Il vile affarista è un pericoloso estremista
In uno dei miei ultimi interventi ho scritto che Draghi è stato troppo sopravvalutato. L’ho affermato prove alla mano perché un Premier che banalizza seri problemi geopolitici non solo non è adatto a un simile ruolo politico ma fa nascere il dubbio che gli manchi proprio quell’elasticità mentale che va sempre a braccetto con l’intelligenza vera.
Per me era lapalissiano che le parole pronunciate da Draghi in aula fossero del tutto sconsiderate, oltre che penosamente puerili. Ricordiamo ciò di cui stiamo parlando, così avevo commentato ai deliri draghiani:
“Draghi ha finito per pensarsi seriamente un drago anche in politica nonostante i suoi ragionamenti sembrino quelli di un bambino privo di strumenti intellettuali: ‘lasciamo che l’Ucraina si sottometta; dopotutto, cosa vogliono questi? … ma naturalmente la colpa è delle sanzioni, la colpa è dell’Europa… No! La colpa è della Russia che ha dichiarato guerra all’Ucraina!’ ”
Oltre a questo, Draghi era riuscito anche ad affermare che le sanzioni contro la Russia fossero un successo secondo i suoi dati. Chissà di che dati parlava considerato che numeri e realtà lo smentiscono clamorosamente.
Ad ogni modo, non sono l’unico ad aver strabuzzato gli occhi all’ascolto di tali asinerie e banalizzazioni.
Oggi su il Fatto Quotidiano, il Gen. Mini definisce quelle di Draghi delle semplificazioni. Sono le stesse frasi del PresdelCons riprese da me. Diciamo che l’ex ufficiale è stato anche fin troppo indulgente ma capisco che egli scriva su un giornale di risonanza nazionale, tuttavia i concetti da lui espressi non differiscono nella sostanza dai miei:
‘LE COSE, TUTTAVIA, non sono così semplici. Come in ogni dramma teatrale, ragione e torto non stanno mai da una sola parte e i punti di vista
non sono mai due. Sono almeno tanti quanti sono gli attori e gli spettatori. In politica,
i punti di vista sono diversi anche all’interno di ogni fazione e in guerra i punti di vista sono tanti quanti sono i partecipanti, i sostenitori, gli spettatori, gli aggressori e gli aggrediti, i provocatori e i provocati, i vincitori e gli sconfitti…Escludere tutti i punti di vista ad eccezione dei due ovvi di coloro che si combattono è una eccessiva semplificazione adatta a problemi altrettanto semplici. Non vale per la politica, fatta di compromessi, e tanto meno per il “gioco” che ha sempre due squadre o atleti che si confrontano ma anche arbitri e giurie che dirigono e sanciscono il risultato. E comunque esiste un pubblico che può condividere o non il risultato stesso. Nel grande gioco della guerra ogni punto di vista che si esprime con le armi è anche responsabile della vita e della morte di migliaia di esseri umani e della sorte dei sopravvissuti: persone e nazioni. Purtroppo, la semplificazione induce a eludere le responsabilità e comporta la rinuncia a esplorare e valutare tutti i punti di vista che potrebbero offrire una soluzione diversa o un’alternativa…OCCORRE PENSARE in modo diverso, abolendo arroganza, bullismo e propaganda dal lessico e dalla prassi politica. Occorre agire a un livello superiore o inferiore a quello nel quale il problema si è creato e non soltanto nel quale si è manifestato. Al livello superiore, la soluzione da cercare per l’Ucraina e per noi tutti è ampia e ricade nell’area di responsabilità delle organizzazioni di cooperazione internazionale globali e regionali che finora sono state assenti. Si tratta di concepire un’architettura della sicurezza in Europa nella quale nessuno si senta minacciato. Esattamente ciò che l’Unione europea aveva promesso ed esattamente il contrario di ciò che si sta verificando in questo momento in cui tutti si sentono minacciati, a ragione o torto. Al livello inferiore, la soluzione può essere parziale o temporanea e riguarda le entità e le persone che patiscono gli ef- fetti della guerra. L’Europa e tutti i suoi paesi appartengono a questa categoria, ma per semplice decisione dicotomica hanno rinunciato ad una posizione di terzietà rispetto al conflitto, non perché aiutano l’Ucraina con le armi e il denaro ma perché non intendono né parlare con gli Stati Uniti limitandosi ad accettarne la logica e la retorica, né ascoltare la Russia imponendo anche ad essa tale logica e retorica. Tanto meno intendono terminare il conflitto quando inventano iniziative di pace mentre lo alimentano e inaspriscono senza offrire o considerare alternative. Ed è quindi legittimo il sospetto che gli interessi a proseguire la guerra siano maggiori di quelli di terminarla che l’interesse alla distruzione sia
motivato dai profitti della ricostruzione. Anche nel caso Ucraina si può applicare il “rasoio di Occam” che dice: “Fra le soluzioni possibili la più semplice è quella giusta”, basta soltanto cercare le soluzioni possibili e non rifiutarle. Ma più appropriata al caso è la considerazione di G.B. Shaw: “Ogni problema complesso ha una soluzione semplice; ed è sbagliata”.’
Draghi, come tutti i banalizzatori, e’ dunque un pericoloso estremista che ci sta portando, ogni giorno di più, dentro un conflitto nel quale i nostri interessi nazionali sono traditi e mortificati. Draghi si sta comportando come lo zerbino della NATO coinvolgendo tutto il Paese nelle terribili conseguenze politiche ed economiche di una guerra che viola i normali principi di non ingerenza internazionale ma soprattutto quelli, anche più importanti, di non procurarsi autolesionismo nazionale. Costui è un pericolo per l’Italia e deve essere defenestrato, il prima possibile.
L’uomo troppo sopravvalutato, 24.6.2022
Abbiamo tanti mesi alle spalle per valutare Draghi. Il super tecnico che tutto il mondo ci invidiava, almeno a detta dei giornali, è un ignorante politico totale oltre che un burocrate non all’altezza dei compiti e dei tempi presenti.
Quando Draghi va in parlamento per prendere posizioni come la seguente
“Le sanzioni: sono efficaci, non sono efficaci? Quando io dico che sono efficaci, ripeto quello che tutte le organizzazioni internazionali mi dicono; ho la sensazione, da tutti i dati, che siano molto efficaci e, anzi, che diventino ancora più efficaci quest’estate. Da tutti i segnali che si hanno da parte russa, questa è l’evidenza: una grande preoccupazione che sta crescendo”
occorrerebbe ridergli in faccia invece i nostri rappresentanti, con qualche rara eccezione, applaudiscono. È chiaro che il nostro Premier vive in mondo di fantasia. O non legge i dati o gli rifilano numeri inventati oppure mente spudoratamente. Delle tre tutte e tre probabilmente. Ci vuole inoltre una buona dose di supponenza e una vanità non comune per essersi auto convinto di quello che la stampa scrive di lui. Draghi ha finito per pensarsi seriamente un drago anche in politica nonostante i suoi ragionamenti sembrino quelli di un bambino privo di strumenti intellettuali: “lasciamo che l’Ucraina si sottometta; dopotutto, cosa vogliono questi? … ma naturalmente la colpa è delle sanzioni, la colpa è dell’Europa… No! La colpa è della Russia che ha dichiarato guerra all’Ucraina! Detto questo, il sostegno, come dicevo, è stato molto unito e l’unità è essenziale in questi momenti. E’ essenziale in questi momenti, perché le decisioni che bisogna prendere sono molto difficili, è essenziale perché queste decisioni riguardano la guerra, ma riguardano anche la nostra situazione economica e sociale interna; non sono situazioni facili, quindi, l’unità è fondamentale per questo. Vorrei fare, co-me ieri, una considerazione di carat- tere personale. Alcune di queste decisioni, soprattutto quando vedono l’Italia coinvolta sia pure indirettamente in una situazione di guerra, sono decisioni importanti,complessee profonde anche dal punto di vista personale, hanno dei risvolti morali molto profondi, molto complicati e, quindi, il vostro sostegno è fondamentale e vi ringrazio”.
Questo dilettante allo sbaraglio ha l’impudenza di parlare di colpe in un discorso geopolitico facendo rivoltare il nostro Machiavelli nella tomba, il nostro più grande scienziato politico, colui che diceva: “giusta è infatti la guerra per coloro ai quali è necessaria, e pietose sono le armi, quando non v’è speranza se non in quelle”.
Ovviamente, il Premier deve ignorare per forza il fatto di aver portato la Russia nelle condizioni per cui questa guerra (e quelle che ci saranno) sia divenuta necessaria. Questo Rodomonte da trenta dollari americani non teme la vergogna perché il circo mediatico lo incensa pure quando i suoi pensieri puerili andrebbero rubricati tra le cose senza alcun senso.
Siamo ridotti davvero male. Questi capitani di sventura inviatici da un destino cinico e decadente ci porteranno alla completa rovina. Anzi, siamo già rovinati. La débâcle politica, economica e sociale è inarrestabile. Costoro non si faranno da parte autonomamente come tutti i vili e servili. L’Italia segreta si svegli e prenda decisioni di polso, anche estreme, perché non c’è più tempo. O l’Italia sarà liberata da simili nani gonfiati come palloni oppure non ci salveremo, non ci sono altre possibilità.