Il razzismo delle anime belle

immigrazione

 

Il video di Gianfranco La Grassa “Chi è il vero razzista?” dovrebbe essere mandato in onda dalla Rai a rete unificate, come prima opera di bonifica della televisione pubblica, insozzata dall’ideologia buonista, che è falsa come i suoi propugnatori. Ora che c’è Foa ci aspettiamo qualcosa di dirompente ma per il momento non è cambiato molto. Continuiamo a vedere le solite mummie nei ”tolcsciò” che blaterano di razzismo, di xenofobia o di immigrazionismo come stile di vita da adottare in maniera generale. Ma chi lo sostiene non si mescola alle masse, gira scortato e passa la vita in quartieri esclusivi, al riparo dal sangue, dal sudore e dalla puzza di umanità. Si tratta di ipocriti che della disperazione fanno un uso strumentale, al pari dei “ruspanti” che alzano più clamore che fatti nella loro contrapposizione alle anime belle dell’accoglienza. Ultimamente, è scoppiato un caso, durante una partita di calcio, in cui un giocatore nero è stato sommerso da versi di disapprovazione. E’ stato un piagnisteo globale. Volevano interrompere il campionato ma non sono riusciti nemmeno a fermare una partita. Ancora filisteismo ma meglio così. I “buuuu” sarebbero razzisti ma non si capisce bene perché, in base a quale legge onomatopeica. Di certo è più scimmiesco chi si produce in questo richiamo da stadio rispetto a chi lo subisce. Quindi il “buuuu” è “buuuu”, chi buuuuisce, essendo incapace di articolare le parole, più che razzista è un primate.
Intanto però non si possono più usare alcune parole, come negro, perché il politicamente corretto ha stabilito che sono offensive. Non è vero. Vi consiglio un testo illuminante per comprendere quello di cui stiamo parlando. Vi si trovano passaggi interessanti come quello che segue:
“Un classico come Huckleberry Finn di Mark Twain è stato recentemente ripubblicato da una casa editrice statunitense sostituendo la parola nigger con i termini black o slave. Come i suoi corrispondenti nègre in francese e «negro» in italiano, non aveva all’epoca alcun significato dispregiativo nei confronti delle persone dalla pelle nera, e ad essa nessuno si sarebbe sognato di attribuirlo almeno fino agli anni sessanta del Novecento. Anzi, nel periodo della decolonizzazione quel termine venne rivendicato con orgoglio sia dai movimenti per i diritti civili degli afroamericani che da quelli di liberazione africani (si pensi al concetto di «negritudine» elaborato dal poeta e leader politico senegalese Léopold Sédar Senghor, primo presidente del paese dopo l’indipendenza, come simbolo del movimento di rinascita culturale e politica africana).” [Eugenio Capozzi, Politicamente corretto].
Chi ci legge lo sa già, lo avevamo già scritto e detto, come ancora La Grassa nel suo recente video. Guardatelo e disintossicatevi dalla merda attuale. Il vero razzista è quello con la puzza sotto al naso,  quello che pensa che tutto il popolo italiano abbia un anello alle narici tanto da imporgli stupide regole (anti)razziali.