Il Pil come arma di scemenza totale

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La Russia non può vincere la guerra perché “non c’è motivo di pensare che un Paese che può schierare in campo un prodotto interno lordo non lontano da quello di Spagna e Portogallo messi insieme (intorno ai 2mila miliardi) debba vincere contro un’alleanza, la Nato, che può appoggiarsi su una ricchezza complessiva di 63 migliaia di miliardi.
Eppure nel dibattito dei Paesi occidentali l’affermazione apodittica sulla vittoria russa fa parte del discorso pubblico comunemente accettato.
È questione di narrazione, appunto, e della capacità di diffonderla dei russi”. Da Il Giornale.

Di fronte a simili affermazioni di giornalai ed ecoglionisti (grandi studiosi della triste scienza del rincoglionimento) non possono che cascarci le braccia e ovviamente le palle. La Russia non può vincere perché la NATO schiererà le armate del Pil contro i suoi razzi e uomini in armi. Uno specnaz russo ben addestrato non può nulla contro la montagna di beni spesso inutili prodotti dai suoi nemici. Li prenderemo a calci con il nostro benessere in scarpe di lusso. Carrarmati contro cannoni di burro e la vittoria sarà nostra. I nemici sopraffatti dal colesterolo in eccesso moriranno d’infarto. E se loro producono missili inintercettabili e aumentano le testate nucleari a disposizione li affronteremo con i nostri lanci di borsette alla moda. È vero che la spesa militare russa è ancora al di sotto di quella dei paesi della Nato ma l’efficienza dei suoi mezzi e la preparazione dei suoi soldati si stanno dimostrando all’altezza della situazione. Inoltre, la Russia ha da anni imboccato la strada di una crescita economica e sociale che sicuramente la condurrà a recuperare in poco tempo i ritardi accumulati a causa del collasso degli anni ’90. Qualcuno forse ha dimenticato che la Germania sconfitta nella prima guerra mondiale, punita da Versailles, piegata dall’iperinflazione di Weimar, umiliata dalle sanzioni già alcuni anni dopo le suonava di santa ragione a tutta l’Europa che indietreggiava pavidamente al cospetto degli eserciti del III Reich. Oggi il Pil tedesco è il doppio di quello russo eppure Mosca riuscirebbe ad arrivare a Berlino in poche settimane, come detto da alcuni esperti militari. Il Pil è la misura della supponenza dei nostri esperti che ormai sono specialisti di panzane e di nient’altro. Giocano con le statistiche e i numeri a dispetto della realtà e dei metri persi sul terreno dei conflitti. Prima di essere sconfitti dai nostri nemici finiremo prigionieri delle nostre illusioni. Non siamo i migliori anche se crediamo di esserlo e questo farà tutta la differenza. Appesi al Pil e ad una inesistente superiorità assisteremo purtroppo al nostro tramonto