IL GIOCO DELLA INSTABILITA’ di GLG

gianfranco

http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlusconi-putin-crimea-ora-coalizione-anti-isis-1169919.html

apparentemente, la Russia tenta di sfruttare la lotta al terrorismo per ottenere qualche punto in più in vista di trattative con la Nato (Usa e i paesi europei di fatto succubi dei primi) per mantenere qualche posizione in Siria e ancora più in Ucraina. Gli Usa restano rigidi e si dimostrano poco favorevoli a tali trattative. Tuttavia, Berlusconi – che ormai ha ceduto su tutta la linea agli Usa di Obama; il debole asse con Putin e Gheddafi formatosi all’epoca del Southstream (Eni e Gazprom) è ormai saltato dal 2010-11, in particolare dall’epoca dell’aggressione alla Libia – non manterrebbe rapporti con il presidente russo se dati “ambienti americani” (non certo in opposizione ad Obama) non glielo concedessero, anzi chiedessero. E’ indubbia l’attuale debolezza della Russia. Non c’è alcun pericolo di aggressione più violenta degli Usa a tale paese; siamo alla solita pantomima che, in forme differenti, fu giocata anche all’epoca della crisi dei missili sovietici a Cuba. E’ tutto un “gioco” strategico, in cui la posizione preminente è tenuta dagli Usa, che si accontentano però di fare vedere “al mondo” che loro sono i “più rigidi”, fanno poche concessioni. La Russia deve giocare di rimessa, ma cerca di ottenere qualche (minore) risultato. Nessuno dei due paesi perderà il controllo della situazione (e i loro nervi non salteranno). Giostreranno ancora lungo – uno decisamente più potente dell’altro e con maggiori possibilità di pressione; oltretutto lontano dai confini di casa sua e nei pressi di quelli dell’avversario – e otterranno i migliori risultati possibili tenuto conto della loro differente “potenza”. Senza però che il più forte umili troppo l’altro; in questo momento non c’è effettiva lotta di sfere di influenza tra Usa e Russia (questa ha poche probabilità di allargare molto la sua). L’importante per gli Usa è che non ci siano troppi rapporti tra Mosca e paesi europei (in particolare Berlino); e che si spengano certi aneliti europeisti di autonomia (sovranisti), che potrebbero trovare qualche sponda ad est. Non cessa la tendenza al multipolarismo – altrimenti gli Usa non sarebbero costretti alla strategia del crescente disordine nelle zone che sono di fatto di cuscinetto tra Nato e Russia – ma è certo che l’iniziativa è sempre statunitense e sempre si sviluppa molto lontano da “casa propria”. Sempre debbono soffrire di più gli altri, anche se gli Usa sanno ben vendere le loro minime ferite (tipo le “due torri”, una goccia rispetto al mare di sofferenze e massacri da essi perpetrati nel mondo). La guerra mondiale è lontanissima; e le scaramucce vedono per il momento in netto vantaggio gli Usa. Poi si vedrà; ma con tempi lunghetti. E intanto quanto si è spenta la spinta sovranista in alcuni paesi d’Europa? Il FN francese è ancora quello di alcuni mesi fa? E la Lega non comincia ad essere un po’ ridicola e a mostrare debolezze varie? Comunque, è una storia assai lunga e siamo appena all’inizio.