genere. Non c’è alcuna differenza di razza; come non c’era quando questi schifosi occidentali facevano la tratta degli schiavi, sterminavano al gran completo le popolazioni originarie del Nord e Sud America, ecc. ecc. Sono questi i veri razzisti; e oggi lo sono gli israeliani, il 95% degli ebrei che non dice nulla di questi massacri; lo sono giornalisti e intellettuali che invertono il rapporto aggressore-aggredito, massacratore-massacrato, assassino-assassinato. Brutti ceffi, complici di autentici delitti efferati, degni di entrare nel novero dei peggiori commessi da una parte dell’umanità contro un’altra parte, in tutta la storia di questa specie animale che disonora le altre.