Immigrazione controllata (dagli Usa)
I flussi immigratori che stanno attraversando l’Europa non sempre sono spontanei. A dirlo sono stati anche degni rappresentanti di quella parte dell’Unione (come l’ungherese Orbán ed il ceco Zeman) i quali devono affrontare, con poco spiccioli a disposizione, la marea umana che si riversa sul loro suolo. Non tutti gli extracomunitari che giungono sul Vecchio Continente, dai paesi in crisi economica, politica e militare, dell’Africa, del Medio-oriente, dell’Asia, ecc. ecc., entrano nell’Ue con l’intenzione di migliorare il proprio destino e contribuire allo sviluppo degli Stati ospitanti. Costoro, sono messi nelle condizioni di delinquere o, persino, coscientemente “ingaggiati” per commettere reati e violare la legge, con l’obiettivo di generare instabilità sociale nei contesti d’arrivo.
La retorica con la quale i leader di Bruxelles affrontano l’allarme è una testimonianza ulteriore della loro complicità con le forze esterne antieuropee che usano gli esodi di massa per portare un cavallo di troia dentro i nostri confini ed alimentare dissidi interetnici e culturali. Questi conflitti fuori controllo incrementano il caos sociale tramite il quale vengono condizionate le nostre scelte (geo)politiche. L’indebolimento dell’Europa è un piano scientifico messo in atto dagli Stati Uniti e dai loro lacchè negli organi comunitari, in funzione anti-policentrica. L’Europa non deve partecipare alla competizione per il mondo multipolare ma deve servire gli interessi della Casa Bianca e sottostare alla sua preminenza. L’immigrazione incontrollata è un capitolo della congiura per impedire all’Europa di emergere quale polo di potenza alternativo agli Usa e in eventuale alleanza con nazioni in ripresa di sovranità ad oriente. Il razzismo e l’odio nei confronti dell’alterità non sono il vero corno del dilemma (per quanto vengano posti al centro della discussione pubblica dal circuito mediatico che organizza la canea delle contrapposizioni tra buonisti e persecutori, al fine di sviare l’attenzione generale) perchè stiamo parlando di dinamiche oggettive innescate da scelte e strategie internazionali con scopi più subdoli di quelli apparenti.
Del resto, quando il Presidente della Camera italiano dice che i migranti sono l’avanguardia della globalizzazione svela l’alto tradimento, ai danni dei popoli europei, di cui detti membri istituzionali sono complici (spesso sciocchi). La globalizzazione è stata questo mito da fine della storia con il quale Washington ha esteso i suoi tentacoli sul pianeta dopo la caduta del blocco sovietico. Continuare a perorarla significa continuare ad accettare l’asservimento all’America. Chi si piega così vilmente alla prepotenza americana, in condizioni storiche mutate che certificano un relativo allentamento dell’egemonia Usa sugli scenari planetari, è un favoreggiatore del nemico che opprime i suoi connazionali.
Peraltro, che detti personaggini, tutto cuore, poco cervello e niente fegato, siano insinceri nei loro afflati verso la diversità, variamente declinata, e l’accoglienza degli essere umani più sfortunati, lo dimostra il trattamento riservato ai russi, i quali per l’80% vivono in Europa e sono europei ma vengono descritti come pericolosi alieni pronti ad invaderci. La verità è che gli americani temono i russi e un’alleanza strategica europea, da Lisbona a Vladivostok, che li ricomprenda. Per impedirlo ci mettono gli uni contro gli altri, utilizzando grandi narrazioni, travestite d’amore per il prossimo (di cui si fanno portavoce politici come la Boldrini) che sono contro la libertà dei popoli europei.