IL FETICCIO DEL MERCATO di G.P.
Riprendo dai giornali una interessante notizia riguardante il gasdotto TAG che trasporta gas proveniente dalla Russia, attraverso l’Austria fino all’Italia e alla Slovenia.
Quest’ultimo, come si può leggere sul sito dell’ENI, ha una estensione di
Proprio tale gasdotto è, dal 2006, al centro delle attenzioni della Commissione Antitrust di Bruxelles. In quell’anno, infatti, l’UE ha aperto una indagine sui maggiori gruppi energetici che ha coinvolto anche la nostra ENI, proprietaria all’89% del citato gasdotto.
Se
Ancora una volta i vertici corrotti e servili dell’UE mettono sotto pressione un paese membro per “s-ragioni” di mercato del tutto pretestuose e bizzarre (in un settore strategico da sempre determinante per la maggiore indipendenza delle nazioni e per la conduzione di una più valida politica estera atta a rafforzare i legami con i paesi produttori).
La debole Europa, piegata alla sacralità del mercato, depotenzia la spinta espansiva sui mercati delle imprese nazionali più brillanti ed efficienti per salvaguardare presunte regole di lealtà concorrenziale che sembrano piovute dal cielo.
In questi mesi, abbiamo invece visto che la manus invisibilis del mercato ha una natura tutt’altro che smithiana e gli americani fanno da battistrada, lungo le strade della crisi economica, con i salvataggi di banche e imprese a suon di elargizioni statali.
In Europa, questa lezione di cambiamento delle regole del gioco a partita già iniziata (che dimostra un esercizio di potenza da parte del paese predominante) è ancora lungi dall’esser appresa. Non solo, qui da noi si preferisce facilitare i piani imperiali sottraendo forza alle imprese più innovative e capaci di aggredire i mercati altrui.