In memoria di Lidia Menapace di GLG

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Erano gli anni ’70 e fino ai primi ’90 dell’altro secolo. Andavo spesso a Bolzano per riunioni varie, in un primo tempo anche politiche, di cui è inutile discutere. Poi sono rimasti alcuni cari amici da quella esperienza. Lei non partecipava certo a quelle riunioni, era del “Manifesto” e non ricordo di quale organizzazione politica. Ricordo però che ci siamo trovati più volte a discutere di politica, amichevolmente al di là di differenziazioni di giudizio sulla situazione che si stava vivendo. Ma si parlava pure di questioni della vita comune, ecc. Poi, come tanti altri contatti, questi si sono allentati e non so quanti anni sono che non vado più in quella città, cui resto comunque affezionato e vi ho ancora qualche (raro) amico. Di Lidia Menapace ho un ricordo non semplicemente legato a quella particolare situazione. Era una donna non soltanto intelligente, ma si faceva apprezzare e suscitava una simpatia carica di elementi affettivi per il suo carattere aperto e comunicativo. Quindi, desidero spendere queste poche parole, che sottintendono una vera amarezza. Lo so: aveva un’età in cui molti sono morti da tempo. Anch’io, dieci anni di meno, sono in fondo lungo “quella via”. Tuttavia, certe scomparse le avverti comunque e qualcosa, che sembra perfino essere un pezzetto di te stesso, si stacca e si allontana per chissà dove. E si prova quello che non si può definire dolore, ma che il termine dispiacere non rappresenta per nulla. Non cerchiamo la parola giusta. L’importante è sapere che si è spenta un’altra fiammella di qualcosa che è passato, definitivamente passato, ma che deve essere sempre ricordato e non solo da quelli della mia età. Per me, Lidia Menapace è quindi una persona di quelle da non dimenticare; e su cui non fare retorica. La scomparsa di un simile personaggio è un’autentica perdita, non soltanto per chi l’ha conosciuta.