IL PIÙ INFIDO di GLG
Mutatis mutandis, si è ripetuta in un certo senso la farsa delle elezioni comunali a Roma quando Berlusconi, presentando Marchini, fece perdere il ballottaggio alla Meloni per poco nei confronti del piddino Giachetti. Allora, i due “alleati” del cosiddetto cavaliere ingoiarono il rospo, continuando a restare appiccicati a lui senza denunciarlo per quel traditore che è. Adesso per le regionali del Lazio fanno persino di peggio; dopo lungo tergiversare accettano lo squallido Parisi come candidato, uno che ha perso le comunali a Milano pur opposto allo scialbo Sala. Parisi stesso ha mostrato una certa sorpresa. Questa una parte della sua dichiarazione rilasciata al momento dell’accettazione:
“Oggi ho ricevuto l’invito dai leader del Centrodestra a candidarmi come Governatore della Regione Lazio. Come molti di voi sanno, su questa ipotesi già circolata nei giorni scorsi abbiamo avuto una lunga discussione all’interno della nostra segreteria e tra i Referenti Regionali. Si è trattato di una scelta difficile. Solo pochi giorni fa il Centrodestra, con una decisione incomprensibile, ci ha voluto escludere dall’apparentamento e oggi ci chiede di portare Energie PER l’Italia e me stesso a supporto della corsa per il Governo della Regione Lazio. Anche in Lombardia Energie PER l’Italia sarà una forza determinante per il Governo della Regione.”
Parisi parla di “decisione incomprensibile”, ma possiamo essere certi che l’ha discussa e concordata in gran segreto con il “badoglio”. Il neocandidato comprende benissimo perché questi ha voluto ancora una volta fottere Salvini e Meloni, che hanno anche in questa occasione accettato di essere fottuti. Andiamo di pochi giorni indietro. Berlusconi è ricevuto in pompa magna dai vertici della UE (Juncker e Lopez), assicura d’essere il baluardo contro i “populisti” – assegnando tale qualifica ai soli pentastellati, mentre “quelli della UE” non perdono occasione di attribuire tale qualifica alla Lega, in rapporti (per la verità sempre più tepidi) con la Le Pen – e afferma d’essere perfettamente d’accordo sul 3% del rapporto deficit/Pil imposto dalla UE (non però, qualche tempo fa, a Germania e Francia). Salvini, presentando fra l’altro come suoi candidati due economisti anti-euro, mugugna e dice che manco per niente l’Italia si atterrà al 3%. Berlusconi, al rientro in Italia, intervistato da chi gli fa notare tale incongruenza tra “alleati”, risponde che non ha detto nulla di diverso da Salvini; avrebbe solo affermato che lui vuol tanto attenersi alle disposizioni europee, perché ama infinitamente l’Europa (al contrario dei “cattivi” ex-grillini), però certo nei limiti del possibile. No, non aveva posto alcun limite, ma proprio adesione convinta e completa. Questo è il traditore che più traditore non si trova in tutta la pur “trista” storia del nostro paese. Un infido matricolato, che tuttavia mena per il naso i due “alleati” come e quando vuole. E questi continuano a piegarsi, soprattutto la più “piccolina”. Vedremo come va a finire questo schifo incredibile della politica italiana, dove centro-dx e centro-sx fanno a gara a chi puzza di più. Se i numeri dei parlamentari lo consentiranno, vedremo il “nano” convergere verso i piddini e LeU, mandando al diavolo i due “insipidi” che continuano a trantranare e a restare a lui incollati; così come del resto anche un D’Alema ha fatto capire con l’ipotesi del premier “del Presidente” (cioè una miseranda “grosse koalition” all’italiana). L’unica vera novità sarebbe un’astensione almeno al 40%, ma ne dubito con la coglioneria congenita di questa popolazione nostrana.