IL CORAGGIO DI MARINE LE PEN (IN CALCE IL DISCORSO TENUTO DA MLP IL 1 MAGGIO)

 Di tutta la redazione.

Marine Le Pen ha portato una ventata di aria fresca in Francia, mettendo in risalto questioni politiche, problematiche sociali e tematiche economiche che riguardano tutta l’Europa. Non è poco se pensiamo che in Italia le cosiddette forze non allineate, ma solo in apparenza, hanno la faccia di Vendola o di Storace, due impresentabili megafoni di epoche superate e sbiadite annuncianti le mummie egizie.

Dal suo ultimo discorso, in occasione della festa del 1 maggio e delle celebrazioni per i 600 anni dalla nascita dell’eroina nazionale Giovanna D’Arco, viene confermato che anche tra i cugini monta, sempre più insistentemente, l’indignazione e la rabbia contro il “comunitarismo” burocratico e bancocratico dell’UE, responsabile di un pericoloso arretramento del dibattito politico e delle opzioni strategiche di quel Paese, rispetto ai principi e valori, non derogabili né sospendibili, dell’indipendenza nazionale, della sovranità dello Stato e del benessere collettivo, oggi perennemente sacrificati sull’altare delle borse, dei mercati e di organismi internazionali controllati da un unico Stato, quello Usa.

Peraltro, le preoccupazioni e le difficoltà della Francia non sono così distanti da quelle italiane, il che dimostra che le valutazioni scriteriate dei gruppi governativi autoctoni, da Parigi a Roma, da Madrid a Lisbona, da Atene a Dublino ecc. ecc.  e degli usurpatori comunitari, non investiti dal popolo ma nominati da oligarchie che non rispondono alle gente, stanno facendo a pezzi le speranze e le potenzialità del Vecchio Continente.

Ovviamente, noi siamo distanti da alcuni dei riferimenti identitari della Le Pen e del Front National ma questo non ci impedisce di cogliere le novità, la forza delle iniziative, l’impegno correttamente direzionato e le parole incoraggianti di un leader che sta incarnando intenzioni ormai molto diffuse eppure ancora poco abbracciate, aspettative lungamente invocate ma non concretizzate, desideri inseguiti e tuttora non acciuffati, sulla rottura degli schemi e dei servilismi di una politica ammuffita dietro il vetusto clivage  destra/sinistra, quello attraverso cui si consolida l’adesione incondizionata dei gruppi subdominanti occidentali, legati ai predominanti statunitensi, ai totem di questa decadente stagione politica, come la globalizzazione e la democrazia elitaria da esportazione.

La sua astensione al prossimo ballottaggio tra il socialista Hollande e il reazionario Sarkozy, che lascia liberi i suoi simpatizzanti e militanti, è sintomo di una promettente sincerità, di una lungimirante visione dei processi storici in corso e delle istanze sovraniste rivendicate dal suo partito, senza il rafforzamento delle quali non si esce dalla stanca e deleteria dicotomia droite/gauche la quale, in Francia come in Italia, è lo schermo di menzogne permanenti e speculari, dietro cui si solidificano insopportabili subalternità e dipendenze dei nostri rispettivi popoli.

Nel pubblicare il suo discorso sul nostro blog mettiamo in evidenza le parti che più ci interessano, quelle sulle quali esiste una distanza minima rispetto alle nostre posizioni, se non addirittura una piena corrispondenza.

Insomma, pur partendo da presupposti teorici diversi, culture non sovrapponibili e retroterra separati siamo giunti alle stesse conclusioni. Si tratta sicuramente di un fatto positivo in questa fase caotica in cui occorrerà tessere molte trame e cucire concordanze inedite per fare massa critica contro i comuni nemici internazionali. Su tale strada incontreremo MLP ed altri come lei, con i quali, come si diceva un tempo, si potrà colpire uniti anche se da versanti separati.

Ma chi non sarebbe d’accordo con la Le Pen quando afferma che Maastricht e gli altri accordi dell’Ue hanno segnato l’inizio di una impresa autodistruttiva, sostenuta da una destra e una sinistra simmetriche e consustanziali in ogni luogo, tanto nell’abdicazione delle proprie prerogative nazionali che nella svendita dell’indipendenza politica e militare di tutta l’Europa?

“La servilité assure un certain confort que la liberté ne permet pas. La servilité, c’est souvent le confort, la liberté c’est toujours une exigence”. Non rimbombano queste parole dal nostro lato delle Alpi, giungendo potentissime alle nostre orecchie di italiani presi per il culo da una classe (non) dirigente e servile ora arroccata dietro i tecnici della Bocconi i quali, a loro volta, ci mettono in bocca agli sciacalli mondiali con il pretesto di sistemare i conti pubblici che loro stessi hanno dissestato in vent’anni d’alternanza tra partitocrazia codarda e tecnocrazia incapace?

 Così avviene in Francia dove grandi esperti del piffero, immuni alle critiche e alla condivisione delle istanze con la collettività ed i diversi gruppi sociali, si definiscono custodi della scienza e salvatori della patria, senza che siano mai riusciti a cavare un ragno dal buco ma sempre peggiorando, con le loro brillantissime ricette astruse, la situazione generale.

Experts, mais experts en quoi ? Experts de quoi ?

Car si crise il y a c’est celle de la pseudo expertise et de la pseudo compétence !

Experts en chômage, c’est sûr, puisqu’ils en ont fabriqué près de 5 millions, experts en diminution du pouvoir d’achat puisque catégorie sociale après catégorie sociale, agriculteurs, pêcheurs, ouvriers, petits fonctionnaires, toutes sont touchées.

Experts en dette publique : 1700 milliards d’euros

Experts en déficit,

Experts en voyoucratie qui prospère, experts dans la prolétarisation des classes moyennes,

Expert de l’illettrisme qui s’accroît,

Expert de l’affaiblissement de l’Etat,

En un mot expert oui mais experts du chaos !

Oppure pensiamo davvero che dalla tenuta degli attuali assetti economici e finanziari, impalcature sconnesse e traballanti sui quali poggia il dogma dell’euro, dipenda la rapida fuoriuscita dell’UE dalla crisi sistemica globale?

Plausibilmente, il problema non si risolve, come invece sembrerebbe credere MLP, con il ripristino della sovranità monetaria la quale, senza sovranità politica, resta un feticcio ed un guscio vuoto. Tuttavia, è sempre meglio frapporre questa piccola barricata, da collegarsi ad altre ben più consistenti e resistenti, piuttosto di consegnarsi mani e piedi agli automatismi valutari elaborati dagli eurocretini di ogni risma che scaricano sui ceti più deboli il prezzo di un default annunciato, innanzitutto politico e poi finanziario, accelerato proprio dalle decisioni scellerate dei nostri governanti.

Tra quest’ultimi, quelli italiani sono senz’altro i più pusillanimi ed acritici, immancabilmente davanti a tutti nell’aderire ai dettami più devastanti, quelli che per primi danno il cattivo esempio accettando, solo per citare una rovina tra le altre,  l’introduzione del vincolo del pareggio di bilancio nella Costituzione. Fatto che ci priverà della possibilità di spendere in deficit, anche quando l’urgenza lo richiederà.  Disposizione assolutamente irragionevole aggiuntasi all’impossibilità di giostrare con la moneta che non possiamo né svalutare né stampare, secondo i bisogni specifici della nostra economia.

Allora diamo il benvenuto a chiunque metta all’ordine del giorno, nell’indice della sua agenda politica, queste battaglie di buon senso, di libertà e di indipendenza nazionale che dovranno coniugarsi con una visione più ampia del ruolo dell’Europa e dei singoli Paesi nel quadro cangiante dei rapporti di forza tra le aree del globo nel terzo millennio. L’Europa ed i suoi membri, come afferma MLP, anziché ricollocarsi si sono accomodati sull’esistente rinunciando a giocare un ruolo da protagonista sulla scacchiera planetaria. E’ un vero e proprio suicidio in un’ era di accentuato multipolarismo che, nel giro di qualche decennio, sfociando nel policentrismo, trasfigurerà le relazioni dell’intera geografia politica mondiale. Rischiamo seriamente di restare schiacciati tra l’Occidente a dominanza americana e le Potenze emergenti che disputandosi l’egemonia riverseranno il peso della loro lotta sulle regioni occupate dalle formazioni sociali più deboli. Saremo il vaso di coccio tra vasi di ferro oppure svolteremo verso un destino meno esiziale di quello che ci si prospetta in questo momento? La strada migliore per non finire nel burrone non è di certo quella tracciata dai presenti governanti europei e MLP compie almeno un atto di coraggio e di autonomia denunciandone il disfattismo e la misera soggezione internazionale.

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